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Controllori nei casinò, una questione di metodo.... e di merito

01 aprile 2023 - 11:11

L'attenzione da prestare ai controllori nei casinò da parte delle proprietà deve essere sempre massima.

Scritto da Mauro Natta
Foto di Derek Lynn su Unsplash

Foto di Derek Lynn su Unsplash

L’articolo “Regione Valle d’Aosta 7 controllori in arrivo nel triennio”, e un argomento trattato: “Il piano triennale  integrato di attività della giunta regionale valdostana stima il fabbisogno di controllori al Casinò” mi invitano, senza alcuna esitazione, ad entrare nel discorso.
Forse i tempi sono cambiati in tanti anni, ho la netta impressione che il controllo delle entrate che alla Regione derivano dalla casa da gioco devono e possono essere controllate in modo sempre e comunque inequivocabile. Il che, come da sempre sostengo, è fattibile con due tipologie: una concomitante e l’altra a posteriori dopo tre o sei mesi. Quest'ultima mi piace maggiormente.

Vorrei chiarire, anche se non mi pare il caso perché lo si comprende, che non intendo affatto calarmi nel metodo di controllo che il gestore adotta, immagino dopo il parere positivo del concedente, ma di ciò che, sempre  a mio avviso, l’ente pubblico deve conoscere ed averne la matematica certezza. 
Una condizione, questa, che discende dalla raccolta giornaliera dei numeri effettuata con cura estrema e con la massima sicurezza che i dati raccolti sono quelli indispensabili. Tutto al più si può pretendere dal gestore qualche nota aggiuntiva magari sulla qualità ed intensità della partita al tavolo da gioco. Si tratta, in definitiva, di elementi valutativi utili anche allo stesso gestore sempre che già non vi provveda motu proprio.
Non vorrei tediare seguitando a scrivere dell’argomento in discorso senza prima ampliarlo, più che altro perché sia compreso per quello che risulta valido e, per me, insostituibile.

Nei giochi di contropartita il risultato (vincita o perdita) del tavolo si rileva da: dotazione iniziale, eventuali aggiunte, contanti cambiati al tavolo dai giocatori ed esistenza finale; la somma algebrica di detti elementi forma il risultato. Poi ci sono le mance che vanno assolutamente rilevate tavolo per tavolo. Abbiamo così operando il netto ovvero la vincita o la perdita del tavolo e le mance. Il loro totale forma il lordo.

Nei giochi di circolo abbiamo la cagnotte ovvero la percentuale che il banchiere paga quando vince e le mance che banchiere e puntatore possono elargire nel corso della partita. Anche qui netto e lordo.
Sino a questo punto ho scritto di esigenze legate al controllo a posteriori  che potremmo pacificamente ascrivere all’esigenza imprescindibile della necessità di essere di fronte alla più completa garanzia sulla regolarità del gioco e degli incassi.
A questo preciso scopo operano giornalmente i controllori regionali i quali intervengono in ogni operazione economica (dotazione iniziale se è quella prevista, aggiunta al tavolo, conteggio contanti cambiati al tavolo dai giocatori, esistenza finale e conteggio mance) e non (cambio al tavolo gettoni per altra tipologia di gettoni e pari valore totale).

Non desidero dilungarmi oltre perché ritengo di aver chiarito il compito affidato al Corpo controllori, aggiungo che lo stesso interviene, durante la partita, nelle contestazioni e nel controllo dei pagamenti potendo accedere alla sala addetta al controllo audiovisivo tramite telecamere dedicate.
La più rilevante esigenza è quella che tutte le operazioni avvengano giornalmente, che i risultati netti e mance possano essere confrontati e confrontabili giornalmente perché le condizioni operative (qualità e quantità della partita e note aggiuntive, vincite o perdite considerevoli) non sono sempre identiche.

Per mio conto, e qui esprimo qualcosa di personalissimo probabilmente dovuto ai tempi in cui lavoravo ma, senza dubbio collegata alla esperienza e alla professionalità acquisita nel tempo. Mi permetto di affermare, e non mi pare esista la necessità di provare il contrario, che una raccolta di dati indispensabili per il controllo di cui si è potuto leggere diversa da quella giornaliera non può apportare che difficoltà oggettive che non potrei e non posso definire di poco momento.
Rammento, in primis a me stesso, la natura giuridica delle entrate in discorso che, a mio modo di vedere, dovrebbe predisporre ad una forma di controllo che, dal confronto degli elementi elencati, può portare a concludere che la regolarità del gioco e degli incassi è stata ottenuta e, se del caso, diviene opponibile.

Non è una novità ma l’esempio che segue dovrebbe essere sufficiente a dimostrare quanto riportato: qualche anno fa, in un disciplinare o convenzione, era indicato il 60 percento un rapporto accettabile tra mance ed introiti della roulette francese. Ora proviamo ad immaginare che sette tavoli incassino mille euro ciascuno, quindi un totale di 7.000 euro. Le mance sono il 50 percento per i primi sei tavoli: 3.000 euro e il 120 percento del settimo tavolo. Il totale delle mance ammonta a 4200 euro, il perfetto 60 percento per dimostrare la regolarità come previsto. 
Se la memoria non mi fa danno, il che è possibile data l’età, mi pare che fossero indicate le percentuali ammissibili per tutti i giochi e, l’ eccedente doveva essere considerato quale provento di gioco e trattato come tale.
Se le mance fossero conteggiate separatamente, tavolo per tavolo, non so in quale modo si potrebbe giustificare il 120 percento del settimo tavolo.
Come, in altro modo, si poteva individuare l’anomalia? Potrebbe avere un perché ma certamente conteggiando le mance cumulativamente non veniva   alla luce. 
 

Certamente qualche dubbio potrebbe legittimamente nascere; forse qualche lettore non è d’accordo?
Forse esiste una diversa metodologia di controllo da quella illustrata, non la conosco e me ne scuso, quindi, scrivo soltanto di ciò di cui sono certo.

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