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Giochi, Corte dei conti: 'No a inasprimento imposte o una tantum'

05 aprile 2017 - 10:32

Nel Rapporto 2017 sul coordinamento della finanza pubblica la Corte dei conti sottolinea che non è praticabile l'aumento delle imposte sui giochi.

Scritto da Redazione
Giochi, Corte dei conti: 'No a inasprimento imposte o una tantum'

Per quanto riguarda il "segmento dei giochi, i risultati più recenti sembrano evidenziare la relativa saturazione del settore e una tendenza alla diminuzione della resa media dei giochi, in termini di utili netti per l’erario, onde poter fronteggiare l’aumento della quota delle spese corrisposte per vincite e per spese di gestione. Ciò che rende difficilmente praticabile una nuova ondata di inasprimenti impositivi o di entrate una tantum, in aggiunta a quella posta in essere nel biennio 2015-2016".

 

Lo sottolinea la Corte dei conti nel "Rapporto 2017 sul coordinamento della finanza pubblica".


"Se è indubbio che la politica fiscale ha impresso forti accelerazioni alla dinamica delle entrate, non altrettanto sembra potersi dire circa la sua efficacia nel rafforzare strutturalmente la tenuta del sistema tributario: in modo da sottrarlo ai vincoli che spingono a continue ed affannose ricerche di nuove fonti di
gettito e, nel contempo, porre i presupposti per il conseguimento di obiettivi di redistribuzione del prelievo nel quadro di una riduzione della pressione fiscale complessiva. E’ questa la conclusione cui si perviene allorché, andando oltre i successi di gettito testimoniati dai dati d’insieme, si vanno ad analizzare le tipologie di misure che hanno caratterizzato le manovre varate nell’ultimo decennio.
In particolare, si è provveduto ad enucleare dai risultati d’insieme il contribuito netto (saldo fra maggiori e minori entrate) fornito da provvedimenti riconducibili a quattro tipologie: il contrasto all’evasione, le anticipazioni di gettito, il prelievo derivante da giochi e lotterie e le c.d. spese fiscali (agevolazioni, esenzioni ed altri trattamenti tributari di favore).
Si tratta di segmenti che riflettono la crescente esigenza del policy maker di aumentare il gettito senza aumentare le imposte", si legge nel Rapporto.

In particolare, nel conplesso "le variazioni di gettito che si registrano fra il 2013 e il 2017 sono costantemente negative ma, anche in questo caso, si tratta di esiti cui concorrono in misura e con segno diverso le quattro tipologie in esame. Le anticipazioni di gettito crollano, subendo i contraccolpi di scelte operate nelle annualità precedenti, ma si manifesta ancora un effetto compensativo: questa volta dal fronte delle entrate da giochi e lotterie. Allo stesso modo, il rilancio negli ultimi anni della lotta all’evasione come strumento di copertura finanziaria consente di iscrivere in bilancio maggiori entrate che aiutano a contenere i vuoti di gettito derivanti da una crescita delle spese fiscali. Dal 2013, dunque, si assiste ad una forte dilatazione delle risorse movimentate dall’intermediazione fiscale; ma ciò non impedisce che il saldo fra maggiori e minori entrate risulti pesantemente negativo".
 
Fra le tipologie di entrata che hanno "influito positivamente sulla dinamica del gettito sono rappresentate dai proventi del settore dei giochi (lotto e lotterie) e da forme di prelievo che si configurano come dei veri e propri anticipi di entrate future. Entrambe fanno parte dell’area delle c.d. 'entrate volontarie' che, nell’accezione coniata dalla Corte, identifica un insieme (comprensivo anche del gettito prodotto da provvedimenti una tantum) che risulta accomunato da un indirizzo di politica delle entrate affidato al maturare di extra gettiti indipendenti da espliciti inasprimenti della pressione tributaria formale. In entrambi i casi, insomma, il contribuente si assoggetterebbe volontariamente ad un onere impositivo, nella prospettiva di un vantaggio potenziale (una vincita al gioco) o effettivo (uno sconto rispetto all’imposta cui sarebbe assoggettato in futuro).
Nell’ultimo decennio, le manovre che hanno interessato queste due tipologie hanno fornito un impulso crescente alla crescita del gettito complessivo: dai 0,7 miliardi del 2008 ai 7,1 miliardi di fine periodo.
Nel caso dei giochi, le accelerazioni della politica fiscale si sono manifestate in misura massiccia a partire dal 2012, attraverso ordinari aumenti della misura del prelievo erariale unico (Preu), forme di prelievo aggiuntivo e prelievi straordinari. Ad essi si sono aggiunti, fra il 2015 e il 2016, gli extragettiti una tantum conseguiti attraverso le gare per l’aggiudicazione delle concessioni delle diverse categorie di gioco", si legge ancora nel documento.

"Non c’è dubbio che il fenomeno delle 'entrate volontarie' continuerà ad avere un ruolo di primo piano nelle manovre di finanza pubblica del futuro.
La leva delle anticipazioni di entrata, se ampliata ed estesa nel tempo, finirebbe per alterare i meccanismi impositivi: per essere sollecitata, l’adesione del contribuente richiederebbe 'sconti' d’imposta sempre più consistenti, con il rischio di intaccare la tenuta del gettito futuro", conclude il Rapporto.
 

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