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Ravenna, il sindaco Matteucci: “Operativa ordinanza su sale gioco, si coinvolgano comuni della Provincia”

11 marzo 2014 - 15:54

“L’ordinanza che entra in vigore da oggi regolamenta gli orari di apertura delle sale giochi e fissa l’orario di utilizzo delle slot machine all’interno delle stesse e dei locali pubblici dalle 10 alle 24”. È quanto afferma il sindaco di Ravenna, Fabrizio Matteucci in occasione della presentazione dell’ordinanza sugli orari delle sale da gioco.

Scritto da Mc
Ravenna, il sindaco Matteucci: “Operativa ordinanza su sale gioco, si coinvolgano comuni della Provincia”

“Questa – continua - è la prima delle azioni che il Comune di Ravenna mette in campo per limitare i danni del gioco d’azzardo nel nostro territorio. Vogliamo prevedere nel nuovo Regolamento Urbanistico Edilizio (Rue) delle aree dove non si potranno aprire sale per il gioco d’azzardo. Stiamo verificando la praticabilità di due giuste proposte avanzate dal Gruppo dello Zuccherificio: limitare la pubblicità e vietare l’utilizzo del wifi pubblico per giocare online. Sono allo studio le possibilità che il Comune ha in relazione alla fiscalità locale: in termini di imposizione di tasse sulle sale da gioco e di riduzione delle tasse ai pubblici esercizi che, occupando con tavoli spazi esterni al locale, rinunciano alle slot machine. Sulla falsariga di quello che è avvenuto a Palermo vogliamo prevedere un riconoscimento simbolico a quei gestori che hanno scelto di non mettere le slot nei locali. Stiamo elaborando anche il regolamento per la disciplina delle attività delle sale giochi e degli apparecchi installati nei pubblici esercizi, negozi commerciali, circoli, stabilimenti balneari, aree aperte al pubblico, eccetera. Questo regolamento nella sua articolazione ricomprende alcune scelte: il possesso della specifica autorizzazione per le nuove aperture, così pure in caso di subentro o trasferimento in altro locale; il possesso dei requisiti morali (artt. 11 e 92 del Tulps), di non essere stati sottoposti a misure di prevenzione (la legge antimafia), nel caso di società questi requisiti devono essere posseduti da tutti i soci, amministratori. Nelle prescrizioni di esercizio sono indicate tutte le misure di prevenzione per contrastare la ludopatia che devono essere obbligatoriamente osservate dai titolari, così come dettagliatamente indicate nel decreto Balduzzi (Dl 158/2013)”.

I LOCALI - Per quanto riguarda i locali sono state definite caratteristiche che riguardano l’impatto sulla viabilità, barriere architettoniche, sorveGliabilità, inquinamento acustico. Altri elementi come la superficie del locale, rapporti illuminanti, numero servizi igienici,ventilazione forzata, parcheggi di pertinenza, superficie massima occupabile per le attrezzature ed altro, sono in corso di valutazione. “Come per tutti gli altri regolamenti, sono state previste la revoca e la sospensione nel rispetto delle norme di legge vigenti. Per quanto riguarda la realizzazione di nuove sale gioco, stiamo lavorando in sede di variante al Rue per individuare gli ambiti più adeguati per questi insediamenti, lavoro comunque non semplice perché, ad esempio ragionando sulle are produttive come peraltro ha fatto Reggio Emilia, abbiamo riscontrato dalle tavole di Rue, che diverse zone in città, così come nel forese, sono in stretta prossimità con l’abitato. La stessa situazione la ritroviamo per le zone artigianali”.

L’OFFERTA - Sulla collocazione delle offerte di gioco, “occorre evidenziare – continua il sindaco - che il decreto Balduzzi, tenuto conto degli interessi pubblici di settore, sulla base di criteri, anche relativi a distanze da luoghi sensibili (scuole, strutture sanitarie, ecc.), da definirsi con decreto del Ministro dell’Economia e delle Finanze di concerto con il Ministro della Salute, prevedeva da parte dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli una pianificazione dei punti della rete di raccolta del gioco da emanarsi entro 120 giorni dall’entrata in vigore del decreto stesso ( termine scaduto l’ 11 marzo 2013). Ad oggi il piano di ricollocazione non risulta adottato. L’incertezza quindi del quadro normativo nazionale e la sua incompleta attuazione condizionano gli interventi da parte degli Enti territoriali, Regioni e Comuni, anche a fronte di eventuali rischi di illegittimità delle discipline adottate medio tempore, in particolare per quanto riguarda il tema della distanza da luoghi sensibili. La Regione Emilia Romagna intervenuta con la legge n. 5/2013, prevede pertanto che i Comuni nel rispetto delle pianificazioni, possono dettare previsioni urbanistico-territoriali in ordine alla localizzazione delle sale gioco, indicandone anche elementi architettonici, strutturali, dimensionali e delle relative pertinenze ed al momento non è stata quindi presa in considerazione l’introduzione delle distanze dai luoghi sensibili. La Regione inoltre non ha ancora dato piena attuazione al ‘Piano integrato per il contrasto, la prevenzione e la riduzione del rischio della dipendenza dal gioco patologico’ previsto in sede legislativa e che introduce aspetti legati alle premialità per chi rinuncia ad installare giochi con vincite in denaro, interventi di formazione rivolti agli esercenti, materiale informativo sul gioco d’azzardo ed altro. Il Regolamento del Comune di Ravenna dovrà quindi essere completato, tenuto conto delle previsioni di Rue, del Piano integrato regionale e delle caratteristiche specifiche che prevedremo per i locali destinati a queste tipologie di attività, per poter disporre di uno strumento esaustivo ed elaborato nella piena legittimità. In questo quadro di incertezza normativa, spicca l’ intervento del Comune di Genova il cui regolamento che, tra gli altri limiti imposti, ha introdotto le distanze dai luoghi sensibili come scuole, centri ricreativi, stabilimenti balneari, parchi e verde pubblico attrezzato e sportelli bancomat, che è risultato vittorioso nelle ben quindici impugnazioni proposte al Tar di quella regione, conseguendo giudizio di legittimità costituzionale e pieno riconoscimento della competenza comunale nella materia. Un’ordinanza non è sufficiente, a monte ci vuole un lavoro culturale. Il Comune di Ravenna dopo questa ordinanza si doterà di novità regolamentari, ma è del tutto evidente che ci vuole una nuova legislazione nazionale”.

Il questore Mario Mondelli si è impegnato a diffondere l’ordinanza del sindaco Matteucci agli altri Comuni della Provincia “auspicandone la diffusione uniforme su tutto il territorio provinciale”. Il prefetto Fulvio della Rocca ha espresso il suo assenso all’iniziativa del questore di coinvolgere e sensibilizzare le altre realtà provinciali sull’opportunità e sul valore dell’ordinanza varata oggi.    

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