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Jaldung (Grand Casino Brussels): 'Gioco e intrattenimento per il futuro del settore'

14 marzo 2024 - 09:29

Il Ceo del Grand Casino Brussels, Per Jaldung, evidenzia le direttrici da seguire per il futuro del gioco terrestre, iniziando da quello belga.

Scritto da Anna Maria Rengo
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Bruxelles – Il gioco belga è a un momento di svolta, con l'ormai prossima entrata in vigore, il prossimo settembre, della legge che vieta la pubblicità del gioco e fissa in 21 anni il limite minimo per partecipare a qualsiasi forma di gioco. Proprio in questo particolare momento storico cade la nostra visita al Grand Casino Brussels, nel cuore della capitale belga, e soprattutto il nostro colloquio con Per Jaldung, di recente nomina a Ceo della Casa da gioco oltre che presidente onorario dell'European casino association, che proprio a Bruxelles ha la sua sede operativa.

La nostra intervista parte dunque dalla più stretta attualità: come valita le disposizioni introdotte con la nuova legge e che cosa cambierà per i casinò?

"Innanzitutto devo dire che sono attivo in Belgio solo da tre mesi, ho iniziato a metà dicembre e sto dunque cominciando a capire l'ordinamento giuridico. Il fatto che si sviluppino delle perdite al gioco è normale che vada tenuto in considerazione e quindi capisco che si prendano misure al riguardo. Le rispetteremo anche se prevedo che ci saranno delle difficoltà tecniche con il gioco online, visto che si dovranno adottare misure distinte a seconda della tipologia di gioco. La Commission des jeux de hasard emanerà un regolamento da seguire e sono fiducioso che funzionerà nella pratica. Certo, i tempi sono molto stretti perché la commissione interpreti, trasformi la legge in un regolamento, e poi lo spieghi a tutti i casinò e agli operatori di gioco, così che tutti possano fare i necessari adeguamenti.”

Come commenta la recente chiusura di due casinò in Svezia? Al di là del fatto locale, secondo lei questo è un campanello di allarme per i casinò terrestri?

"Innanzitutto è una cosa triste per tutti i soggetti coinvolti, dallo staff all'aziende. Io ho lavorato da lì tanti anni, me ne sono andato poco più di un anno fa e ovviamente mi sento con loro, e questo è un dato di fatto, ma conosco anche le sfide che i casinò hanno dovuto affrontare negli ultimi anni dopo la pandemia. Ci sono state difficoltà poiché i regolamenti e le interpretazioni del contesto legale riguardanti i casinò in Svezia rendono molto complicato ottenere profitti. Comprendo la necessità di lottare contro il gioco patologico, contro l'illegalità, contro il riciclaggio, comprendo le questioni attinenti alla concorrenza, ma ci devono essere regolamenti pratici e realistici, che non siano eccessivi e che comprendano il nucleo e l'attività effettiva dei casinò. Il casinò legale non può funzionare se la gestione è troppo difficile. I clienti non accettano troppi controlli e misure e allora c'è il rischio molto grande che i casinò illegali e gli operatori illegali intercettino questa domanda di gioco. Quando l'alternativa legale non c'è più ho paura che qualcun altro subentri, senza alcuna misura di sicurezza. Spero che il governo svedese si assicuri di provare a fermare il mercato illegale che è molto dannoso quando si tratta di problemi con il gioco d'azzardo. Giocatori vulnerabili o dipendenti possono avere problemi ancora peggiori se iniziano ad andare verso il gioco illegale. Quindi questa è la conseguenza di cui ho paura. Inoltre, in Svezia l'offerta online è cresciuta enormemente quando si tratta di giochi da casinò, probabilmente si è decuplicata e questo è accaduto in pochissimo tempo, in un periodo in circa 10 anni. Poi, ovviamente, durante la pandemia i casinò erano chiusi e alcuni giocatori hanno anche trovato un modo per giocare online e questo non ha aiutato perché molti giocatori non sono tornati indietro. Ma io continuo a pensare che i casinò tradizionali abbiano un futuro in cui è possibile combinare intrattenimento, cibo, bevande e gioco perché ci sono molti esempi di questo in Europa, America e Asia che stanno andando molto, molto bene.
Penso  che ci siano alcuni ottimi casinò modello, per esempio l'Hippodrome Casino a Londra, ovviamente Montecarlo, il Casinò 2000 in Lussemburgo, ci sono storie di successo dei casinò olandesi. Quindi la domanda è: se sono casinò tradizionali, questo per loro è l'inizio della fine?  No! Penso che quello dei casinò in molti paesi sia effettivamente un settore molto prospero, ma penso anche che ciò cambierà perché l’online sta crescendo e le normative sul gioco responsabile e sul riciclaggio di denaro continueranno ad aumentare, quindi dobbiamo avere una buona tecnologia a supporto di tutto ciò per ridurre al minimo i danni."

Da qualche mese lei è alla guida del Grand Casino Brussels. Quali sono i punti di forza di questa struttura?

