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Vitali: 'Nuovi casinò, un obiettivo possibile'

20 maggio 2023 - 09:00

Luigi Vitali, già sottosegretario alla Giustizia, deputato e senatore, spiega perchè l'idea di istituirne uno per regione abbia più che mai la sua attualità.

Scritto da Anna Maria Rengo
@ pagina Facebook Luigi Vitali

@ pagina Facebook Luigi Vitali

Finalmente si fa sul serio. Peccato che questo “sul serio” riguardi tutti gli altri giochi con vincita in denaro, e non quelli che vengono praticati nei casinò. Questi ultimi sono infatti esclusi dal disegno di legge delega in materia fiscale, approdato il mese scorso alla Camera dei deputati per la sua definitiva approvazione parlamentare dopo il sì del consiglio dei ministri e che all'articolo 13 prevede, come ampiamente noto, il riordino dell'offerta di gioco in Italia. 
Senza neppure una riga sui casinò. Che invece erano citati nell'intesa raggiunta nel 2017 in sede di Conferenza unificata Stato ed Enti locali, poi rimasta lettera morta per via della mancanza dei decreti che il ministero dell'Economia e delle Finanze avrebbe dovuto redigere.
Ma stavolta dovrebbe andare diversamente. E ovviamente non è detto che nel corso dei lavori parlamentari non possa essere inserito anche un riferimento ai casinò, soprattutto se saranno ascoltate le sollecitazioni del Partito democratico che, sia alla Camera che al Senato, ha presentato due proposte di legge (rispettivamente a prima firma di Stefano Vaccari e di Franco Mirabelli) recanti il riordino dell'offerta di gioco, e che prevedono entrambe, nell'articolo dedicato ai casinò, la possibilità che ne vengano istituiti di nuovi, in deroga alle norme del codice penale che vietano il gioco d'azzardo. Questo, per ben precise finalità: il contrasto al gioco illegale, ma anche la sicurezza del gioco dove esso è svolto. Ancora, le due Pdl fanno tornare d'attualità un tema che era stato ipotizzato anche negli anni passati, ovvero la creazione di una unica società di gestione per i casinò, a partecipazione statale.
C'è da dire che in questa legislatura il tema casinò non pareva fino a qualche giorno fa certamente la priorità, tant'è che, a parte le due proposte Dem, non c'era stata la consueta (ma in verità decrescente nel corso degli anni) presentazione di Pdl che chiedono di istituirne di nuovi. Questo appunto, fino al Ddl del senatore Adriano Paroli che chiede di aprirne di stagionali a Gardone Riviera e a San Pellegrino Terme.
Il tema dei nuovi casinò è dunque tuttora un'opportunità? Lo abbiamo chiesto a Luigi Vitali, senatore tarantino di Forza Italia nella XVIII legislatura e una lunga carriera politica anche in quelle precedenti (XIII, XIV, XV e XVI), avendo tra gli altri incarichi ricoperto quello di sottosegretario alla Giustizia nel II Governo Berlusconi.

Partendo però dal principio: quali erano state le motivazioni che, nel 2006, l'avevano condotta a presentare una proposta di legge per istituire un casinò a Ostuni, in provincia di Brindisi?

“Le mie motivazioni erano molto semplici. Avevo verificato, anche attraverso convegni e interlocuzioni con la magistratura, che si stava diffondendo in maniera preoccupante l'attività del gioco illegale, che sfugge a qualsiasi controllo e verifica. Dunque, mi era sembrato più opportuno che quelli che erano portati a giocare potessero farlo legalmente. Questo, con un doppio vantaggio e finalità nell'ambito del possibile monitoraggio del giocatore. Innanzitutto, fare sì che i proventi derivanti andassero allo Stato così come avviene per gli altri giochi legali, che costituiscono una fetta importante delle entrate erariali; poi, grazie all'intervento delle istituzioni, degli assistenti sociali e degli psicologi, controllare il comportamento del giocatore affinchè non si passi dal gioco spensierato alla ludopatia. Tuttavia, allora non c'erano le condizioni perché una simile proposta venisse accolta e non se ne fece niente. Mi auguro tuttavia che ci possa essere almeno un casinò per regione. Questo nell'interesse dello Stato che può avere sotto controllo una sorta di mappatura di chi non ha un reddito proporzionato all'attività ludica che svolge.”

