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Stanleybet: 'La sentenza della Corte Ue un colpo al cerchio e uno alla botte'

22 gennaio 2015 - 10:33

La Corte ha riconosciuto che lo Stato Italiano poteva bandire una gara di durata inferiore alle precedenti, ma non ha risposto esaurientemente alla seconda parte del quesito, e cioè del carattere rimediale delle discriminazioni subite da Stanley.

Scritto da Ca
Stanleybet: 'La sentenza della Corte Ue un colpo al cerchio e uno alla botte'

È invece ben chiaro, nella ricostruzione della Corte, la conferma delle discriminazioni subite da Stanley e dai suoi CTD in 15 anni di attività".
Né vincitori né vinti per Stanleybet, il bookmaker inglese con sede a Malta, che oggi contava sull'ennesima vittoria in Europa visto che "le tre precedenti sentenze Gambelli, Placanica e Costa Cifone si erano tutte concluse con un effettivo riconoscimento del carattere discriminatorio delle gare stesse e conseguentemente della piena legittimità delle operazioni Stanley attraverso i suoi CTD, legittimità confermata poi dalla Suprema Corte di Cassazione".
Il bando di gara del 2012 quindi è conforme al diritto Ue. Ma Stanley precisa che "sia nella sentenza che nella press release della Corte si afferma la difficoltà delle società del Gruppo alla partecipazione alla gara ove si afferma che: tali condizioni restrittive metterebbero in dubbio l'utilita' della loro partecipazione alla gara, tenuto conto delle penalita' legate alle cause di revoca, di sospensione e di decadenza della concessione (incameramento della garanzia e cessione, a titolo non oneroso, dell'uso di beni materiali e immateriali)".

 

La Corte, quindi, rilevando la mancata partecipazione di Stanley, ha implicitamente riconosciuto il carattere non rimediale della gara, che era esattamente il punto sollevato da Stanley, ricompreso nei quesiti formulati dal Consiglio di Stato. "Nella sostanza un colpo al cerchio e uno alla botte - dicono da Liverpool - lo Stato Italiano poteva ben fare tutte le gare che voleva, ma non poteva pretendere che avessero carattere rimediale alle discriminazioni imposte a Stanley in 15 anni di persecuzioni caratterizzate da circa 2000 procedimenti penali contro i suoi CTD. Attendiamo quindi la prossima pronuncia sui quesiti ben più sostanziali formulati dalla Corte di Cassazione", conclude il bookmaker.

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