Continuo a fare pulizia eliminando tutta la documentazione, relazioni comprese, che trovo in cantina e che intendo eliminare. Limitandomi ai titoli il lavoro procede abbastanza spedito, purtroppo la mia innata curiosità mi fa ritrovare a rileggere quanto scritto anche tantissimi anni or sono. Una parte risalente al 1993 mi ha colpito non tanto per gli argomenti trattati quanto per la possibilità di vederla, per molti motivi, attuale. All’epoca a Venezia c’era la sede del Lido che ora non c’è più e, dall’agosto del 2000, la sede terrestre è a Ca’ Noghera.
Ecco quanto scrivevo in tema di attività produttiva: “La casa da gioco, pur nella sua atipicità, è una azienda come tante altre che producono servizi, due si appalesano i criteri direttivi: 1) adeguamento dell’offerta alla domanda, 2) ottimizzazione dei servizi offerti alla clientela.
Si evince, anche dai risultati delle case da gioco nazionali, che la clientela d’èlite, pur sussistendo, è divenuta via via più esigente anche per la concorrenza estera. Ma, ancor più, per il fatto che all’estero non esistono certi controlli all’eventualità dei quali va incontro il giocatore. Esiste la probabilità, si diceva, che qualcosa cambi, ma, nell’attesa, si impone l’obbligo di ricercare correttivi e rimedi.
Per quanto al punto 1), visitando la concorrenza nazionale, si osserva la presenza di altri giochi in aggiunta a quelli praticati in loco: roulette americana (doppio zero), punto banco, fair roulette, craps e poker.
In ordine alla concorrenza estera, in specie quella più vicina. Troviamo soprattutto fair roulette e poker. Sempre rimanendo in argomento diviene conseguente riflettere sul ‘bacino di utenza’ che – relativamente alla concorrenza estera – non può che essere, sino all’80% se non il medesimo.
Passando poi ai servizi offerti alla clientela la priorità assoluta è data dalla non comodità di accesso che dovrebbe essere rimossa costituendo il più rilevante deterrente. Detta ‘scomodità’ si aggrava allorché lo spazio destinato o destinabile ai giochi diviene maggiore (al Lido).
Tra i ‘servizi’ non va trascurata l’ospitalità che, unitamente alle promozioni generiche e mirate (galas), rappresentano un esborso di notevole entità ma anche, ed è questa la corretta individuazione aziendale, un investimento.
Non può nutrirsi dubbio alcuno al proposito e, come ogni altro impegno economico, deve essere valutato attentamente.
Infatti, per calcolare la convenienza può essere sufficiente considerare la percentuale delle ‘mance’ di competenza della gestione.
Detti ‘proventi aleatori’ possono tranquillamente superare l’investimento mirato. È pur vero che i giochi come il trente et quarante e la roulette possono chiudere in perdita; è altrettanto vero che lo chemin de fer è una fonte sicura di entrata rimanendo il rischio del cambio assegni più rilevante nell’ultimo dei giochi richiamati.
Non può, d’altra parte, sottacersi che le mance rivestono il ruolo, per l’azienda, di ristoro del passivo.
L’importo delle mance e dei giochi che maggiormente ne producono costituisce un obiettivo che non deve essere perso di vista specialmente in prospettiva sia a breve che a medio termine.
Dalle tabelle allegate possiamo ricavare un quadro dell’andamento degli ultimi anni. I rilevamenti e le impressioni che se ne deducono porterebbero al pessimismo. Esistono dati certi: i giochi francesi hanno subito un calo notevole; lo chemin de fer, un tempo fiore all’occhiello del Casinò di Venezia (1988, St. Vincent: presenze 943.366, introito chemin 11.355.557; Venezia: presenze 406.416, introiti chemin 13.240.899, tutti in euro) è il gioco che maggiormente ha patito detto calo. Ciò, probabilmente, salvo verifiche sul posto, è dovuto ad una diminuzione delle presenze d’èlite. Il trente et quarante risente della presenza di un solo tavolo funzionante, per cui, in aggiunta alla già scarsa probabilità a favore del banco, si corre un maggior rischio insito nel gioco. Si tenga conto che il giocatore di solo trente et quarante (e ce ne sono molti) allorquando riesce a mordere, fugge immediatamente. Se il tavolo non chiude nell’intervallo serale, ad esempio, si riduce detta eventualità, se i tavoli sono due è ancora meglio.
La situazione, precedentemente definita di scomodità, purtroppo non è mutabile nell’immediato ma necessita di un drastico intervento. Occorre una nuova sede moderna, funzionale e, soprattutto, comoda.
Nell’attesa si rende indispensabile trovare una soluzione che copra le esigenze della temporalità e sia mirata al futuro. Un futuro che possa vantare una maggiore redditività per la Casa da gioco dalla quale dipende il mantenimento dell’occupazione attuale e l’incremento della stessa che l’Ente pubblico non può che auspicare.”
Segue una seconda puntata, nella quale si parlerà di quanto si potrebbe mettere in atto. Come è facilmente intuibile trattasi di una relazione fatta per un amico di Venezia