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Bando online: ‘esiguità' delle concessioni finisce in Senato

18 giugno 2021 - 08:34

La senatrice di Forza Italia Maria Rizzotti chiede al Mef di aumentare il numero delle concessioni per il gioco online che andranno a bando.

Scritto da Anna Maria Rengo
Bando online: ‘esiguità' delle concessioni finisce in Senato

Deve essere ancora indetto, ma sta già facendo discutere il nuovo bando per il gioco online, in particolare per quanto riguarda il numero di concessioni che, ai sensi di esso, verranno assegnate.

La questione finisce ora all'attenzione di Palazzo Madama, con l'interrogazione che la senatrice di Forza Italia, Maria Rizzotti, rivolge al ministro dell'Economia e delle Finanze Daniele Franco.

La senatrice azzurra ricorda che "l'art. 1, comma 727, lettera e), della legge 27 dicembre 2019, n. 160, prevede l'indizione di una nuova procedura selettiva per le concessioni di gioco a distanza entro il 31 dicembre 2020, termine poi prorogato al 30 giugno 2021 dall'articolo 69, comma 3, del decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18. La procedura dovrebbe porre a gara solamente 40 diritti concessori per l'esercizio e la raccolta di giochi a distanza, con base d'asta non inferiore a 2.500.000 euro ciascuno".

Rizzotti ritiene che "l'effettuazione della procedura di selezione di soli 40 diritti si mostra controproducente rispetto agli obiettivi pubblici di controllo dell'offerta di gioco: infatti, porterebbe all'impossibilità di continuare ad offrire legalmente gioco per oltre la metà degli attuali affidatari delle concessioni. Pressoché automaticamente, quindi, molta parte della raccolta di questi operatori sarebbe rapidamente perduta al mercato regolamentato, in una misura che gli operatori di settore quantificano tra il 20 ed il 30 percento delle dimensioni attuali".

Dando voce a queste preoccupazioni, Rizzotti chiede dunque al ministro Franco "se e in che termini il Ministro in indirizzo, per il tramite dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli, intenda procedere all'indizione della procedura selettiva" e "se e in che termini intenda rivedere le previsioni normative nel senso dell'aumento del numero di diritti di esercizio in concessione del gioco a distanza, al fine di mantenere un'adeguata tutela dei consumatori e della legalità nello specifico canale distributivo nonché assicurare il miglior risultato in termini di quantità e continuità del relativo gettito erariale".

E sottolinea come sia "ben noto, infatti, che pur con l'attuale numero di concessioni operative sono continue le azioni di contrasto a offerte di gioco a distanza illegali basate in Paesi dell'Unione europea con legislazioni più favorevoli, come Malta, e ancor più diffusamente in paradisi fiscali, rispetto ai quali è particolarmente difficile perseguire, se non anche solo ostacolare, l'offerta fatta via reti telematiche direttamente ai consumatori" e che "tale fenomeno di deregolamentazione (quindi di illegalità) sarebbe di difficile perseguimento per la ridotta barriera offerta dall'oscuramento dei siti non dotati di concessione e per la transnazionalità degli operatori, generando per i consumatori italiani condizioni di minore o assente tutela, anche in termini di prevenzione delle dipendenze patologiche, allontanandosi dal controllo dei soggetti istituzionali nazionali". Inoltre, una ulteriore conseguenza di indire un bando con sole 40 concessioni "sarebbe la progressiva perdita di gettito erariale; è previsto che l'assegnazione delle concessioni nei termini quantitativi indicati dalla legge n. 160 del 2019 assicurerebbe oltre 100 milioni di euro di gettito straordinario una tantum, ma risulta evidente che la perdita di raccolta canalizzata nel sistema concessorio sarebbe probabilmente superiore e continuata per più esercizi".

Passando alla più recente attualità, Rizzotti evidenzia che "il periodo di chiusura delle attività delle sale giochi e scommesse prescritto dalle disposizioni di prevenzione Covid ha favorito un maggiore utilizzo del gioco a distanza e dimostrato, inoltre, la capacità dei concessionari di questo canale di indirizzare i giocatori all'utilizzo del gioco nominativo e alla conversione di denaro contante in moneta elettronica, grazie a reti estese di servizi di contrattualizzazione e ricarica presso ricevitorie ed esercizi commerciali". Inoltre, "l'interruzione delle attività di decine di società concessionarie attive nel canale distributivo a distanza, oltre a generare la riduzione della capacità di offerta legale, l'aumento del gioco on line clandestino e la perdita di gettito erariale, comporterebbe anche la perdita di centinaia di posti di lavoro qualificati, molti dei quali nelle Pmi attive nella distribuzione di giochi sul territorio e recentemente entrate nel canale a distanza, già fortemente colpite da un anno di totale interruzione di attività nelle sale e negli esercizi pubblici".

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