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Biella, Cavicchioli: 'Ordinanza gioco resta, altre città prendano esempio'

29 marzo 2017 - 08:50

Il sindaco di Biella, Marco Cavicchioli difende l'ordinanza sul gioco e chiede alle città vicine di varare provvedimenti analoghi.

Scritto da Redazione
Biella, Cavicchioli: 'Ordinanza gioco resta, altre città prendano esempio'

"Posto che non faremo passi indietro per adeguarci alle inadempienze degli altri, né cambieremo gli orari con formule inutili come imporre lo spegnimento dalle 23 alle 9 quando le tabaccherie sono già chiuse, posso solamente fare da portavoce, come primo cittadino del capoluogo, con gli altri sindaci perché si adeguino alla norma ed emettano finalmente le loro ordinanze. La nostra, che ha già passato un esame al Tar (e al Consiglio di Stato, Ndr), è a disposizione".

 

Lo sottolinea il sindaco del Comune di Biella, Marco Cavicchioli ai rappresentanti dei tabaccai nell'incontro svoltosi il 28 marzo a palazzo Oropa, impegnandosi a farsi portavoce presso i sindaci dei centri della provincia, specie quelli più vicini al capoluogo, perché emettano a loro volta ordinanze restrittive sugli orari di funzionamento delle slot machines. Una richiesta già formulata lo scorso gennaio dal questore di Biella, Nicola Parisi, che ha inviato una lettera a tutte le amministrazioni della provincia.


Nessun passo indietro  sui contenuti dell'ordinanza in vigore a Biella, che ha già superato un primo esame al Tar dopo il ricorso presentato dai tabaccai stessi: "Deriva da una scelta politica precisa e forte", sottolinea Cavicchioli ai portavoce della categoria "espressa con il voto pressoché unanime a una mozione che ci chiedeva di intervenire. Lo abbiamo fatto nei limiti del mandato concesso a un Comune dalla legge regionale. Ed è una scelta che personalmente condivido".
I tabaccai hanno lamentato un calo dei profitti dovuto non solo al contenuto dell'ordinanza che impone lo spegnimento delle macchinette e la chiusura delle sale giochi tra le 7 e le 9, le 12 e le 16 e le 23 e l'1 di notte. Crea problemi anche il fatto che, mentre Biella ha applicato le norme della legge regionale limitando gli orari, altri Comuni confinanti non lo hanno fatto, nonostante la norma imponesse di provvedere entro ottobre.
 
 

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