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Grandi eventi, gli incompresi dei casinò italiani

18 maggio 2024 - 10:35

I casinò italiani puntavano sui grandi eventi, ma nel corso degli anni sembrano avere perso lo slancio.

Scritto da Marco Fiore
LaPresse - Gassman, Ralli e Lattuada, su ilpost.it. Saint-Vincent, 7 luglio 1957. Da sinistra: gli attori Vittorio Gassman e Giovanna Ralli, e il regista Alberto Lattuada, premiati con la Grolla d'oro.

LaPresse - Gassman, Ralli e Lattuada, su ilpost.it. Saint-Vincent, 7 luglio 1957. Da sinistra: gli attori Vittorio Gassman e Giovanna Ralli, e il regista Alberto Lattuada, premiati con la Grolla d'oro.

Quale strategia di marketing è la migliore per un casinò?
È una domanda alla quale da addetto ai lavori sono stato più volte chiamato a rispondere.
Prima di entrare in argomento, una premessa è d’obbligo: il marketing per le case da gioco italiane è stato sempre tema ostico. 
In effetti per anni i nostri casinò hanno beneficiato di una posizione di oligopolio che ha permesso loro di preoccuparsi poco di come comportarsi commercialmente per garantire successo al proprio business. Quanto sopra nonostante tutti e quattro i casinò italiani operassero al Nord Italia, ognuno con il proprio bacino di utenza che era ricco quanto bastava per assicurare una serena continuità alle rispettive Società di gestione.
Le cose sono cambiate nel momento in cui è nata una nuova concorrenza, i casinò non sono più stati i soli luoghi in cui giocare e Internet ha di fatto creato un nuovo mercato. Nonostante gli italiani mantenessero un’elevata propensione al gioco era venuto il momento in cui fare i conti con un nuovo scenario.

Ed ecco che anche queste particolari aziende, come per magia, cominciano a studiare il proprio mercato nel modo più approfondito possibile, aumentando di molto, in particolare, l’attenzione nei confronti dei clienti che assicuravano loro la più elevata marginalità.
Insomma il marketing, fino a poco prima oggetto sconosciuto, diventò la disciplina per eccellenza  alla quale affidarsi per adeguare la propria offerta di gioco nel rispetto delle aspettative del cliente.
Mi duole constatare, a distanza di anni, come nello specifico momento di cui stiamo parlando, che rappresentò sicuramente un cambio epocale nella gestione delle case da gioco in Italia, non vennero tenuti nelle debita considerazione, all’interno delle strategie di marketing, i cosiddetti Grandi Eventi.
Accusati di costare troppo e di non assicurare ritorni commerciali immediati, sono stati immolati sull’altare della maggiore disponibilità di gratuità da dirottare sul sempre più affannato mercato della clientela cosiddetta Vip.
Vero, il segmento di mercato sopra richiamato rappresenta un patrimonio molto importante per un casinò, produce di norma la quota più elevata di proventi, ma puntare su un solo canale commerciale non sempre si rivela la migliore scelta.

Il Casinò di Saint-Vincent, situato in una piccola, seppure bellissima regione alpina, all’estremo Nord Ovest d’Italia, a mio parere rappresenta un vero e proprio caso che dovrebbe insegnarci qualcosa. Nonostante il proprio bacino non fosse minimamente paragonabile, per numeri e ricchezza, a quello dei suoi diretti concorrenti, è stato per anni in testa alla classifica nazionale e per un breve periodo anche europea, per numero di visitatori e per livello di proventi.
Un successo al quale hanno contribuito la bellezza del contesto in cui la Casa da gioco operava, ma anche una strategia che, quando ancora non si sapeva cosa fosse il marketing, ha permesso di trasformare un piccolo paese di montagna nella location tra le più glamour in Europa.

Il Casino de la Vallée aprì i propri battenti nel 1947 e già nel 1948 divenne sede di un importante Premio di Giornalismo, nel 1952 del Premio Grolle d’Oro, il più ambito nel settore cinematografico. 
L’elenco dei Grandi Eventi organizzati negli anni a Saint-Vincent è molto lungo, come il Premio Internazionale per le Scienze Mediche, secondo solo al Nobel, il Premio Donna dell’Anno, al tempo patrocinato dall’Unesco, il Premio per le Arti Drammatiche e poi manifestazioni come Un Disco per l’Estate, i Premi Saint-Vincent per la Fiction, la Radio, lo Sport, il Congresso Internazionale della Magia per citarne solo alcuni. 

Un modo parecchio elegante per far parlare di Saint-Vincent senza fare riferimento al gioco d’azzardo. Una strategia assolutamente vincente per alimentare quell’immagine di cui ogni business ha bisogno, quello di cui mi occupo, ancora di più.
Spesso mi sono sentito dire: “Sono cambiati i tempi, certe azioni di marketing non hanno più senso di esistere…”. Senza tirare in ballo destinazioni d’oltreoceano, suggerisco ancora oggi a chi mi dava lezioni, di fare una scappata, in ogni periodo dell’anno, in quel di Monte Carlo per una doverosa verifica della giustezza di certe affermazioni… 

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