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Classificazione ippodromi, le associazioni criticano metodo e merito

31 dicembre 2015 - 10:41

Il Coordinamento Ippodromi e l’Uni commentano il decreto ministeriale sulla classificazione degli ippodromi.

Scritto da Anna Maria Rengo
Classificazione ippodromi, le associazioni criticano metodo e merito

Una promozione di principio, ma con numerose riserve. Primi commenti, da parte delle associazioni che rappresentano gli ippodromi italiani, al decreto ministeriale che definisce i criteri per la loro classificazione e per le loro sovvenzioni. Secondo Concetto Mazzarella, rappresentante dell’Uni oltre che presidente della società di gestione dell’Ippodromo del Mediterraneo, “l’impostazione iniziale è totalmente condivisibile. Quello che non funziona sono le modalità e i criteri. Per quanto riguarda l’impiantistica e la capacità gestionale, si tratta di parametri poco selettivi che non consentono di evidenziare le peculiarità dei vari ippodromi. Quanto all’attrattività, gli stessi non hanno alcuna facoltà di raggiungere gli obiettivi previsti: è il ministero, per esempio, ad assegnare i Gran Premi. Si tratta di una finta classificazione, fatta a priori, pur partita da un presupposto corretto”.

Il presidente del Coordinamento Ippodromi, Attilio D’Alesio, si associa e spiega: “La classificazione degli ippodromi è prevista da una legge del 1999 (la numero 449), la attendiamo quindi da anni e siamo d’accordo che debba avvenire. Ma quella che è contenuta nel decreto del ministero non è condivisibile né per quanto riguarda il metodo seguito, né per quanto riguarda i contenuti. Ovviamente ci tuteleremo nelle opportune sedi. Tuttavia, siccome questo decreto entrerà in vigore nel 2017, abbiamo un anno di tempo per poterne discutere nel merito”.

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