Campione d’Italia
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2016
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2017
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2018
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Roulette francese
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5495427
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6186330
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3173936
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Fair roulette
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2952179
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3171452
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1213718
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Trente et quarante
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1110300
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1241783
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413945
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Chemin de fer
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1057669
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1095190
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755545
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Poker
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4277296
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3850922
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1827482
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Tornei di poker
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2393951
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2235567
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770436
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Black jack
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3650006
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3753767
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1944571
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Seven eleven
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791216
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4835216
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625521
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Punto banco
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4712016
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4985614
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2687783
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Slot
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66383525
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64146136
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32048059
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Totale introiti
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92823586
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91150277
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45460977
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presenze
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741406
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672351
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321587
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La prima osservazione evidenzia il rapporto tra il totale degli introiti e quello delle slot; così risultanti: 2016 71,57%, 2017 70,37% e 2018 70,50%.
Passando al dato statistico relativo alla “spesa” media per presenza, notiamo: 2016 slot 89,54, giochi tavolo 35,60; 2017 slot 95,41 giochi tavolo 40,16; 2018 slot 99,66 giochi tavolo 41,71. In rapporto ai ricavi totali: 2016 126,20; 2017 135,57 e 2018 141,36.
Non si può negare che l’introito unitario, senza sottacerne la reale valenza, è progressivamente aumentato malgrado la diminuzione delle presenze.
Al tempo stesso si può subire la tentazione di notare che il seven/eleven o craps abbia acquistato minore attrattiva.
Sia chiaro dal principio che non intendo insegnare a nessuno che potrebbe avere una maggiore e migliore esperienza; tento di ragionare come se fossi ad esaminare la situazione dopo aver valutato, come ho fatto in parte, anche il mercato nazionale, quello svizzero e, con particolare attenzione, quello di San Marino e relative performances.
La concorrenza si può combattere, e il periodo in cui ho prestato la mia opera me lo ha ampiamente dimostrato, con il miglioramento dei servizi alla clientela affrontando, a volte, investimenti che si trasformano in costi a causa del mancato ritorno o con l’ampliamento e/o la diversificazione dell’offerta con prodotti dal costo ragionevole. Mi riferisco a quello per il personale, non voglio tediare con la multifunzionalità ma intendo soltanto riaffermare che gli esborsi non si fermano con la diminuzione del personale ma con una maggiore attenzione al rapporto costi/benefici.
Ma ritorno all’esame dei giochi. La roulette francese tradizionale evidenzia un trend positivo incrementando la relativa incidenza sul totale dei ricavi.
Lo stesso pare non possa dirsi della fair roulette che, in ogni caso, deve essere presa in seria considerazione stante il minor personale occorrente per aprire un identico numero di tavoli. La si potrebbe anche confrontare con la tradizionale tenendo, però, conto del minimo di giocata e dei proventi lordi che ne derivano.
Il trente et quarante si presenta, anche alla luce dei risultati del mercato (è appena il caso di rammentare che esiste, al momento, solo a Saint Vincent) poco attraente.
Lo chemin de fer ha visto un andamento molto interessante e l’aver introdotto il punto banco pare aver implementato l’interesse per giochi di carte, molto simili salvo l’avversario da battere.
Anche il black jack ha dimostrato di avere un posto al sole nel panorama dei cosiddetti giochi americani.
Mi permetto di concludere questo mio pensare, non a voce alta, ma scrivendo e ritornando sul personale convincimento (e quando nei primi anni ‘90 furono aperti, a Saint Vincent, i giochi americani lo ha dimostrato) che l’incremento dell’offerta sia la strada più sicura e ragionevole, a mente il rapporto costi/benefici, per ottenere ricavi di qualità in considerazione delle componenti dei ricavi lordi. E l’apertura di Ca’ Noghera a Venezia lo conferma.
Con quanto precede posso pensare di aver esposto ciò che ho sempre sostenuto, cioè che non si può affrontare il discorso organizzazione del lavoro disgiuntamente dall’organizzazione della produzione.
Chiaramente è impossibile una valutazione per un rilancio di una attività come quella in discorso senza una rigorosa e attenta considerazione del bacino di utenza fisso e variabile in rapporto con particolari eventi e/o manifestazioni.