Come mai aveva individuato proprio Ostuni, la “città bianca” del Salento, come possibile location per un casinò?

“Perché è una citta turistica, come Sanremo o come Saint Vincent. Ha un richiamo particolare e ha una rete di strutture ricettive importanti. Perchè è ovvio, se hai un casinò devi offrire anche i servizi correlati. Un'alternativa poteva essere Fasano, sempre in provincia di Brindisi, che si trova a pochi chilometri da Ostuni e che ha tutte le infrastrutture necessarie.”

Come mai, secondo lei, tutte le proposte di legge in materia sono cadute nel vuoto, nonostante persino la Corte costituzionale avesse invitato a legiferare sull'argomento, evidenziano il vuoto normativo esistente e tuttora non colmato?

“Penso che non si sia avuto il coraggio di farlo. Quando si sono liberalizzati gli altri giochi in denaro c'è stata una corrente di pensiero che ha manifestato perplessità e che ha evidenziato la preoccupazione che tale legalizzazione avrebbe portato all'asservimento alla ludopatia, con conseguenze su famiglie e persone, tra separazioni e rischio di suicidi. Questa ondata ha frenato la politica, che non ha affrontato seriamente la materia. Oggi i problemi allora sollevati non si porrebbero più, nel senso che c'è già una rete tale di giochi legali che i casinò non aggraverebbero, né alleggerirebbero la situazione.
Per quanto riguarda i casinò, siamo già in ritardo. I nostri connazionali vanno all'estero, e con loro ci vanno i loro denari. Del resto, se vuoi giocare, lo puoi fare ma non trovi opportunità nel tuo paese, lo fai altrove. Esistono anche organizzazioni che ti pagano il viaggio e il soggiorno! È stupido mettersi il prosciutto sugli occhi. Bisognerebbe prendere atto della situazione e rendere compatibili le esigenze dello Stato e delle istituzioni con la libertà di tutto.”

Dal 2006 a oggi il panorama italiano del gioco è molto cambiato. Avrebbe senso, ora, proporre di aprire nuovi casinò, visto che nel corso degli anni il loro fatturato si è ridotto? E ancora, nuovi casinò potrebbero accrescere l'offerta turistica del territorio di riferimento?

“Assolutamente sì. I casinò hanno un appeal turistico, infatti la mia proposta non a caso vedeva in Ostuni la sede naturale per una casa da gioco. E anche se non fosse stato istituito lì poteva andare bene Fasano o altre luoghi della Puglia. Penso a Gallipoli, al Salento, ma anche al foggiano, dove ci sono delle località molto belle e attrattive e che potevano essere una collocazione. Non credo proprio che un casinò per regione sia uno scandalo per nessuno e che nel terzo millennio un casinò possa costituire un pericolo o un danno. Anzi, a detta dei magistrati, sarebbe una concorrenza legale a colore che invece gestiscono illegalmente i giochi.”

Il governo guidato da Giorgia Meloni ha approvato il disegno di legge delega in materia fiscale che, come detto prevede anche di rimettere ordine all'offerta di gioco (pur non considerando i casinò). Lei pensa stavolta si riuscirà a portare a termine sia la riforma fiscale nel suo complesso che, al suo interno, quella del gioco?

“Io penso che il presidente Meloni abbia già dato prova di sapere quello che vuole e di saperlo realizzare. Sono convinto che arriverà alla fine di questo percorso. È una donna capace, testarda, tenace e guida un partito al cui interno non ci sono correnti." 

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