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Pucci (Sgi): “Urge rivisitazione del concetto di salvaguardia erariale”

27 novembre 2012 - 11:16

Una Rivisitazione del concetto di salvaguardia erariale applicato al gioco lecito. E' la ricetta per 'salvare' il comparto del gioco lecito proposta dall'avvocato Massimiliano Pucci, Presidente dell'Associazione As.Tro che interviene questa mattina al dibattito 'Finanza, gioco e legalità' promosso dal concessionario Codere in rappresentanza della Federazione istema gioco italia di Confindustria. Se il gioco lecito dovrà ancora 'comprare' la sua legittimazione attraverso solo l’ammontare della sua resa erariale, allora l’implosione sarà molto rapida. Il gioco lecito è una industria sana che tiene lontano la criminalità senza dover usare esercito e carabinieri, ed attualmente è l’unico contesto economico che non de-localizza: è compito dello Stato trovare il modo di tutelarla, gli operatori più di così non possono fare.

Scritto da Sara

Spiega Pucci: “Legalità all’interno del sistema del gioco lecito è un concetto molto particolare. Se lasciato fine a se stesso diventa solo una etichetta, una bandiera, una ripetizione di un aggettivo, ma non esprime alcun valore specifico. Per essere tale, la legalità deve essere 'lo' strumento che consente quotidianamente all’azienda di sviluppare ricchezza, ovvero il percorso attraverso il quale  gli sforzi dell’impresa vengono premiati”.  Per raggiungere questo risultato, secondo il leder As.Tro, tutti devono portare il loro contributo: a partire dalle Istituzioni, attraverso regole chiare e funzionali che NON tutelino solo le prerogative pubbliche in quanto tali ma che tutelino anche e soprattutto chi opera nella legalità. Anche le abnche devono fare il loro, attraverso un trasparente ritorno alla loro funzione di erogatori di credito alle imprese che rispettano le legge, e non solo a quelle aziende che risultano aderenti ad arbitrari parametri. Ricordiamoci che è proprio di Confindustria la proposta di introdurre il “Legale Renting” per le imprese che chiedono credito alle banche, al fine di non lasciare in balia della stretta creditizia proprio quelle aziende che non si piegano all’illegalità, soprattutto in tempo di crisi. E che sia proprio questo il “rischio attuale più grave per tutta l’economia italiana”, ce lo ricorda il Procuratore Nazionale Antimafia, che 2 settimane fa alla CNA di Treviso sottolineava “In un momento di crisi economica chi ha danaro liquido ha potere, e le aziende, in difficoltà per mancanza di liquidità e con problemi a reperire risorse dai canali legali del credito a causa della stretta creditizia, devono stare attente ed evitare ogni tentazione di farsi coinvolgere da ambiti criminali pronti a investire nell’economia legale grandi quantità di denaro provenienti dai traffici illeciti”. Oltre a questi soggetti è tuttavia fondamntale il ruolo degli operatori, i quali possono e devono fare del loro attraverso la costante elevazione qualitativa dei processi aziendali, perché non c’è modo di osservare a pieno la legalità se si opera con  approssimazione /disordine gestionale, o si attuano forzature dei meccanismi di leale e lecita concorrenzialità tra operatori”.

“La realtà purtroppo – prosegue Pucci - ci rivela che l’attuale dimensione che ha assunto il concetto di legalità non è idonea ad elevarla al rango di elemento di sviluppo e crescita dell’impresa.  Anzi, ci mette al cospetto di situazioni in cui il rispetto della legalità è spesso  un passaggio dell’imprenditore su 'vomeri ardenti', in cui burocrazia e adempimenti assumono sempre più il rango di “forma” fine a se stessa. E' a volte persino fattore di chiusura aziendale coatta, per esempio se si ha la sfortuna di operare in  contesti territoriali dove il gioco lecito è ghettizzato in ambienti disabitati,  Ma in generale, non è mai fattore di crescita e sviluppo”.

Diventa centrale – allora – capire cosa impedisce all’attuale dimensione del concetto di legalità, di diventare un volano di sviluppo,  convenire all’impresa che lavora correttamente,  essere il deterrente istituzionale e sociale per chi opera in spregio alle regole. Come si dimostrerà nel prosieguo – infatti – se si arriva al punto in cui l’illegalità diventa una scelta conveniente, il rispetto delle regole diventa solo un odioso balzello, e perde la sua caratteristica di costituire un vanto per l’impresa.

A minare il settore in questo momento sono alcuni fattori più che rilevanti secondo il numero uno di As.Tro, come gli 'attacchi' da parte dei media che minano l'imagine e la reputazione del settore, la fiscalità troppo orientata alle entrate erariali che spesso soffoca gli operatori e a cui si aggiunge il comportamento a volte assurdo delle banche che scoraggiano le aziende del gioco. E, in tutto questo, l'operatore del gioco deve fare i conti con normative di carattere locale che vietano le aperture di nuove sale e limitano la libertà di impresa. Per arginare questi fenomeni, secondo Pucci, serve una "Rivisitazione del concetto di salvaguardia erariale applicato al gioco lecito". E, oltre a questo, è necessaria una "applicazione più puntuale degli strumenti di reazione attualmente disponibili" e una "messa in sicurezza del sistema" che passa anche attraverso una rivisitazione delle norme vigenti.

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