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Antimafia, 21 arresti per esercizio abusivo di gioco e scommesse

21 novembre 2018 - 11:43

La Direzione distrettuale antimafia di Catania arresta 21 persone per gioco e scommesse illegali, sequestrati beni un valore di 70 milioni di euro.

Scritto da Redazione
Antimafia, 21 arresti per esercizio abusivo di gioco e scommesse

 

Ventuno arresti per l’esercizio abusivo di attività di gioco e scommesse. Li ha eseguiti la Direzione distrettuale antimafia, militari della Guardia di Finanza di Catania, supportati dal servizio centrale investigazione criminalità Organizzata (Scico), militari del Comando provinciale carabinieri e della sezione anticrimine carabinieri di Catania "nei confronti di soggetti - si legge in una nota dell'Antimafia - ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere di tipo mafioso, associazione per delinquere finalizzata alla commissione di reati inerenti a intestazione fittizia di beni, connessi alla gestione illecita d’imprese, in parte attive in Italia, in parte stanziate all’estero, dedite all’acquisizione di licenze e concessioni governative utilizzate per le attività di giochi e scommesse a distanza, effettuate aggirando la normativa nazionale di settore, quella fiscale e quella anti-riciclaggio, nonché quella sulle misure di prevenzione patrimoniali, anche attraverso l’intestazione fittizia di beni e società, di delitti contro il patrimonio e per acquisire la gestione o comunque il controllo diretto ed indiretto delle attività imprenditoriali attive nel settore dei giochi e scommesse a distanza in Sicilia".

Le indagini condotte dalle forze di polizia sono state distinte ed autonome tra loro ma coordinate dalla Procura di Catania secondo un unico progetto investigativo che prevedeva la suddivisione delle aree di intervento in modo che la Guardia di Finanza si occupasse delle indagini riferite al gaming online e i carabinieri si occupassero delle attività del sodalizio di tipo mafioso".
 
Il provvedimento è quindi la naturale prosecuzione dell’operazione eseguita in data 14 novembre, con l’emissione, da parte della Procura di Catania, di un fermo nei confronti di quindici soggetti, ritenuti mafiosi, operanti nel settore del gaming online.
 
"Contestualmente sono state eseguite sedici ordinanze di sottoposizione ad arresti domiciliari da parte della Guardia di Finanza - continua la nota - supportata dal servizio centrale investigazione criminalità organizzata, nei confronti di appartenenti alla rete commerciale di soggetti proprietari di un sito internet di scommesse, attraverso il quale hanno saputo imporsi nel mercato regionale del gaming con il primario ruolo di bookmaker”.
 
"I soggetti arrestati hanno nel tempo assicurato l’intestazione formale delle attività commerciali attive nel settore del gaming e nel commercio di autoveicoli, alimentate dal gruppo mafioso con gli illeciti introiti provenienti dal controllo di una rete nazionale di circa 500 agenzie di scommesse; garantito il funzionamento, in modo capillare nelle province di Catania, Messina, Siracusa, Palermo e Trapani, del sito web di scommesse, negli anni 2016 e 2017, nei quali sono state raccolte su rete fisica giocate in contanti per circa 20 milioni di euro; curato l’affiliazione e la predisposizione dei centri scommesse dei bookmaker coinvolti, alcuni dei quali simulavano un’attività intermediazione del gioco online, in realtà, praticando la tradizionale raccolta da banco".
 
"Nel procedimento sono stati complessivamente portati ad esecuzione sequestri preventivi finalizzati alla confisca, anche per per sproporzione, di un patrimonio complessivo di circa 70 milioni di euro localizzato sia in Italia che all’esteroLe indagini hanno in particolare consentito di sottoporre a sequestro: 207 rapporti bancari e conti correnti accesi in Italia e nelle Isole di Man, in Austria, in Gran Bretagna e a Malta; 42 immobili; 36 attività imprenditoriali operanti non solo nel settore del gaming; 24 centri scommesse dislocati tra Messina, Catania e Siracusa; 9 automezzi".
 
 
Tra gli arresti eseguiti dai Carabinieri e grazie all’attività congiunta delle diverse forze di polizia coinvolte, figura anche Carmelo Santapaola, attuale vice sindaco del Comune di Misterbianco (Ct), nonché cugino di alcuni degli indagati, al quale viene contestato il reato di di intestazione fittizia di beni, in quanto titolare di fatto – unitamente agli stessi di un bar, attività ubicata in Monte Palma e già posta sotto sequestro il 14 novembre.

Santapaola è stato subito collocato agli arresti domiciliari.

 

 

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