Slc: 'Relazioni sindacali e rilancio Casinò Venezia, intervenga sindaco'
Salvatore Affinito, coordinatore regionale settore servizi Slc-Cgil, commenta le relazioni industriali con il management del Casinò di Venezia e chiede l'intervento del sindaco.
La tardata presentazione alle organizzazioni sindacali del nuovo organigramma aziendale (che in realtà è stato comunicato ufficialmente ai dirigenti, quadri, responsabili di servizi/uffici, e per conoscenza alle Ooss stesse, ieri 22 giugno, e sarà illustrato a queste ultime il prossimo 27 giugno) e anche l'avviso della dirigenza sul comportamento dei dipendenti in servizio, sono oggetto di un'analisi critica da parte di Salvatore Affinito, coordinatore regionale settore servizi Slc-Cgil, sigla sindacale di categoria che, assieme alle altre, ha già inviato una lettera al sindaco Luigi Brugnaro nella quale si esprime “profonda preoccupazione per la situazione di stallo determinatasi in seguito all'insediamento del nuovo Cda del Casinò di Venezia (ormai otto mesi fa) e alla nomina del nuovo direttore generale” e si “confida” in un intervento del primo cittadino “per creare un assetto più operativo “ e “un clima più collaborativo tra le varie parti del tessuto aziendale”.
Il responsabile Slc afferma dunque una complessiva delusione: “Avevamo sperato che il nuovo direttore generale fosse l'uomo capace di imprimere un nuovo slancio al Casinò di Venezia, perché finalmente competente del settore, con esperienze internazionali da importare in casa nostra. Capiamo oggi che ci troviamo di fronte a un problema grande come una casa: il nuovo direttore generale non è avvezzo al diritto del lavoro di questo Paese, negli ultimi anni ridimensionato da provvedimenti dei diversi governi, ma pur sempre meglio esigibile che in altri paesi, dal punto di vista giuridico, nonché nell'esercizio dell'azione diretta. Si è perduta mesi fa, con tutta la superficialità del caso, una figura di direttore del personale di grande competenza e professionalità, ineguagliabile nell'attenta e paziente gestione delle relazioni industriali: oggi, nel nuovo organigramma, questa delega non appare chiaramente attribuita. Forse non se ne prevede proprio l'esercizio?”.
Affinito punta il dito anche contro l'emanazione di quello che definisce “un vero e proprio 'editto' sulle norme comportamentali da tenere nell'attività di gioco, condito anche da toni disciplinarmente truci e da blandizie di carriera per i più scrupolosi osservanti. Ne è nata una generalizzata irritazione da parte dei lavoratori che si sono sentiti lesi nella loro professionalità, per i toni da caserma (in realtà, anche altre sigle sindacali hanno inviato delle comunicazioni alla dirigenza su questo tema Ndr). Capiamo l'esercizio del potere gestionale da parte di chi dirige l'Azienda, ma mi chiedo: era proprio necessario? Era proprio opportuno richiamare i dipendenti, arringandoli da un pulpito che predica bene, ma razzola malissimo, non esprimendo alcuna idea di Piano rilancio? O si sta insinuando che il rilancio manca perché sono i lavoratori a non fare bene il loro mestiere? Da notare poi come, magari con lo stesso intento, ma con un approccio diametralmente opposto, la scorsa quanto brevemente incaricata presidente Ilaria Bramezza, un anno fa avviava un percorso di formazione sulla 'cura del cliente', universalmente apprezzato dai lavoratori.