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Casinò Campione verso la riapertura, il 'peso' dei giochi

19 ottobre 2021 - 09:19

In vista della riapertura del Casinò di Campione d'Italia, ecco l'andamento dei singoli giochi dal 2016 al 2018.

Scritto da Mauro Natta
Casinò Campione verso la riapertura, il 'peso' dei giochi

Campione d’Italia

2016

2017

2018

Roulette francese

5495427

6186330

3173936

Fair roulette

2952179

3171452

1213718

Trente et quarante

1110300

1241783

413945

Chemin de fer

1057669

1095190

755545

Poker

4277296

3850922

1827482

Tornei di poker

2393951

2235567

770436

Black jack

3650006

3753767

1944571

Seven eleven

791216

4835216

625521

Punto banco

4712016

4985614

2687783

Slot

66383525

64146136

32048059

Totale introiti

92823586

91150277

45460977

presenze

741406

672351

321587

 

La prima osservazione evidenzia il rapporto tra il totale degli introiti e quello delle slot; così risultanti: 2016 71,57%, 2017 70,37% e 2018 70,50%.

Passando al dato statistico relativo alla “spesa” media per presenza, notiamo: 2016 slot 89,54, giochi tavolo 35,60; 2017 slot 95,41 giochi tavolo 40,16; 2018 slot 99,66 giochi tavolo 41,71. In rapporto ai ricavi totali: 2016 126,20; 2017 135,57 e 2018 141,36.

Non si può negare che l’introito unitario, senza sottacerne la reale valenza, è progressivamente aumentato malgrado la diminuzione delle presenze.
Al tempo stesso si può subire la tentazione di notare che il seven/eleven o craps abbia acquistato minore attrattiva.

Sia chiaro dal principio che non intendo insegnare a nessuno che potrebbe avere una maggiore e migliore esperienza; tento di ragionare come se fossi ad esaminare la situazione dopo aver valutato, come ho fatto in parte, anche il mercato nazionale, quello svizzero e, con particolare attenzione, quello di San Marino e relative performances.

La concorrenza si può combattere, e il periodo in cui ho prestato la mia opera me lo ha ampiamente dimostrato, con il miglioramento dei servizi alla clientela affrontando, a volte, investimenti che si trasformano in costi a causa del mancato ritorno o con l’ampliamento e/o la diversificazione dell’offerta con prodotti dal costo ragionevole. Mi riferisco a quello per il personale, non voglio tediare con la multifunzionalità ma intendo soltanto riaffermare che gli esborsi non si fermano con la diminuzione del personale ma con una maggiore attenzione al rapporto costi/benefici.

Ma ritorno all’esame dei giochi. La roulette francese tradizionale evidenzia un trend positivo incrementando la relativa incidenza sul totale dei ricavi.
Lo stesso pare non possa dirsi della fair roulette che, in ogni caso, deve essere presa in seria considerazione stante il minor personale occorrente per aprire un identico numero di tavoli. La si potrebbe anche confrontare con la tradizionale tenendo, però, conto del minimo di giocata e dei proventi lordi che ne derivano.

Il trente et quarante si presenta, anche alla luce dei risultati del mercato (è appena il caso di rammentare che esiste, al momento, solo a Saint Vincent) poco attraente.
Lo chemin de fer ha visto un andamento molto interessante e l’aver introdotto il punto banco pare aver implementato l’interesse per giochi di carte, molto simili salvo l’avversario da battere.
Anche il black jack ha dimostrato di avere un posto al sole nel panorama dei cosiddetti giochi americani.

Mi permetto di concludere questo mio pensare, non a voce alta, ma scrivendo e ritornando sul personale convincimento (e quando nei primi anni ‘90 furono aperti, a Saint Vincent, i giochi americani lo ha dimostrato) che l’incremento dell’offerta sia la strada più sicura e ragionevole, a mente il rapporto costi/benefici, per ottenere ricavi di qualità in considerazione delle componenti dei ricavi lordi. E l’apertura di Ca’ Noghera a Venezia lo conferma.
Con quanto precede posso pensare di aver esposto ciò che ho sempre sostenuto, cioè che non si può affrontare il discorso organizzazione del lavoro disgiuntamente dall’organizzazione della produzione.

Chiaramente è impossibile una valutazione per un rilancio di una attività come quella in discorso senza una rigorosa e attenta considerazione del bacino di utenza fisso e variabile in rapporto con particolari eventi e/o manifestazioni. 

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