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Porro (Il Giornale): 'Divieto pubblicità ipocrita, gioco iper tassato'

12 luglio 2018 - 15:34

Nicola Porro, vice direttore de Il Giornale, commenta aumento del Preu per slot e Vlt contenuto nel decreto Dignità insieme con il divieto di pubblicità al gioco.

Scritto da Redazione
Porro (Il Giornale): 'Divieto pubblicità ipocrita, gioco iper tassato'

 

"La questione dei giochi è una cosa straordinaria: gli impediscono di fare la pubblicità come se fossero l'alcol - ah no, l'alcol la pubblicità la fa - e le sigarette - ah no, ma ci sono 10 milioni e mezzo di italiani che ancora fumano nonostante il divieto della pubblicità -, ci si accorge che non facendo la pubblicità viene meno l'Iva e come si fa a rendere tutto facile? Si tassano i giochi. Quindi gli si toglie la pubblicità, vengono meno introiti per mancanza dell'Iva derivante dalla pubblicità quindi si tassano ancora di più i giochi. Attualmente tassati al 50 percento e oltre a quei 10 miliardi che forniscono ogni anno allo Stato, hanno da pagare i dipendenti, i contributi, l'Ires e tutte le altre tasse che tutti noi paghiamo".
 

Lo sottolinea il giornalista Nicola Porro, vice direttore de Il Giornale, in un video postato sulla sua pagina Facebook in cui torna sul divieto di pubblicità inserito nel decreto Dignità, alla luce dell'aumento del Preu per slot e Vlt  deciso per compensare i minori introiti derivanti dallo stop previsto dal decreto stesso.
 
 
"Quindi non è che sono tassati: sono iper tassati. Allora mi chiedo: se non volete la pubblicità, se li volete iper tassare, perché non fate meno gli ipocriti e dite: rinunciamo a questi 10 miliardi di incassi che lo Stato ha ogni anno, e chiudiamo i giochi. Non si può giocare in Italia, come non si può fare la prostituzione, non si potrebbe fumare, diciamo così, nei luoghi pubblici. Viviamo in questo sistema incredibile di ipocrisia: da una parte diciamo che la ludopatia è il grande problema italiano, ma se tale è allora non facciamo fare i giochi, no 'smettiamo di fare la pubblicità'. Il ludopatico non va a giocare perché c'è la pubblicità, ma ci va perché è ludopatico. Non si va a drogare uno perché c'è la pubblicità della cocaina, ma perché è drogato. Allora, se lo vogliamo vietare, vietamolo completamente, cosa che io trovo incredibilmente sbagliata. Bisogna liberalizzare non drogare, legalizzare non impedire di giocare".
 

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