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Rilancio casinò, una legge il primo passo

18 giugno 2018 - 08:48

Tra gli strumenti da utilizzare per rilanciare i casinò italiani emerge la necessità di una legge, come sollecitato anche dalla Corte costituzionale.

Scritto da Mauro Natta


Ho letto con attenzione le dichiarazioni dell’onorevole Alessio Butti sul tema casinò e mi accingo ad alcune osservazioni.
Sono d’accordo sul fatto che la politica nazionale debba prestare attenzione ai casinò e alle loro problematiche in quanto le “vacche grasse” sono di tempi lontani.
La concorrenza del gioco pubblico è senza dubbio una concausa dell’attuale crisi di risultati (chi più chi meno è stato colpito) che, unitamente al calo della qualità ha concorso a che i costi divenissero troppo alti rispetto agli introiti. Di questo fatto se ne sono lamentati alcuni gestori.
Forse una gestione più oculata maggiormente indirizzata alla produttività con attenzione ad un marketing mirato, una considerazione atta a rilevare la differenza tra investimenti ed esborsi ed un più grande interesse ad una organizzazione del lavoro e della produzione avrebbero potuto limitare quei danni che, purtroppo, mi si permetta il termine, si sono tragicamente evidenziati.

Non mi trovo troppo in linea sulla eventualità di una gestione centralizzata attraverso una società unica ma, piuttosto, considerando i casinò validi strumenti della promozione turistica, vedo meglio la creazione di case da gioco stagionali magari sotto una unica direzione e la limitazione delle cosiddette sale giochi.
Credo fermamente che il primo passo debba consistere in una legge che dica una parola definitiva sulla questione come anche la Corte costituzionale ha auspicato invitando il Parlamento a provvedere in merito.
Concordo pienamente - come ho già scritto – che solo ed esclusivamente i casinò hanno i meccanismi a tutela dei giocatori affetti da ludopatia tali da poter inibire l’accesso a tali giocatori.

 

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