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Agenzie fiscali, la commissione Finanze esprime il suo parere e Pesco (M5S) interroga il Mef su disparità trattamento

05 agosto 2015 - 07:46

La commissione Finanze della Camera ha espresso il suo parere favorevole, con condizione e osservazioni, sullo schema di decreto legislativo recante misure per la revisione della disciplina dell’organizzazione delle Agenzie fiscali.

Scritto da Amr
Agenzie fiscali, la commissione Finanze esprime il suo parere e Pesco (M5S) interroga il Mef su disparità trattamento

Nel parere, si pone l’accento sulla necessità di garantire la funzionalità dell’assetto operativo delle Agenzie fiscali attraverso una condizione, che “l’articolo 1, comma 8, dello schema di decreto sia integrato al fine di prevedere che, a fronte della riduzione del loro organico dirigenziale, le stesse agenzie fiscali siano autorizzate a istituire posizioni organizzative di livello non dirigenziale, in aggiunta a quelle già previste dal decreto legge n. 95 del 2012, finanziate con il risparmio di spesa derivante dalla soppressione delle posizioni dirigenziali – ferma restando una determinata quota da destinare in ogni caso a economia di bilancio – in numero non superiore a quello delle posizioni dirigenziali soppresse, da attribuirsi mediante specifiche procedure selettive conformi a criteri oggettivi e trasparenti di valorizzazione delle capacità e del merito e riservate a personale laureato inquadrato da almeno cinque anni nella III area, tenendo conto, ai fini della retribuzione, del livello di rilevanza e responsabilità delle posizioni organizzative di nuova istituzione; gli incarichi dovrebbero avere durata definita ed essere soggetti a valutazione annuale”.

 

Vengono inoltre presentate diverse osservazioni: “a) per procedere nella riorganizzazione e nel rilancio del modello di amministrazione per agenzie iniziata meritoriamente dal decreto legislativo, valuti il Governo l’opportunità di predisporre un’analisi valutativa – che si avvalga anche di una comparazione fra il modello attuato nel nostro Paese e i migliori standard internazionali – degli aspetti istituzionali, organizzativi, strategici e operativi delle amministrazioni fiscali, anche ricorrendo alle professionalità e competenze di organismi terzi, di rilievo internazionale, fra cui prioritariamente l’OCSE; b) è opportuno collegare le modalità con cui devono essere effettuati il monitoraggio e le valutazioni richieste al Dipartimento delle Finanze dall’articolo 1, comma 7, dello schema di decreto legislativo, per quanto riguarda il maggior gettito derivante dall’attività svolta dalle agenzie fiscali per favorire la tax compliance, così come quello derivante dalle attività di controllo, con quelle previste dallo schema di decreto legislativo recante norme in materia di stima e monitoraggio dell’evasione fiscale e in materia di monitoraggio e riordino delle disposizioni in materia di erosione fiscale (Atto n. 182); c) con riferimento al comma 9 dell’articolo 1 dello schema, recante una riduzione almeno del 10 per cento delle posizioni dirigenziali di livello generale, sarebbe utile specificare che il parametro indicato si riferisce al complesso delle Agenzie e non a ciascuna di esse; d) con riferimento all’articolo 2, comma 1, dello schema, la richiesta valorizzazione della peculiare professionalità alla cui verifica sono finalizzati i concorsi ivi previsti potrebbe essere meglio raggiunta: innalzando al 50 per cento la percentuale massima dei posti messi a concorso riservati al personale dipendente dalle agenzie fiscali; sostituendo alla valutazione per esami una valutazione basata sulla verifica dell’esperienza acquisita e della preparazione tecnica relativa non solo al diritto tributario ma anche alle procedure effettivamente utilizzate nel funzionamento degli uffici dell’Amministrazione, o, quanto meno, affiancando alla valutazione per esami una valutazione dei curricula dei candidati, che permetta di tenere conto della loro esperienza lavorativa/operativa; e) valuti il Governo la possibilità di integrare l’articolo 2 dello schema con una previsione atta a consentire ai dirigenti delle Agenzie fiscali di delegare, per esigenze di funzionalità operativa, funzionari della terza area provvisti di esperienza almeno quinquennale nell’area stessa, e previa procedura selettiva con adeguate caratteristiche di oggettività e trasparenza, in numero non superiore a quello dei posti oggetto delle procedure concorsuali di cui al medesimo articolo e di quelle già bandite e non successivamente annullate, le funzioni relative agli uffici di cui hanno assunto la direzione interinale e i connessi poteri di adozione di atti, escluse le attribuzioni riservate per legge alla dirigenza, in ragione della specificità della preparazione, dell’esperienza professionale e delle capacità richieste in relazione alle diverse tipologie di compiti, della complessità gestionale e della rilevanza funzionale e organizzativa degli uffici interessati, per una durata non eccedente l’espletamento dei concorsi summenzionati e comunque non oltre il 31 dicembre 2016; ai funzionari delegati potrebbero essere temporaneamente attribuite nuove posizioni organizzative da remunerare in relazione al livello di rilevanza e responsabilità delle funzioni delegate; le risorse derivanti dal risparmio di spesa ottenuto fino all’espletamento dei concorsi per la copertura dei posti dirigenziali vacanti dovrebbero essere destinate al finanziamento delle posizioni organizzative temporaneamente istituite e, in misura pari almeno al 15 per cento, a economia di bilancio”.

 

LA DISCUSSIONE IN COMMISSIONE – Nella discussione che ha preceduto l’approvazione del parere (il deputato del M5S Daniele Pesco ne aveva proposto uno alternativo), il relatore Marco Causi (Pd) ha evidenziato come tra gli obiettivi del decreto ci sia quello di “fornire un chiaro indirizzo politico a favore di un modello di amministrazione finanziaria specializzato e articolato secondo il sistema delle Agenzie. Un orientamento basato anche sull’esperienza di altri Paesi, come l’Internal revenue Service degli USA, nei quali le amministrazioni finanziarie presentano un grado di specialità molto più spiccata che non in Italia" e come “la discussione è stata influenzata negativamente dalla sentenza della Corte costituzionale che ha comportato l’annullamento di talune nomine dirigenziali presso le Agenzie fiscali, inducendo la Commissione a focalizzarsi su alcuni errori indubbiamente compiuti dalle Agenzie stesse, le quali hanno ritenuto, in passato, di potersi garantire un sufficiente grado di specializzazione puntando principalmente sul tema delle nomine dirigenziali".

 

L’INTERROGAZIONE DI PESCO – Il deputato Pesco ha anche presentato in commissione una interrogazione a risposta immediata al Mef, evidenziando come “diverse fonti di stampa denunciano diversità di trattamento nell’affidamento degli incarichi nonché disparità retributive, a parità di funzioni, tra dipendenti dell’Agenzia delle Entrate e dell’Agenzia del Territorio nonché tra Agenzia delle Dogane ed ex Amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato, oggi accorpate", per questo motivo si chiede al Ministero dell’Economia e delle Finanze "se confermi i fatti e, in caso affermativo, quali misure intenda intraprendere per porvi rimedio". In premessa, Pesco sottolinea come nell’ambito della fusione disposta con decreto ministeriale 6 novembre 2012 si sarebbe verificata una "disparità di trattamento" tra il personale dell’Agenzia delle dogane e quello dell’ex Amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato senza tenere conto "che l’Amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato adotta sistemi contabili privatistici, mentre le Dogane operano nell’ambito delle norme di Contabilità Pubblica, gli uni e l’altra tecnicamente tra di loro incompatibili.

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