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Gioco, Lombardia: sì a risoluzione su Consultori familiari

25 ottobre 2016 - 16:46

Il Consiglio regionale della Lombardia approva una Risoluzione per valorizzare i Consultori familiari e chiama in causa anche il gioco.

Scritto da Redazione
Gioco, Lombardia: sì a risoluzione su Consultori familiari

Una proposta di risoluzione per rilanciare, valorizzare e qualificare iconsultori familiari in Lombardia. E' quella approvata all’unanimità in Consiglio regionale, dopo che la relatrice Silvana Santisi Saita (Lega Nord) ha integrato il testo originale recependo molte indicazioni pervenute dai gruppi consiliari di maggioranza e minoranza.
In sintesi il documento impegna la Giunta e gli Assessori regionali competenti a stabilizzare le sperimentazioni avviate nel 2012 che hanno avuto esito positivo, al fine di capitalizzare l’esperienza e le buone pratiche acquisite e garantire appropriatezza e continuità nei percorsi assistenziali; a incrementare le risorse per il ruolo multidisciplinare svolto dai Consultori; agarantire la presenza e il mantenimento delle strutture consultoriali pubbliche esistenti evitando ogni chiusura; a valutare, in accordo con le Ats di riferimento, l’integrazione dei servizi includendo anche l’assistenza aigiocatori d’azzardo patologici e alla loro famiglie; a prevedere, sempre in accordo con le Ats competenti e l’Ufficio scolastico regionale, servizi a favore dei minori vittime di bullismo e cyber bullismo. Viene inoltre richiesta la costituzione di un “gruppo di approfondimento tecnico”  per valutare e definire la specificità della funzione dei Consultori familiari, il cui esito dovrà poi essere sottoposto all’esame della Commissione Sanità.
Il testo finale comprende anche un emendamento del Partito Democratico, già approvato in Commissione, che chiede di “implementare e valorizzare la rete dei consultori rispettando la percentuale di presenza sul territorio prevista dalla normativa nazionale, così da assicurare la piena realizzazione delle attività e degli obiettivi di sostegno alla famiglia e alla coppia, e di promozione e tutela della procreazione responsabile”. Su richiesta della Lega Nord si sollecita infine “lo sviluppo e l’ottimizzazione delle attività di carattere preventivo svolte dai consultori, dal momento che la presa in carico precoce determina un importante contenimento dei costi”.
Attualmente in Lombardia sono attivi 237 consultori familiari, dei quali 140 pubblici, 8 privati abilitati, 80 privati accreditati a contratto e 9 privati accreditati senza contratto.

Sempre all’unanimità il Consiglio regionale ha poi approvato una proposta di Risoluzione a favore dei soggetti affetti dal disturbo uditivo dell’acufene, con la quale si chiede alla Giunta regionale di intervenire presso il Ministero della Salute affinchè la patologia dell’acufene possa essere riconosciuta formalmente come patologia invalidante. Il documento chiede inoltre di istituire presso le Ats specifici ambulatori per la diagnosi e la curadell’acufene, sulla base di quanto già sperimentato nell’Ats bergamasca, in particolare presso la casa di cura Palazzolo di Bergamo, predisponendo nuove campagne informative e di sensibilizzazione rivolte in particolare ai minori e incentivando il sostegno a progetti sperimentali di cura.
Come spiegato dal relatore e Vice Presidente della Commissione Sanità Angelo Capelli (Lombardia Popolare), il problema dell’acufene affligge un numero sempre maggiore di persone ed è tuttora oggetto di ricerche e sperimentazioni per trovare soluzioni terapeutiche adeguate.
Infine unanime approvazione anche per la proposta di Risoluzione (relatore Fabio Fanetti, Lista Maroni) che impegna la Giunta regionale e gli assessori competenti ad aggiornare le tariffe delle comunità pedagogiche e terapeutiche lombarde, che non sono state ancora adeguate da circa 10 anni. Il documento sollecita la costituzione di un apposito gruppo di lavoro che coinvolga i vari soggetti che operano nell’ambito delle dipendenze, con l’obiettivo di valutare i servizi offerti dalle comunità terapeutiche alla luce dell’introduzione dei nuovi livelli essenziali di assistenza (Lea).
Nel suo intervento il relatore Fabio Fanetti ha sottolineato come le comunità terapeutiche e pedagogiche lombarde sono in crescente difficoltà nel sostenere i costi, a causa del mancato aggiornamento delle tariffe a cui corrisponde peraltro un incremento e una maggiore qualificazione dell’offerta dei servizi e dell’assistenza nell’ambito delle dipendenze. In quasi tutte le altre Regioni italiane le tariffe riconosciute alle comunità sono molto più alte di quelle attualmente in vigore in Lombardia. Il Consiglio ha approvato anche due emendamenti presentati dal Consigliere Mario Mantovani (Forza Italia) che impegnano la Giunta regionale “a individuare procedure che possano permettere in tempi congrui l’accesso a un programma terapeutico riabilitativo residenziale ai soggetti tossico e alcooldipendenti sottoposti a procedimento penale” e a sollecitare il Governo nazionale “affinchè il problema dei detenuti stranieri tossicodipendenti privi di regolare documentazione nel nostro Paese sia risolto al fine di evitare che questi soggetti, scontata la pena, possano poi reiterare i propri reati”.

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