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Casinò in Sicilia, a chi la palla?

03 aprile 2014 - 14:52

Non è molto chiaro, e Gioconews.it è stato tra i primi a sottolinearlo, quale sarà il possibile iter che porterà (ma sarebbe meglio usare il condizionale) alla nascita di due casinò in Sicilia, dopo che l’Assemblea regionale siciliana ha approvato il disegno di legge voto Leanza, successivamente presentato ai due rami del Parlamento.

Scritto da Amr

 

All’indomani delle dichiarazioni rilasciate dal ministro dell’Interno Angelino Alfano a margine della convention del Nuovo Centrodestra al Palacultura di Messina, come sottolinea anche il portavoce dell’Anit Gianfranco Bonanno, “si tratta, a questo punto, di capire chi ha la palla. Il nodo della questione, infatti, all’indomani dell’approvazione della legge voto da parte dell’Assemblea regionale, resta quello di individuare lo strumento politico-legislativo più idoneo per dare corpo alla volontà locale, ancorché autonoma. Considerate le implicazioni che il provvedimento comporta sul piano dell’ordine pubblico, la via della Commissione paritetica Stato-Regione appare difficile da percorrere, anche se consentirebbe di saltare il confronto parlamentare essendo sufficiente un decreto del governo. L’alternativa sarebbe la discussione in decima Commissione alla Camera e, a seguire, il normale iter legislativo. Con la variante – sempre possibile – della legge delega.

Procedure fino a qualche tempo fa molto complesse e laboriose, anche perché la parola casinò ha sempre rispolverato il più becero moralismo perfino in coloro che prima dell’ascesa a ruoli istituzionali ne invocavano l’apertura. Negli ultimi tempi, però, le cose sembrano essere leggermente cambiate. Non che il velo sia caduto dagli occhi dei farisei, ma è proprio il casino (questa volta senza accento) provocato dal cosiddetto ‘gioco lecito’ che autorizza a sperare nel miracolo che anche chi è sprovvisto di vista possa vedere”.

Se è vero – come ormai da molte parti si ammette – che il casinò oggi potrebbe rappresentare la soluzione ai mali causati dalle invasioni barbariche di slot e affini, allora la strada parlamentare potrebbe non essere così impervia. Certo, il ferro occorre batterlo continuamente; è sempre stato un lavoro di porta a porta quello di far capire che in fondo un casinò è più utile che dannoso. Questa volta – di fronte alla prova provata che la scelta contraria si è rivelata fallimentare – non dovrebbe trattarsi di una ‘mission impossible’. Siamo vaccinati contro le illusioni, ma un po’ di ottimismo lo conserviamo sempre”.

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