skin

No a nuovi casinò e gestione solo pubblica: un altro scenario è possibile

25 ottobre 2023 - 10:44

Al momento i casinò italiani sono solo quattro e tutti a gestione interamente pubblica, ma si possono ipotizzare anche soluzioni diverse.

Scritto da Mauro Natta
Foto di Werner Du plessis su Unsplash

Foto di Werner Du plessis su Unsplash

“Oggi, come allora, i casinò dei Paesi d’Oltralpe, non oggetti alle stesse limitazioni (divieto di pubblicità, Ndr), sono ancora là talvolta con strutture grandi poco più di una sala giochi pronti ad accogliere eventuali nostri giocatori. (…) È fondamentale, a garanzia della propria condotta, che la gestione del core business permanga in mano pubblica mantenendo lo status quo”. Questa una parte della dichiarazione del presidente della Casinò di Venezia Gioco Spa, Riccardo Ventura di cui all’articolo in data 21 ottobre.
Relativamente alla permanenza in mano pubblica, avendo lavorato per una società a capitale privato, non mi trovo tanto d’accordo. Allo stesso modo vedo il mantenimento dello status quo inteso come il non permettere l’apertura di altre case da gioco nel Paese.

Inizio da quest’ultima. Ho ascoltato da persone credibili in quanto notoriamente informate che l’online con giochi da casinò nel mese di settembre è stato maggiore che in quello precedente e che sul mese di settembre dello scorso anno l’incremento è arrivato al 20 percento circa. 
Non pretendo di  avere, come spesso scrivo, la verità in tasca, ma affermare che il gioco online e in specie quello da casinò, per le ragioni derivanti dal periodo pandemico, dalla facilità di accesso tramite computer o telefonino e dalla comodità di potervi accedere da casa comodamente seduti sul divano, ha dimostrato l’esistenza di una certa domanda non ritengo costituisca una esagerazione. Lo si può notare, ultimamente, in Olanda.
È pur vero che i ricavi delle case da gioco nel Paese sono ancora distanti, salvo qualche rara eccezione da quelli del 2017 e che la temporanea chiusura del casinò di Campione non ha prodotto incrementi importanti in entrate ed in presenze. Probabilmente i casinò d’Oltralpe, forse quelli della vicina Svizzera, hanno goduto della situazione. Le limitazioni nel 2020 e 2021 non mi pare possano essere prese a paragone in questo caso.

Ritengo, a questo punto, di poter scrivere convintamente che la domanda di gioco ha subìto un incremento non tanto qualitativo perché il controllarlo non mi è, come ad altri, possibile ma quantitativo e non solo nei giochi da casinò.
Per quanto alla permanenza delle gestioni in mano pubblica non desidero porre un confronto che, obbligatoriamente sarebbe col 1994 o precedenti a causa del cambio gestionale da privato a pubblico al casinò di Saint Vincent, dove ho lavorato  dal 1959 al 2000. Senza constatare come il gioco nei casinò sia cambiato nei gusti e, ancor più, nelle disponibilità economiche in generale che, tra l’altro e a mio avviso, hanno avuto un peso non indifferente nella valutazione del costo del personale sia nell’offerta sia nella valutazione del ritorno degli investimenti. 
Le tabelle che seguono sono, in ordine: introiti netti del mercato nazionale, introiti netti del casinò di Venezia e le quote di mercato a questo relative.
Tra i tanti disegni e progetti di legge presentati in Parlamento nel 1992 quando si sentì parlare di ampliare il numero della case da gioco assegnandole a località turistiche di un certo rilievo, uno che ho potuto leggere attentamente considerava la concreta possibilità che le relative gestioni, tra queste consideravano anche quelle stagionali, fossero affidate a chi gestiva già quelli in esercizio.
Mi pare, ma non lo posso giurare, che per quanto riguardava Venezia, si prospettasse una casa da gioco stagionale a Cortina.

