La notizia che per il Casinò di Saint Vincent si inizia a pensare al contratto di lavoro da applicare dopo la fine del periodo concordatario mi ha incoraggiato a riflettere un pochino da ex sindacalista e da quanto mi sono permesso di prevedere sul trend del mercato dell’azzardo fisico.
Inizio da quest’ultimo; avevo raccomandato di adeguare la politica produttiva al cambiamento avvenuto nelle preferenze, nella concorrenza e ancor più nelle mutate possibilità economiche dei frequentatori delle case da gioco.
Le preferenze, così come mi pare di non essere l’unico a notarlo, hanno subito tre fatti principali: il gioco online, che durante il periodo pandemico ha registrato il maggiore incremento, la necessità di ricorrere in forma più alta alla diversificazione dell’offerta e non solo di gioco. Non senza dimenticare le differenti disposizioni al riguardo del contante disponibile che, in caso di espatrio, è maggiore.
Con specifico riferimento a quest’ultima osservazione rammento che, inizialmente, alcuni casinò avevano trovato la motivazione nella possibilità di contrastare l’esodo di giocatori oltre confine, ad esempio Sanremo. Mi ricordo anche di averlo annotato in qualche mio articolo unitamente ad altre disposizioni di legge vigenti che erano state oggetto di osservazioni nel 1992.
Relativamente alla diversificazione, non soltanto quella dell’offerta di gioco, sono intervenuti in molti e, ricordando i tempi andati ma che speriamo ritornino, penso ai gala e alle cene in omaggio alla cucina regionale, alle manifestazioni sportive, culturali e altre ma non possiamo omettere la necessità impellente di ricorrere all’online in forma più massiccia e, con l’adozione di nuovi giochi, per sviluppare il gioco dal vivo. Nella certezza dei progressi dell’online troviamo una buona notizia, ovvero che l’incremento più significativo si è registrato tra i giochi da casinò.
Non è la prima volta, anzi, spesso ho collegato la preoccupazione per i costi della produzione, in specie, quelli per il personale di gioco, a scelte produttive che hanno preferito il punto banco allo chemin de fer e la fair roulette a quella tradizionale. Ma non posso omettere che quei giochi in calo di domanda per le motivazioni addotte ed altro sono ancora presenti nell’offerta che, forse, meriterebbe di una più attenta valutazione per la resa complessiva.
Probabilmente un miglioramento dei servizi alla clientela, che l’introduzione della diversificazione potrebbe incentivare a basso impatto con gli investimenti, potrebbe e mi scuso perché a mio avviso deve, coniugarsi unitamente ad una scelta di politica produttiva nella quale l’adeguamento dell’offerta alla domanda, riveste una qualità irrinunciabile.
Allora sorge spontanea una domanda: come sia possibile ottenere la coesistenza di tutta una situazione che dal punto di vista produttivo ed organizzativo, può compendiare le condizioni in discorso.
Il costo del personale può essere mitigato dalla concreta possibilità di poter disporre di dipendenti tecnici polivalenti che vengono occupati alla bisogna sulla base della domanda e permettono, spesso, anche l’eliminazione dei tempi morti tramite il ricorso al gioco online dal vivo.
Certamente un secondo quesito viene alla mente: come si potrebbe ottenere la possibilità di realizzare quanto precedentemente descritto? Con il ricorso ad una forma contrattuale premiante la professionalità e l’esperienza di un personale qualitativamente conoscitore di più giochi.
Il premio retributivo discende, appunto, nella descritta conoscenza lavorativa per la quale più si conosce più alta è la retribuzione oppure, e in Italia ne esiste un esempio abbinato ad una suddivisione, sulla scorta delle effettive capacità, o ad una partecipazione ai proventi aleatori diversificata in base alla relativa presunta opportunità in termini economici. Bene inteso, a mente quanto precede in argomento proventi aleatori, ne consegue una diversa ripartizione tra impiegati e quanto questi ultimi devolvono al gestore a mente la sentenza n. 672 della Cassazione nel marzo del 1954.
O ancora, comprendendo nel ragionare quanto precede, una diversa partecipazione al cosiddetto punto, che avviene tenendo sempre a mente la diversa ripartizione di cui si è detto.
Non si può nascondere che la situazione non è delle migliori e che il futuro del mercato dell’azzardo rappresenta una incognita impegnativa a causa della quale il modus operandi non pare godere di un clima "facile”.
La eventuale e possibile difficoltà di affrontare il prossimo futuro certamente non si presta a fare previsioni a lungo temine. Il dover procedere non tanto a vista quanto gradatamente e senza progetti di ampio respiro, invita all’esame di modi operandi diversi nei quali, non si potrà mai sottacere, lo scopo fiscale complessivo per il quale le case da gioco sono state ideate e per altre, forse, se ne potrà sentire parlare.