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Draghi: immunità a luglio e aperture programmate, le ipotesi dal 3 maggio

30 marzo 2021 - 10:17

Nel vertice Stato-Regioni, il premier invita a 'un sincero rapporto di collaborazione per vincere la battaglia': per i giochi prime ipotesi di riapertura dopo primi passi dal 3 maggio.

Scritto da Ac
Draghi: immunità a luglio e aperture programmate, le ipotesi dal 3 maggio

E' stato un incontro distensivo ma anche – e soprattutto – costruttivo, quello andato in scena ieri tra il premier Mario Draghi e i rappresentanti delle Regioni, durante il quale si è parlato della strategia sui vaccini ma anche di quella delle riaperture. Rispetto alle quali Draghi intende procedere con una specifica programmazione, sempre strettamente correlata all'andamento dei contagi e basata sui numeri e sulle evidenze scientifiche. Anche se, in questo incontro, non si è evidentemente parlato del tema dei giochi, l'argomento è iniziato tuttavia a circolare in altre sedi governative e in altri ministeri - come apprende GiocoNews.it da fonti istituzionali - con l'ipotesi che inizia a farsi largo che è quella di una possibile ripartenza già a partire dal 3 maggio. Questa, infatti, è la data che si sta ipotizzando per il graduale riavvio di molte delle attività sottoposte oggi a blocco totale o forti restrizioni, tra le quali potrebbero finire anche i giochi. Tutto scaturisce dall'andamento, a quanto pare positivo, delle ultime ore e della crescente fiducia sul piano di somministrazione dei vaccini, supportato dalle forniture che finalmente promettono di essere adeguate alla realtà nazionale. Al punto che lo stesso Draghi ha parlato del possibile raggiungimento dell'immunità di gregge, a livello europeo, già dal prossimo luglio.

“Bisogna guardare al futuro con ottimismo, la campagna vaccinale sta migliorando. Gli obiettivi prefissati per aprile e maggio, pari al mezzo milione di vaccinati al giorno, non sembrano più così lontani. Le dosi in arrivo dovrebbero essere più che sufficienti per raggiungere l’immunità per il mese di luglio in tutta l’Europa”, ha detto il premier. Anche se, ha precisato, per poter arrivare a questo risultato, occorre evitare di disperdere i risultati ottenuti finora: anche per questo il premier ha invitato le regioni a lavorare insieme “con un sincero rapporto di collaborazione, insieme si riuscirà a vincere questa battaglia”. Invitandole a fare sistema, a lasciare da parte le polemiche, ad istituire un rapporto virtuoso e costruttivo con lo Stato.

LA LINEA GOVERNATIVA - Nel vertice con le Regioni i dissapori e le incomprensioni di alcuni giorni fa sembrano dunque dissipati, restano delle divergenze sulle riaperture, ma non sugli obiettivi di fondo. Anche per Draghi, del resto, occorre ridare speranza al Paese, pensando a programmare anche le riaperture. “Bisogna cominciare ad aver di nuovo il gusto del futuro”, ha stigmatizzato Draghi: “Occorre uscire da questa situazione di inattività. Sono certo che, tutti insieme, raggiungeremo qualunque obiettivo. Questa è la mia certezza, non è una speranza né un pronostico”.

Una certezza che ha condiviso anche Mariastella Gelmini, ministra degli Affari Regionali, spiegando che “Se i numeri migliorano all’interno del decreto legge servirebbe un automatismo per prevedere aperture mirate senza bisogno di un nuovo provvedimento”. Massima prudenza invece, continua ad arrivare da parte del ministro della Salute, Roberto Speranza: “Con le cifre attuali delle terapie intensive non possiamo fare il passo troppo lungo, occorre prudenza”.
Per questa ragione continua a rimanere l'ipotesi che, nonostante l'allentamento di alcune misure già dal 3 maggio, alcune attività ritenute “non essenziali” possano comunque slittare a giugno.

IL PRESSING DELLA LEGA - Anche se, in occasione dell’incontro con il governo, le Regioni hanno comunque chiesto di programmare per quanto possibile un piano di riaperture, invitando a “un ragionamento sulle riaperture in base alla certezza sull’arrivo dei vaccini”, è stata la richiesta unanime dei governatori. Mentre quelli della Lega - che prima avevano incontrato Matteo Salvini, la cui posizione è più che nota - hanno specificamente chiesto “riaperture ragionevoli” e la possibilità di “ripristinare le zone gialle nel prossimo decreto dove i numeri dei contagi Covid lo consentono”. Fra le richieste anche quella di “rivalutare i criteri per individuare l’andamento del contagio” auspicando “indicazioni scientifiche sul rischio che comporterebbero alcune riaperture come quelle di teatri o ristoranti”.
E a proposito di Lega e di governo: il ministro del Turismo, Massimo Garavaglia, nello smorzare i toni di protesta degli albergatori che si esprimevano rispetto alla scelta del governo di consentire le vacanze all'estero mentre le strutture ricettive della Penisola devono rimanere chiuse durante le festività pasquali, si è detto “fortemente ottimista” rispetto a una rapida ripartenza e fiducioso di un'estate che “sarà meglio della precedente”.

 

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