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Causa Lefebvre e Casinò VdA, il legale Rappazzo: 'Revocare sentenza'

06 luglio 2023 - 13:38

A proposito del contenzioso con il Casinò de la Vallée, il legale del Gruppo Lefebvre chiede revoca della sentenza della Corte d'appello di Torino: 'Anche Spa è obbligata a pagare 43 milioni unitamente alla Gestione straordinaria e alla Regione'.

Scritto da Redazione
© Tingey Injury Law Firm / Unsplash

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Non c'è pace sotto le Alpi. Parafrasando il titolo di un vecchio film italiano, potremmo dire così a proposito del contenzioso aperto dal Gruppo Lefebvre – attraverso le società Elle Claims e Sitmar Spa (ex Sitav) - che ha chiesto al Casinò de la Vallée di Saint Vincent un risarcimento di 43 milioni 606mila euro per il mancato pagamento di affitti di parcheggi e magazzini nel passaggio di gestione dal privato al pubblico della casa da gioco.

La vicenda coinvolge anche Casinò de la Vallée Gestione straordinaria, che con la sentenza del 16 novembre 2020 era stata condannata a pagare 215.500 euro, oltre interessi, a Elle Claims. 

 

A febbraio di quest'anno la Corte di Cassazione ha disposto con un'ordinanza l'annullamento, con rinvio alla Corte di appello di Torino in diversa composizione, della sentenza con cui la Corte d'appello di Torino, nel novembre del 2020, aveva respinto la richiesta di risarcimento, ma nonostante questa pronuncia favorevole ora l'avvocato difensore del Gruppo Lefebvre, Antonio Rappazzo, l'ha impugnata per revocazione: “Ho trovato un errore in seno alla sentenza e adesso ne chiedo la revoca perché anche la Spa è obbligata a pagare 43 milioni unitamente alla Gestione straordinaria e alla Regione Valle d’Aosta, che ne è garante”, riporta Milano Finanza.

La Suprema Corte, nella sentenza del febbraio 2023, aveva escluso una terza richiesta di risarcimento del danno per i beni immobili, ritenendo la questione conclusa; ma è qui che il legale vede l’errore della Cassazione: “Per la Cassazione il contenzioso sugli immobili era già esaurito al momento della cessione dell’Azienda. E invece no, la cessione è del 2003 e il contenzioso era ancora in atto. Ne sono testimonianza gli atti interni del processo che la Cassazione, quale Giudice del fatto processuale, ha esaminato direttamente”.

 

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