 

2017

2019

2018

2021

2022

G. tavolo

101.541.120

72.979.353

88.372.176

39.715.108

95.633.011

Slot

182.337.584

124.883.370

155.383.193

67.348.456

155.228.958

totale

283.878.704

197.862.723

243.755.369

107.063.564

250.861.969

presenze

2.029.238

1.238.420

1.581.591

539.700

1.268.641

Venezia

2017

2019

2018

2021

2022

G. tavolo

39.242.423

40.354.233

43.518.388

22.943.908

44.558.142

Slot

51.351.768

52.446.511

54.066.841

31.441.423

59.877.082

totale

90-594.191

92.800.744

97.585.229

54.385.331

104.435.524

presenze

789.908

701.790

720.650

300.937

625.735

Venezia

2017

2019

2018

2021

2022

G. tavolo

38,65%

55,30%

49,24%

57,77%

46,59%

Slot

28,16%

42,00%

34,80%

46,68%

38,57%

totale

31,91%

46,90%

40,03%

50,80%

41,63%

presenze

38,88%

56,67%

4556%

55,76%

49,32%

Tornando alle tipologie gestionali, se pubbliche o private o,eventualmente, miste che già esistono in Europa e al numero dei casinò, non desidero esprimermi trattandosi di una questione politica nella quale non desidero minimamente entrare pur avendo personalmente delle preferenze.

Il problema che interessa ogni tipologia è quello che discende della natura giuridica delle entrate che derivano all’ente pubblico concedente e che riguardano il controllo sulla regolarità del gioco e degli incassi come è agevole evincere da quanto di seguito:

Regio decreto legge in data 16 luglio 1936, n. 1404
Visto l’art.3, n. 2, della legge 31 gennaio 1926 n.100;
Ritenuta la necessità assoluta ed urgente di provvedere;
Sentito il Consiglio dei Ministri;
Sulla proposta del capo del Governo, Primo Ministro, Ministro Segretario di Stato per gli affari dell’interno;
Abbiamo decretato e decretiamo:
Art. 1. È data facoltà al Ministro dell’interno di autorizzare, anche in deroga alle leggi vigenti, purché senza aggravio per il bilancio dello Stato, il comune di Venezia ad adottare tutti i provvedimenti necessari per poter addivenire all’assestamento del proprio bilancio e all’esecuzione delle opere pubbliche inderogabili.
L’autorizzazione del Ministro per l’interno ha efficacia giuridica anche in confronto a terzi.

L’articolo 19 del Decreto Legge n.318 del 1 luglio 1986 convertito in Legge n.488/86, dal titolo: Entrate speciali a favore dei comuni di  Sanremo e Venezia, recita al comma 1: “Le entrate derivanti ai Comuni di Sanremo  e Venezia dalle gestioni di cui al R.D.L. 22 dicembre 1927, n.2448 convertito dalla L. 27 dicembre 1928 n. 3125, nonché al Rdl 16 luglio 1936, n. 1404 convertito dalla L.14 gennaio 1937 n. 62, sono considerate, fin dalla loro istituzione, entrate di natura pubblicistica da classificarsi nel bilancio al titolo I, entrate tributarie. Non si dà luogo al rimborso delle imposte dirette già pagate”.

Vorrei chiudere con un parere, mi pare di una Sezione regionale della Corte dei conti, un mio appunto ma ne so di più, ma ritengo possa definire la locuzione   proventi: “Si ritiene che l’attività svolta dalla società, consistente nella gestione di una casa da gioco abbia natura imprenditoriale e che pertanto sia idonea a produrre utili in senso civilistico-commerciale (…). Tali utili – con riferimento specifico ed esclusivo all’attività di gestione del gioco – sono quelli derivanti dalla differenza tra i ricavi (ossia i proventi complessivamente prodotti dal gioco) e i costi di gestione”.

Altri articoli su

Articoli correlati