Giornate cruciali, a livello nazionale, sia sul fronte “sostegni” alle imprese che per quanto riguarda la programmazione delle riaperture di quelle, di gioco in primis, che sono chiuse ormai da mesi.
Cosa auspica Federgioco, in vista del nuovo decreto Imprese e della conversione in legge del decreto Sostegni? Lo chiediamo a Stefano Silvestri, presidente dell'associazione che rappresenta i casinò italiani.
“È chiaro che noi auspichiamo che ci sia un'attenzione adeguata alle nostre specificità che meritano di non essere trascurate. Le proprietà dei casinò si stanno muovendo, attraverso i loro referenti nazionali, per cercare di far produrre al Governo dei provvedimenti che aiutino le nostre realtà, ma bisogna aspettare il testo definitivo prima di esprimere un giudizio, in quanto fino all'ultimo potrebbero esserci dei cambiamenti”.
Oltre che presidente di Federgioco, lei è direttore generale del Saint Vincent Resort & Casino. Come si sta preparando la Casa da gioco valdostana alla riapertura e quale tempistica pronosticate e auspicate?
“Gli auspici sono irrilevanti, quanto invece ai termini di apertura, siamo nelle condizioni di poterlo fare se si deciderà che ciò sarò consentito il 1° maggio. Così pure se si deciderà per il 1° giugno o per metà giugno, come era stato fatto l'anno scorso. Nel piano concordatario è prevista la riapertura dal primo luglio ma sicuramente, prima è possibile aprire, soprattutto senza restrizioni di orario e con la libera circolazione tra regioni, prima siamo in grado di riequilibrare l'attuale situazione economica”.
Nel 2020 il Casinò ha versato il previsto 10 percento dei suoi proventi alla Regione Valle d'Aosta, e lo farà nel 2021?
“Sì, ha versato i soldi regolarmente. Il precedente piano concordatario prevedeva il regolare versamento delle decadi e non abbiamo indicazioni per agire in modo diverso nel 2021”.
Quali potrebbero essere le conseguenze di un ulteriore prolungamento della chiusura del casinò?
“Dipende, a seconda se ci sarà o no qualche tipo di aiuto economico. Il Casinò di Saint Vincent è in condizione di reggere ancora qualche mese ma l'auspicio è che si riapra, e poi bisognerà vedere a quali condizioni. L'economia è, per definizione, la scienza della scarsità, e le risorse non sono infinite. Intanto stiamo aspettando l'udienza di omologa del concordato, la cui data non è stata ancora fissata”.
Ritiene che in questo periodo di lockdown i casinò avrebbero potuto e dovuto puntare sul gioco online?
“Noi abbiamo una nostra skill. Abbiamo fatto la scelta di gestione non diretta, ma appoggiata a un concessionario di Stato e siamo soddisfatti della resa. Quello del gioco online è un problema complesso e ogni casinò ha la sua risposta. La scelta in materia del Casinò di Saint Vincent ne massimizza l'utile”.