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Casinò terrestri, gioco online tra sfide e opportunità

22 ottobre 2024 - 10:58

L'analista di gaming Mauro Natta esamina gli scenari futuri dei casinò terrestri, sempre più alle prese con l'online.

Scritto da Mauro Natta
Foto di Naser Tamimi su Unsplash

Foto di Naser Tamimi su Unsplash

Molto probabilmente ho scritto troppo di come si potrebbero diminuire i costi di produzione e incrementare, così operando, le entrate tributarie egli enti pubblici autorizzati ad avere una casa da gioco sul proprio territorio.
Purtroppo non ho avuto alcun riscontro positivo o negativo; ne traggo una conclusione: l’argomento non ha suscitato alcuna reazione e, posto che allo scrivente ha cessato di interessare direttamente dal 2000 in quanto in pensione dall’anno successivo, la   presente è l’ultima volta.
Forse per gli attuali gestori la situazione è soddisfacente, la motivazione per la quale a datare dal 1927 sono stati autorizzati i casinò non ha rilievo nel contesto attuale o le ragioni sono altre; per mio conto l’argomento è chiuso definitivamente, salvo una appendice in preparazione. 

Non prima di aver fatto una previsione da osservatore del particolare mercato dell’azzardo e della concorrenza che patiscono i casinò del Paese.
Il trend del gioco online è, forse, il maggior concorrente e lo possono vedere tutti. È pur vero che, anche se in ritardo bene inteso a mio avviso, pare che qualche casa da gioco sia, maggiormente che in passato, attratta dall’online. Come ho letto e detto, condividendolo, il giocare da casa è divenuto una occasione molto frequente.
L’incidenza dei proventi slot sul totale ha iniziato a preoccupare i proprietari e le gestioni pubbliche delle attuali case da gioco, spero sinceramente che non sia troppo tardi.
La presenza dei giochi americani in aumento, slot comprese, il calo dei giochi francesi ha portato o sta portando un conforto minore al costo del personale (proventi accessori Ndr).

Non sono più al corrente di come sia trattato nei casinò francesi quest’ultimo argomento. È vero che in Francia le case da gioco sono numerosissime ma è difficile avere dubbi sul fatto che non abbiano un peso in campo turistico. Nel lontano 1992 si cominciò a discutere di case da gioco, furono presentati in Parlamento disegni e progetti di legge, poi tutto, salvo qualche piccolissimo episodio, si è fermato.
Chiaramente, non tanto per l’incremento dell’imposizione fiscale quanto per il trend del mercato dovuto alla situazione economica attuale, le conseguenze attese non saranno numericamente paragonabili al Paese d’oltralpe ma non potranno fuggire dal calo delle entrate tributarie per gli enti proprietari, dell’occupazione nel campo specifico e dell’indotto. Il calo per i Comuni (Sanremo, Campione e Venezia) e Regione Valle d’Aosta delle entrate tributarie e del fattore occupazionale conseguente non mi sembrano preoccupazioni campate per aria. Potrebbero anche esserlo ma pare prudente pensarci anche perché certe scelte non possono essere rivolte se non al domani. Al mutare, in meglio, della situazione generale e del contesto operativo si trova il tempo per tornare indietro. 
Se, invece, le difficoltà produttive dovessero avverarsi, c’è sempre la soddisfazione di avervi provveduto in tempo.
 

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