skin

Buat: 'Una legge nazionale per i casinò e un Osservatorio promosso dal Parlamento'

08 settembre 2023 - 09:56

L'amministratore unico del Saint Vincent Resort & Casino Rodolfo Buat fa il punto sul mancato inserimento dei casinò nei 'giochi' da riordinare ai sensi della Delega, e lancia delle proposte.

Scritto da Anna Maria Rengo
buatn.jpg

“Proprio in un momento in cui i casinò italiani hanno dimostrato di poter reagire alle difficoltà e di avere un mercato di riferimento, diventa importante intervenire con una legge nazionale che regoli il funzionamento delle imprese casinò e riordini il mercato del gioco. È l’occasione anche per assorbire e armonizzare regole diffuse in modo disorganico in diversi provvedimenti”.

Questa l'opinione dell'amministratore unico del Saint Vincent Resort & Casino Rodolfo Buat, invitato da Gioconews.it a commentare, come già fatto dal presidente del Casinò di Venezia Riccardo Ventura e dall'assessore veneziano al Bilancio e Partecipate Michele Zuin, il mancato inserimento dei casinò nella legge Delega al governo in materia fiscale, che all'articolo 15 fissa i criteri e i principi direttivi del riordino normativo dei giochi con vincita in denaro.

“I casinò – sottolinea l'Au -  in quanto concessioni pubbliche, hanno saputo assicurare gli obiettivi fondamentali di ordine pubblico che ne giustificano l’esistenza in deroga al divieto del gioco d’azzardo che il nostro codice penale impone. In particolare hanno ridotto il diffondersi del gioco clandestino, hanno consentito un controllo della ludopatia, hanno dato certezza sotto il profilo fiscale”.

Tuttavia, “negli ultimi anni lo stato di eccezione dei casinò è stato progressivamente eroso. Ci si è dimenticati delle loro ragioni costitutive e ci si è dimenticati che i casinò sono gestiti da imprese che incidono in modo significativo sul prodotto interno lordo dei territori di riferimento. Ci si è dimenticati che il divieto assoluto di pubblicità diretta e indiretta è esteso ai casinò, dimenticando che gli stessi sono gestiti da società pubbliche che non possono sopravvivere senza comunicare seppur in modo controllato con i clienti e i mercati di riferimento. Ma basti pensare al tema dell’utilizzo del contante e, in generale, della circolazione dei valori economici che non può essere affidato alle regole generali, essendo chiaramente le case da gioco dei luoghi dove le transazioni economiche sono per definizione caratterizzate dall’eccezionalità”. 

Secondo Buat, “questa mancanza di focalizzazione rischia alla lunga di far retrocedere queste imprese, invece di aiutarle a diversificare la propria offerta e a ripensare il proprio modello di business”.
L'amministratore unico non si nasconde di fronte all'evidenza che, una volta che il Parlamento o il governo andassero a occuparsi di casinò, rispunterebbero fuori le rivendicazioni di alcuni territori, tanto più che esistono già delle proposte di legge in materia presentate sia alla Camera che al Senato: “Una legge sui casinò è probabilmente associata alla possibilità di apertura di nuove case da gioco e questo rischia di scontentare sia gli attuali gestori che vi vedono il possibile ampliarsi della concorrenza, sia le forze ostili per principio al gioco d’azzardo. Un tema politico non semplice, ma che forse può essere gestito”.

E qui si torna al tema che ha dato inizio alla riflessione: “La cosiddetta delega fiscale poteva essere un’occasione, ma forse non è di per sé il contesto corretto per affrontare il tema. Anzi, per certi aspetti l’ambito fiscale rischia di confondere il senso della presenza dei casinò che sono più espressione di un’esigenza di controllo sociale, che un’opportunità per incrementare le entrate statali. Anzi, teniamo conto che i casinò contribuiscono più ai bilanci locali che a quello dello Stato, verso il quale non vi sono trasferimenti diretti. Si può, invece, pensare a una legge che nasca in Parlamento anche attraverso il confronto con i soggetti interessati.
Il regolamento dei giochi, la gestione e la circolazione del denaro, la trasparenza e il controllo sui proventi, il controllo sull’attività del gioco, la professionalità dei dipendenti, l’affidabilità delle società concessionarie: sono temi che devono interessare la collettività, se la collettività è interessata al gioco sicuro e controllato”.
Buat lancia dunque una proposta: “Un modo per far partire il dialogo può essere la costituzione di un Osservatorio nazionale promosso dal Parlamento cui partecipino il ministero dell’Interno, quello dell'Economia e le aziende. Sarebbe l’occasione per far partire il confronto, coinvolgendo anche professionisti esperti”. 

Altri articoli su

Articoli correlati