Casinò St. Vincent verso il futuro: la gestione primo nodo da sciogliere

Dal tenore delle dichiarazioni del governatore Renzo Testolin ho potuto comprendere che la Regione Valle d'Aosta non ha ricevuto alcuna richiesta o programmazione di nuovi investimenti per il casinò di Saint Vincent. 

Questo in risposta ad una interrogazione dei consiglieri Stefano Aggravi e Diego Lucianaz, il primo già assessore alle partecipate, tra queste il Casinò.
L’interrogazione ha una motivazione a monte: la dichiarazione dell’amministratore unico del Casinò Rodolfo Buat che ha parlato di un investimento di 40 milioni che ritiene necessario al termine del periodo concordatario, 20 per la casa da gioco e altrettanti per il Grand Hotel Billia.
Lungi da me di inserirmi in questo argomento perché, oltre al resto, non ho alcun elemento per valutarne la necessità, sempre che ne fossi all’altezza. Chiaramente posso garantire che il trend del mercato nazionale lo conosco bene e che, al di là di ogni pretesa, mi sono permesso tempo fa di pubblicare i risultati degli ultimi periodi unitamente a quelli della concorrenza nazionale con i dati che avevo a disposizione in quanto pazientemente raccolti da pubblicazioni e dai bilanci pubblicati in internet.

Mi sono altresì espresso, dichiarando la forma preferita e le relative motivazioni,  in quanto formava oggetto della richiesta iniziale a Finaosta di una ricerca sul futuro gestionale della casa da gioco di Saint Vincent.
Certamente non mi dilungo a presentare tutto quello che potreste aver avuto occasione di leggere, solo una parte che ritengo rappresenti il vero interessamento di un ex dipendente che, anche da incaricato sindacale al massimo livello, ha rivestito il compito di seguire la politica produttiva del mercato e non solo di Saint Vincent.

Solo per Saint Vincent ho potuto ricavare da un articolo su gioconews.it i dati del 2023 sino a fine ottobre che erano ripartiti fra slot e giochi da tavolo.

Prima di passare al mercato nazionale delle slot presento le quote di mercato, sino al 2022, riferite al mercato nazionale.

Ecco, di seguito, il mercato nazionale delle entrate derivanti dalle slot machine.

Chiaramente chi dal 2001 è in pensione, anche se l’interesse per il mercato è rimasto e, seguendo il trend nazionale,  si impegna a scrivere di quanto potrebbe avere attinenza al tema “casa da gioco”, lo ripeto,  può esprimersi limitatamente a ciò che ritiene rilevare nel discorso complessivo.

In estrema sintesi non si tratta, a mio parere, prioritariamente, di investimenti ma di come affrontare il capitolo modalità di gestione e, forse ancor prima, in quale modo è possibile prevedere e realizzare un incremento qualitativo e quantitativo dei proventi derivanti dalla casa da gioco.

Aggiungo che è pur vero il calo dei giochi tradizionali ma se ne dovrebbero indagare le motivazioni al di là della diminuita clientela. La rilevanza della qualità – e non è il caso di esplicitarlo agli addetti ai lavori – è innegabile per il riflesso sulla tassa di concessione; così come non si potrà negare che rilevano professionalità ed esperienza; da sole si coniugano, se non in toto almeno in gran parte, alle frequentazioni e al continuo miglioramento dei servizi alla clientela.