Diversificazione offerta casinò: scelta vincente ma poco praticata

Eccomi ancora una volta:

Ecco alcuni risultati degli ultimi anni. 2018 5 mesi, 2022 11 mesi.

Nel mio precedente articolo facevo i migliori auguri affinché il casinò di Campione potesse ritornare come un tempo recente e precedente alla malaugurata chiusura nel luglio del 2018.

Mi sono stupito del piano che accompagnava la previsione fatta in occasione del concordato e che la Società di gestione considera, a tutto il 2023, soddisfacente. Al tempo stesso mi sono espresso, relativamente a detto piano, abbastanza dubbioso in quanto mi pareva che si tendesse a privilegiare la quantità a scapito della qualità che mi pare trasparire dall’incremento assegnato ai proventi derivanti dalle slot machines.
A mio parere il collegamento tra introiti slot e presenze non potrebbe essere ignorato. Non ho a disposizione i dati completi del 2023, mettendo a confronto le presenze del 2022 e quelle del 2018 considerando queste ultime relative a cinque mesi e le altre ad undici, con un rapporto introiti/presenze di 115,20 nel 2018 e 132,52 nel 2022 si può trovare una maggior contributo statistico delle presenze nel 2022, ma quante dovrebbero essere per raggiungere certi importi che troviamo nel piano?

Spinto dalla curiosità mi sono trovato a esaminare qualche anno precedente:

Qui mi fermo per passare a una tabella riferita al mercato nazionale di due periodi nettamente distinti e per quanto alla situazione economica generale e relativamente ai gusti della clientela dei casinò che ha subito l’attrattiva del gioco online, in specie durante il periodo pandemico e purtroppo continuata, e della concorrenza delle case da gioco d’oltre confine.

Forse in alcuni casi godevano della possibilità di accedere alla pubblicità che, in Italia è vietata. 

È discretamente agevole notare la variazione sia nel totale del mercato sia nei singoli giochi da tavolo. La differenza maggiore la si può notare al Casinò di Campione in tutte le sue componenti.

Chiaramente non è compito mio indagare per quali motivi ciò sia avvenuto anche perché non sono in possesso degli elementi essenziali per poterlo fare. Forse potrei avanzare l’idea che l’offerta non è sufficiente ma si scontra con le presenze, forse il personale, anche se limitato a causa degli impegni concordatari, non permette un incremento dell’offerta, forse i servizi che la clientela si aspetta non sono della qualità di un tempo. Una sola certezza: con i forse, i se, eccetera non si risolvono i problemi. Non posso che augurare la risoluzione di una serie di interrogativi che la situazione, a mio avviso, pare evidenziare.

Molto probabilmente l’aver lavorato ai tempi in cui Berta filava ed era sufficiente aprire le porte non mi permette altre considerazioni che, indubbiamente, sono verosimili certamente da parte di chi risiede in loco e deve esaminare la situazione rebus sic stantibus. 

Il dubitativo, in questo caso, mi pare esagerato; mi rendo conto in effetti che mi ritrovo ad aiutare, se possibile, coloro ai quali è affidato il compito che una volta era anche il mio nel sindacato. Al massimo avrò fatto un altro tentativo per un risultato che, a ben vedere, mi interessa relativamente.