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Slc Cgil: 'Casinò Sanremo, diversificazione di intrattenimento'

06 giugno 2019 - 06:17

L'Slc Cgil esprime i suoi auspici per il futuro del Casinò di Sanremo, all'indomani della conferma di Biancheri alla carica di primo cittadino.

Scritto da Anna Maria Rengo

“Una maggior sinergia tra città e casinò. Le due entità sono simbiotiche ma a seconda dell’opportunità politica il Casinò è stato presentato come un parassita dimenticando che dal 1905 al 2000 ha ampiamente distribuito fondi a tutti comuni del distretto”. Questo l'auspicio che Mauro Lupano, rappresentante sindacale aziendale dell'Slc Cgil, esprime sul futuro della nuova amministrazione comunale di Sanremo, dopo che Alberto Biancheri è stato riconfermato sindaco, al primo turno.

E ricorda: “Ai candidati avevamo anche chiesto che il casinò torni a essere un importante serbatoio occupazionale; questo non come succedaneo degli ammortizzatori sociali ma in quanto stiamo rapidamente raggiungendo la stasi produttiva: il personale dipendente non è più numericamente in grado di coprire la necessaria offerta di gioco e l’Azienda ricorre massicciamente al lavoro somministrato.
Questo sfruttamento del precariato, oltre a ledere la dignità dei lavoratori, impedisce la crescita professionale degli impiegati interinali e comporta un aggravamento dei costi del lavoro grazie alla percentuale versata al caporalato legalizzato delle agenzie interinali”.

Quanto alla futura governance, "Al momento l’azienda dispone di un folto gruppo di quadri preparati e capaci, potremmo tranquillamente procedere in ordinaria amministrazione senza la presenza di un Dirigente; la presenza di una figura apicale è tuttavia necessaria a fini burocratici: è necessaria una persona fisica che figuri come datore di lavoro, responsabile della sicurezza e altro. Su queste basi la scelta tra un amministratore delegato e un direttore generale potrebbe essere una discussione accademica se non fosse che, purtroppo, la recente esperienza ha dimostrato che un Dg può essere molto onerosa.
Ci auguriamo che, qualunque sarà la scelta del sindaco, si tratti di persona che impieghi maggiormente le risorse interne invece che ricorrere massicciamente a consulenze esterne".

Lupano si esprime anche sul rilancio dei giochi: "Benché le slot forniscano il 70 percento dell’introito del Casinò di Sanremo, i giochi tradizionali sono irrinunciabili. I quattro casinò italiani, purtroppo ora tre, operavano in regime di oligopolio per i giochi lavorati; qualunque imprenditore che rinunci a un’esclusiva sarebbe considerato un folle ma, irrazionalmente, si discute se rinunciare o meno ai tavoli francesi in quanto troppo onerosi in termini di costo del personale. Un casinò privo dei tavoli diventa una qualunque sala giochi; perché recarsi a giocare alle slot a Sanremo quando c’è già una sala giochi nel proprio quartiere a Firenze o a Genova? Durante i periodi di maggior affluenza la valuta introitata in quattro tavoli francesi è stata spesso superiore a quella di un numero triplo di tavoli americani: è facile dedurre che la roulette francese mantiene intatto il suo fascino e che sia un prodotto richiesto dai clienti; rinunciarci significherebbe rinunciare a una fascia di clientela medio-alta di cui beneficia anche la città.
Forse sarebbe più opportuno chiedersi se fosse meglio tornare a puntare su un turismo elitario in una città che non ha le attrattive e le strutture adatte a un turismo di massa.
Un capitolo a parte meriterebbe il gioco online; benché il Casinò di Sanremo sia stato pioniere nel settore, l’argomento resta scarsamente discusso e sembra impossibile affiancare alla Fair Roulette Live il Punto Banco Live sebbene il tavolo fosse già stato approntato anni fa".

E sul fronte cultura osserva: "Sarebbe prima opportuno chiedersi se presentare un libro alla settimana, usare il Teatro per le rappresentazioni scolastiche e raduni di Loggia ed esporre qualche quadro o una raccolta di vecchie carte da gioco sia veramente 'cultura'! Il Teatro del Casinò di Sanremo può vantarsi di aver avuto come direttore artistico Luigi Pirandello; le anteprime delle grandi compagnie, la rappresentazione di 'rodaggio' che viene fatta prima di cominciare le tournee, avvenivano al Teatro del Casinò; i Galà avevano sempre ospiti di grande fama; l’Orchestra Sinfonica di Sanremo compiva tournee e incideva dischi. Al casinò sono nate le manifestazioni che hanno portato il nome di Sanremo nel mondo.
Tutto questo è ormai diventato uno sbiadito ricordo appannato ancor più dalle gestioni politiche che hanno seguito la creazione della Casinò Spa, gestioni con mentalità provinciali e perdenti che hanno ridotto il casinò da una realtà europea a una piccola impresa di provincia.
Non solo è indispensabile tornare a tornare a essere il polo culturale di una cittadina di per se quasi spenta, ma si deve anche prendere in considerazione un ritorno al concetto originario di Kursaal: un luogo di ritrovo, spettacoli, concerti, enogastronomia e ricevimenti aperto alla città; un luogo di svago e divertimento per tutta la famiglia. Non solo gioco d’azzardo ma una diversificazione più ampia possibile dell’offerta di intrattenimento".
 
Il sindacalista conclude osservando: "Negli ultimi anni la politica di gestione del personale può essere condensata in una sola parola: vessatoria! Le richieste d’incontro e le comunicazioni sindacali non ricevono risposta. La Commissione paritetica aziendale non è più convocata da tempo. Le richiesta dei singoli con problemi oggettivi vengono rimandate all’infinito; con problemi oggettivi si intende anche problemi di salute o invalidità permanenti. L’Azienda sembra intestardirsi su problemi secondari trascurando ogni tentativo di trasformare il personale in un team coordinato ed efficiente, è completamente alieno il concetto che un lavoratore motivato è più produttivo e soddisfatto.

In una recente intervista l’ormai ex direttore generale ha tenuto ad annoverare tra i risultati ottenuti: 'Abbiamo raggiunto un tasso pressoché integrale di successo nella difesa delle cause di lavoro'! Anziché riconoscere in Paritetica le rivendicazioni dei lavoratori presentate a seguito della maturazione di diritti, è stato ingaggiato un prestigioso Studio Legale milanese per trasformare in contenzioso legale il riconoscimento dei diritti acquisiti. La parte più agghiacciante di questa farsa è che in molti il patrocinio legale, probabilmente, è costato molto più dell’accoglimento delle richieste.
Credo che quest’ultimo paragrafo sia la miglior definizione di vessatorio”.  

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