"Il Casinò si trova nel cuore di Bruxelles, che in realtà è nel cuore dell'Europa. Questa è una città molto internazionale, vibrante e molto vivace. Questo è il casinò più grande del Belgio ed è abbastanza nuovo, sono passati solo 15 anni dalla sua inaugurazione mentre altre strutture in Europa hanno una storia molto più lunga, quindi penso che questo Casinò stia ancora cercando il suo posto sulla scena dell'intrattenimento, ma di sicuro c’è che ha un ruolo molto ruolo importante da ricoprire in città perché ha una buona posizione: ci sono ottimi hotel nella zona e anche molti ristoranti. Quindi il punto di forza è che è di buone dimensioni e ha un teatro meraviglioso dove si possono ospitare 800 persone. Lo usiamo come discoteca, per ospitare spettacoli musicali e anche organizzare grandi eventi per compagnie con centinaia e centinaia di persone. Abbiamo poi  un roof bar che ha una splendida vista che sfrutteremo in estate e abbiamo tutti i classici giochi da casinò,  moderne slot machine, un buono staff con esperienza oltre, ovviamente, a dei tirocinanti. Quindi sono orgoglioso di essere nominato Ceo e penso di poter contribuire a elevare questo casinò e di aiutare a trovare una direzione e una identità che miglioreranno la nostra attività in futuro.”

Oltre a ospitare numerose istituzioni europee ed internazionali, Bruxelles è anche una città fortemente turistica: il Grand Casino Bruxelles trae vantaggio da questi flussi turistici?

“Penso che i nostri siano principalmente di clienti provenienti dal Belgio, ma abbiamo anche turisti. Tuttavia, credo che questa sia un'area nella quale possiamo migliorare. Il potenziale per attirare più turisti al casinò c'è.”

Quanto sono importanti per il Grand Casino Bruxelles il food e beverage, gli eventi culturali e di intrattenimento e i tornei di poker?

“Ci piace vedere il Grand Casino Brussels Viage come il centro dell'intrattenimento di Bruxelles, quindi tutte le diversi componenti insieme rendono l'esperienza. Gli spettacoli sono importanti perché attraggono un certo tipo di persone a cui piace sperimentare questa esperienza. Magari si viene al Casinò, si prova il cibo, si beve un bicchiere di vino, si ascolta un po' di musica mentre ci si diverte su alcuni giochi divertenti. È molto importante, ritengo, avere tutte le diverse componenti per realizzare un'esperienza assolutamente completa. Quanto al poker, ora non è così importante come lo era qualche anno fa ma credo che abbia qualche potenziale per il futuro. Abbiamo una poker room molto carina e stiamo analizzando cosa fare.”

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Quanto invece è importante il gioco online, attività che per i casinò italiani è abbastanza marginale?

"In Belgio per poter avere un casinò online devi anche avere una una licenza per un casinò fisico. Ci sono nove casinò in Belgio, e tutti possono dunque avere una licenza online quindi abbiamo anche un’altra possibilità di attività. Si tratta di un importante flusso di entrate per noi e, poiché io sono appena arrivato come nuovo Ceo, devo anche valutare l'offerta del casinò online per vedere se siamo nella migliore posizione possibile. È un po' troppo presto per rispondere a questa domanda e per sapere cosa faremo in futuro ma sì, l’online è importante."

Lei è presidente onorario dell'Eca: che cosa ne pensa dell'addio di qualche anno fa, da parte dei casinò italiani, all'associazione?

“Sono stato in Italia, ho visitato il Casinò al centro di Venezia, Ca' Vendramin, sono stato anche, era una domenica mattina, a quello vicino all'aeroporto, Ca' Noghera.  Penso che il Casinò di Venezia sia un casinò molto interessante dal punto di vista storico, in una bellissima città. Campione è un paese così carino e ha un Casinò enorme, il Casinò di Sanremo è molto bello. Penso che tutti abbiano una buona offerta e che offrano un buon servizio. Vorrei che i casinò italiani tornassero nuovamente a fare parte dell'European casino association, organizzazione che ha il solo scopo di servire i suoi membri per quanto riguarda il lavoro per norme eque, il miglioramento della reputazione del settore, il gioco responsabile, il networking, lo sviluppo dell'industria in generale attraverso, ad esempio, il Campionato europeo dei dealer o il Forum europeo dell'industria dei casinò. L'Eca è anche un centro di informazioni nel settore e un partner per supportare i suoi membri e, appunto, sta cercando di lavorare su questioni che riguardano tutti i casinò in Europa e di promuovere l'industria in generale in quanto i casinò hanno una cattiva reputazione a causa di film del passato sulla criminalità organizzata, sul riciclaggio di denaro o sulla prostituzione. Ciò non è più vero, ora il loro è un business aziendale. Nella maggior parte dei casi i casinò sono quotati in Borsa, in alcuni Paesi sono di proprietà statale, quindi non abbiamo nulla di cui vergognarci e anzi abbiamo molto di cui essere orgogliosi. Di tutto ciò dovremmo parlarne, dovremmo lottare assieme per una regolamentazione equa, che protegga i più vulnerabili ma che consenta anche di conoscere le entrate fiscali e le opportunità di lavoro. Per essere membri Eca non c'è una grande tassa da pagare e l'associazione non è contro nessun casinò: è a favore di tutti e dell'intero settore. 

Ho parlato più volte con diversi rappresentanti dell'industria dei casinò italiana che hanno fatto questa scelta, ma per ora non ci sono stati ripensamenti. Ora ne sono il presidente onorario, quindi non sono attivamente coinvolto nell'associazione, ma  dico ai casinò italiani: sarete i benvenuti in qualsiasi momento deciderete di tornare. Anche tutti i loro colleghi degli altri casinò europei vorrebbero vederli tornare per condividere con essi le loro conoscenze e sono interessati a imparare dai loro amici italiani.”

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