La giornata di oggi, 15 luglio, potrebbe segnare uno sparticacque, o almeno un importante cambiamento per le sorti future del Casinò di Saint Vincent.
Un percorso avviato a maggio con l'omologa del concordato preventivo, necessario per garantire la redditività e la ricaduta sul territorio della casa da gioco e che fra poche ore potrebbe vedere un altro passo importante, con il cambio della governance del casinò.
Probabilmente, stando alle indiscrezioni di stampa, con la sostituzione dell'attuale amministratore unico Filippo Rolando; voce che però troverà conferma solo nel pomeriggio di oggi, in concomitanza con l'assemblea dei soci chiamata ad approvare il bilancio del 2020.
Una probabile sostituzione mal digerita dal consigliere regionale valdostano
Stefano Aggravi (Lega), per il quale
non avrebbe senso “cambiare così la guida di una procedura di concordato fondamentale per salvaguardare l'azienda Casa da Gioco (nonché l'interesse di creditori e lavoratori)” e resta da capire se “le risorse necessarie per il cambio di governance (e altro..) sono già previste nei piani presentati”.
A rassicurare su questo fronte ci pensa
l’assessore regionale valdostano alle Partecipate, Luciano Caveri, che in un'intervista al nostro quotidiano prende l'impegno a non fare
“salti nel vuoto” e ad “applicare strettamente quanto previsto dalle tappe del concordato sotto il controllo del Tribunale”.
Caveri quindi chiarisce ulteriormente il suo pensiero, e le prospettive per la Casa da gioco, nella rubrica 'Calepin' del suo sito web. “Negli anni a venire bisognerà chiudere le ferite aperte negli anni scorsi e seguire il cammino preciso del rientro dai debiti e del conseguente rilancio posto con chiarezza nella definizione delle linee del concordato sotto il controllo del Tribunale di Aosta.
Il resto sono chiacchiere e speculazioni politiche.
Le scelte imminenti sul vertice del Casinò di Saint-Vincent - prosegue - creano - prima ancora che avvengano, discussione e, poiché sono uno di coloro che se ne sta occupando, ci tengo a scrivere alcune cose. Dal 1947, quando non esisteva ancora la Regione autonoma propriamente detta, non solo è passata molta acqua sotto i ponti, ma la società valdostana é cambiata in profondità, così come è cambiato il gioco d'azzardo e soprattutto la clientela.
Sarebbe bello poter entrare nelle sale da gioco nei decenni successivi all'apertura grazie agli spostamenti di una macchina del tempo: già nel 1957 avremmo visto un ambiente diverso da quello post bellico, così nel 1967 saremmo alla vigilia di grandi rivolgimenti sociali, idem nel 1977 quando i miei ricordi iniziano ed essere personali in un Casinò in sviluppo, mentre nei decenni successivi ho vissuto da politico i grandi rivolgimenti di una Casa da gioco nicchia elitaria e fastosa ad un clientela popolare e certo meno glamour.
Si arriva poi alla crisi in parte prevedibile e in parte no che ha portato alle vicende odierne. Ebbene, proprio questa cronologia in pillole mostra come il Casinò abbia avuto, negli alti e nei bassi, capacità di adattamento per adeguarsi ai diversi momenti vissuti. Questo conforta e credo che nuove stagioni positive, specie se la pandemia non riesploderà, dimostreranno gli spazi di sviluppo possibili".
Sul versante del bilancio, invece, si sa già –
come anticipato a GiocoNews Casinò dal direttore del Casinò Saint Vincent, Stefano Silvestri, che “
sarà in perdita, avendo lavorato solo sei mesi e mezzo lo scorso anno, ma di gran lunga migliore rispetto alle attese. Un risultato che certifica la bontà degli investimenti fatti, che ci consentono di mantenere un equilibrio, dopo una riapertura arrivata dopo sei mesi di interruzione”.
Poche ore e sapremo tutto.