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Gioco legale e fisico, casinò esclusi storici ed eccellenti

12 febbraio 2025 - 12:17

I casinò sono esclusi dal riordino e anche dalla definizione di gioco legale e fisico: l'analista di gaming Mauro Nara esamina motivazioni e necessità.

Scritto da Mauro Natta
Foto di Markus Spiske su Unsplash

Foto di Markus Spiske su Unsplash

Non vorrei sembrare troppo  ignorante in materia ma, dopo quaranta anni da impiegato in case da gioco e da narratore in tema ogni tanto, non ho ancora compreso la motivazione per la quale i casinò non sono compresi nel discorso sul gioco legale e fisico.

Eppure nascono da precise disposizioni di legge, dal 1927 in poi; la Corte Costituzionale se ne è ampiamente occupata a datare dal 1985, il Parlamento aveva iniziato ad occuparsene nel 1992, ma quanto la Suprema Corte mi pare avesse raccomandato è di là da venire.
Andando al discorso delle regole occorrenti per poter garantire il cosiddetto “gioco responsabile” e, in specie, in argomento casinò mi piace rammentare le regole che esistono sia per disposizioni di legge sia per prassi consolidata che esisteva già quando è arrivato il pensionamento. Ho avuto l’occasione di vedere casinò all’estero ma quello che sto per scrivere riguarda soltanto, per quanto ne conosco, l’Italia anche se ho letto di qualcosa di simile, mi pare, in Liechtenstein.

Se non si è maggiorenni dimostrabili dalla presentazione di un documento in corso di validità non è concesso l’ingresso alle sale giochi, se qualche familiare o avente causa si rivolge alla direzione della casa da gioco per vietare l’accesso avviene la stessa cosa. Ciò a seguito della segnalazione relativa alla persona affetta da lupopatia.
Chiaramente tramite l’ufficio tessere della casa da gioco di possono monitorare le presenze di un soggetto che,  se segnalato, potrà essere controllato sull’intensità del gioco.

Un controllo come quello narrato mi pare possa considerarsi un buon inizio per, eventualmente, essere trasferito in altri campi. Una uguale identificazione del soggetto dovrebbe avvenire per il prelievo tramite carta di credito o titolo equivalente anche in occasione del prelievo mezzo bancomat ma non ne rammento l’esistenza ai miei tempi.
D’altra parte in una casa da gioco italiana esiste un ufficio destinato a cambiare, a giocatori autorizzati dalla Casa, titoli di credito e, in questo caso non è necessaria l’identificazione in quanto si ritiene persona conosciuta nell’ambito della casa da gioco.

Ma una osservazione ritengo di potermela permettere: il collegamento tra turismo e casa da gioco. Detta attività se non vado errato era una delle motivazioni a conforto dei disegni e progetti di legge presentati da senatori e deputati in Parlamento a datare dal 1992.
Ieri ho fatto cenno ai casinò francesi, non tanto per la loro consistenza numerica, 203, quanto per la rilevanza per lo sviluppo turistico di piccoli centri che nella casa da gioco hanno trovato una fonte di autofinanziamento e di occupazione diretta e dell’indotto.
Questo ultimo riferimento mi pare il più importante che, se coniugato con quanto precede in ordine alle regole, scritte e non, vigenti dovrebbe rasserenare chi guarda, giustamente, nel gioco una possibile eventualità a sfavore della salute.

Ritengo più che giusto preoccuparsi per il gioco che, e ritengo di non andare errato, nei casinò è controllato e non solo per quanto all’accesso alle sale da gioco.
Termino l’intervento con una considerazione proveniente dal motivo che si poteva leggere nei decreti luogotenenziali richiamati e che mi permetto di condensare in: per far fronte alle necessità di bilancio. Infatti le entrate che derivano agli enti pubblici dalla casa da gioco sul loro territorio trovano accoglimento nell’art. 19 del DL n. 318 del 1986 e che giustificano il precedente richiamo all’autofinanziamento.

Desidero trarre profitto del presente per precisare quanto avevo riportato in un mio precedente dove affermavo la sicurezza che al casinò di Venezia i proventi venivano conteggiati netti, cioè, riferentesi alla differenza tra incassato per le perdite dei giocatori e il pagato per le vincite
Nel bilancio del casinò di Venezia ho potuto verificare l’esattezza della mia affermazione, infatti, è possibile leggere “Giochi netti 2023 115.170.447, 2022 104.443.858, la voce ingressi con la specifica che sono al netto dell’imposta Siae e i proventi aleatori (le mance) per il 2023 6.398.347 e per il 2022 5.760.128.
Sempre nello stesso allegato (pag. 59) troviamo che il Comune lascia alla gestione, indicati come compensi, il 75 percento dei proventi netti 86.377.836 per il 2023 e 78.332.893 per il 2022. Unitamente alla totalità dei proventi aleatori come specificati in precedenza.
Quanto precede è specificatamente indicato come “Totale rapporto convenzionale”.

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