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La Corte costituzionale nel 1985: 'Legge su casinò in tempi ragionevoli'

13 settembre 2023 - 15:28

Nel 1985 la Corte costituzionale sollecitava una legislazione organica sui casinò in tempi ragionevoli, ma il treno della Delega è passato invano.

Scritto da Mauro Natta
Foto tratta dal sito della Corte costituzionale

Foto tratta dal sito della Corte costituzionale

Stralcio dalla sentenza n. 152 del 23 maggio 1985 della Corte costituzionale: “Si impone dunque la necessità di una legislazione organica che nazionalizzi l’intero settore precisando tra l’altro i possibili modi di intervento delle regioni e degli altri, enti locali nonché i tipi e criteri  gestioni delle case da gioco autorizzate realizzando altresì, in tema di distribuzione dei proventi quella perequazione di cui la legge 31 ottobre 1973, n. 637, sulla destinazione degli utili della casa da gioco di Campione può essere considerata il primo passo. Queste esigenze di organica previsione normativa su scala nazionale (le quali si fanno valere soltanto nell’ipotesi che il legislatore voglia mantenere le deroghe agli art.718 – 722 c. p.), vanno soddisfatte in tempi ragionevoli, per superare le insufficienze e disarmonie delle quali si è detto”.
L’ultima volta che ho scritto in argomento casinò non ho riportato lo stralcio che precede ma un’altra parte riguardante la casa da gioco di Saint Vincent, pur sempre della medesima sentenza che lo richiamava.

Ho citato ciò che ritenevo utile, dai decreti del 1937 in poi, ho parlato delle,  anche a mio avviso, dimenticanze malgrado nel 1992 si fosse cominciato ad esaminare, credo nelle commissioni parlamentari, i vari disegni e progetti di legge sulle case da gioco.
Il tutto si è arenato, ultimamente pareva che il tema fosse oggetto di definizione ma non fu così. Oggi si parla di Delega sul gioco pubblico ma di casinò non ancora.

Anche da Venezia e da Saint Vincent giungono commenti al fatto che lamento ma da una differente angolazione. Nel mio piccolo e sull’esperienza che posso vantare e la professionalità acquista in tanti anni intendo dire la mia opinione per quanto alla domanda che vedo in crescita e se l’offerta si muoverà nella stessa direzione i casinò potranno incrementare le loro entrate tributarie a beneficio degli enti locali.

Non c’è dubbio che la concorrenza deve essere combattuta con le armi possibili. Se esaminiamo il trend del gioco online vediamo che ai casinò ne deriva pochissimo mentre i giochi da casinò hanno un grosso peso sul totale, l’introduzione di giochi nuovi non interessa l’offerta ma a Lugano è stata inaugurata una sala per giochi orientali. I casinò oltre confine pare siano forse più attrattivi, il dubitativo mi è d’obbligo non frequentandoli, hanno più attenzione ai servizi alla clientela o quantomeno, differenti.
Il risultato esaltante del casinò di Venezia , nel 2022, non lascia dubitare del posizionamento alla quota di mercato che, salvo qualche minima interruzione quando quello di Campione d’Italia era aperto prima del 2018, lo trova al primo posta a datare dal 2000 dopo l’apertura di Ca’ Noghera.
Chiaramente non immagino un futuro con circa duecento casinò come in Francia, mi pare accettabile e ragionevole che la casa da gioco sia considerata, unitamente alla particolare località, un fattore incentivante per il settore turistico di qualità. A mio parere. e non da solo, ritengo che tramite la casa da gioco sia possibile dar vita a manifestazioni e spettacoli che migliorano l’attrattiva di particolari siti; non sarebbe la prima volta e, infatti, se ne possono riscontrare i frutti.  

Ma non è finita perché mi permetto di osservare che tramite un abbinamento come quello ipotizzato dovrebbe potersi raggiungere più agiatamente lo scopo per cui le case da gioco sono state autorizzate: poter addivenire all’assestamento del proprio bilancio. 
O meglio si potrebbe definire l’autorizzazione alla casa da gioco come uno strumento dettato dallo scopo fiscale complessivo per il quale i casinò sono stati creati ed esistono.
Ricordo con immenso piacere quanto immediatamente precede, che non è del mio sacco ma di un Professore, che il 19 gennaio del 1990 vedeva molto distante. Si trattava sempre di case da gioco ma di mance degli impiegati tecnici, scriveva:
“L’approvazione di una norma che prevedesse una tassazione attenuata sarebbe giusta ed opportuna”. Ed ancora: “È evidente che, ove la giurisprudenza più autorevole concludesse nel senso che le mance sono reddito di lavoro subordinato e perciò tassabili, le Organizzazioni sindacali muoverebbero all’attacco per richiedere (richiesta naturale, legittima ed inoppugnabile) che esse siano riconosciute come tali ai fini retributivi e previdenziali”.
Credo che sia giunto il momento di legiferare in tema di case da gioco per disporre di una legislazione veramente organica e dopo aver audito gli attuali gestori e le Ooss.di categoria. Nell’augurio che avvenga presto.

Totale ricavi

2016

2017

2018

2019

2022

Venezia

95.353.240

90.954.191

97.595.229

92.800.744

104.435.224

Saint Vincent

59.598.362

57.343.802

57.838.986

60.630.886

62.400.054

Campione

92.823.585

91.150.277

45.460.976

 

40.503.682

Sanremo

44.970.454

44.790.434

42.878.177

44.431.093

43.523.009

totale

292.315.641

283.878.704

243.773.368

197.862.723

250.861.969

La presente tabella è una delle motivazioni che mi invita a credere in un futuro con una numero di case da gioco diverso dall’attuale. In un certo senso mi pare si possa ragionevolmente concludere che la temporanea chiusura del casinò di Campione non ha prodotto un incremento, probabilmente atteso, dei tre rimanenti in esercizio. Non sono stati riportati i risultati del 2020 e 21 a causa del loro esercizio non completo causa restrizioni e conseguenti limitazioni dovute alla pandemia.
In  buona sostanza si può credere che avvicinando i bacini di utenza e creando nuova  offerta e si possa incentivare anche nuova domanda con interventi mirati al gradimento delle novità rilevando  che queste siano attrattive, anche dal punto di vista logistico, agendo sul fattore curiosità.

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