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Papalia (Fiegl): 'Far ripartire gioco e riaprire dialogo con istituzioni'

04 giugno 2020 - 10:15

Stefano Papalia, presidente di Fiegl - Federazione italiana esercenti gioco legale, chiede alle istituzioni un confronto serrato per la riapertura del settore.

Scritto da Redazione
Papalia (Fiegl): 'Far ripartire gioco e riaprire dialogo con istituzioni'

"Il settore è in una condizione drammatica. Per questo abbiamo pensato di fare un annuncio importante, perché la situazione è ferma, e nonostante l'impegno di tutti i componenti della filiera non riusciamo a sbloccare la situazione. L'Italia è uscita dal lockdown ma siamo ancora in attesa di un segnale".

Così Stefano Papalia, presidente di Fiegl - Federazione italiana esercenti gioco legale, nel corso di una videocall organizzata oggi, 4 giugno, nel giorno della pubblicazione sulle pagine di alcuni quotidiani di un annuncio per richiamare l'attenzione dell'opinione pubblica sul fatto che "il divieto di riapertura e la nuova tassa sulle scommesse decisa dal governo stanno mettendo in ginocchio il comparto del gioco legale".

 

"Un numero importante dei nostri associati probabilmente non riaprirà.
A ciò si unisce la questione della cassa integrazione, che, nonostante gli sforzi del Governo, non è stata ricevuta dalla maggior parte dei dipendenti delle aziende del nostro settore, costrette ad anticipare gli stipendi. 
Terzo elemento il Dl Liquidità: ancora non è chiaro perché le aziende del settore per un ipotetico codice etico o questioni di antiriciclaggio si vedono negare accesso al credito, e in più è arrivata la comunicazione delle banche che prospetta la chiusura dei conti agli esercenti del settore.
Al danno si è aggunta la beffa con l'introduzione della nuova tassazione delle scommesse per finanziare il fondo salva-sport, tassare in questo modo vuol dire per il piccolo esercente una botta esagerata, specie in un periodo in cui il Governo sta dicendo a tutti 'ti aiutiamo'.
Non possiamo fermarci, deve arrivare una risposta. Non si sa se il 15 giugno si potrà ripartire, ma ad oggi non abbiamo nessuna certezza.
Subentra un meccanismo di frustrazione: mi dici 'riapriamo', ma la cosa piu grace che i bostri lavoratori stanno già snaificando, facendo investimenti e ci chiamano per sapere cosa devono fare. E' evidente che la difficoltà è forte", puntualizza Papalia.
 
 
"Ci riserviamo di andare oltre, ma è evidente che così non possiamo andare avanti.
Ieri il premier Conte ha fatto l'ennesimo discorso, ascoltavamo sperando che fosse 'la volta buona', ma non ha detto neppure una parola per 60mila lavoratori, che con l'indotto arriva a 100mila. Aspettiamo risposte".
 
Il presidente prosegue: "Abbiamo inviato agli enti preposti protocolli per riapertura, indicazioni condivise anche dai sindacati. Stiamo cercando di dare tutte le indicazioni che servono per riaprire in sicurezza. Il problema è il silenzio, chiediamo e non abbiamo risposte e quelle che abbiamo sono preoccupanti. Se il partito di maggioranza dice 'è meglio che il settore non riapra' e non arrivano indicazioni, c'è il timore che effettivamente ci sia una volontà nel voler aspettare a far ripartire il settore.
Nella tabella del'Inail sui rischi i negozi di gioco avevano un livello medio alto, e gli altri che erano nella stessa fascia hanno già riaperto", sottolinea.
 
"Uno dei primi obiettivi che ci siamo posti fin dalla nostra fondazione è di riaprire un dialogo costruttivo con le istituzioni, per far capire nel dettaglio quello di cui stiamo parlando quando parliamo del settore.
Gli esercizi sono arrivati al limite della gestione del conto economico del negozio, negli ultimi mesi ci sono stati continui aumenti di tassazione, limiti orari, così non si può andare più avanti.
Deve finire la storia che ci lamentiamo soltanto. Molti non sanno in realtà cos'è il settore, che contribuisce all'Erario per 12 miliardi all'anno. Questa perdita di gettito va ad alimentare il gioco clandestino, tornando a 20 anni fa con il risultato che Stato perderà introiti, tanta gente perderà il lavoro e andrà persa anche la barriera di legalità costruita in questi anni", evidenzia ancora Papalia.
 
Quanto agli scenari futuri, "penso che finora non si sia aperto per valutazioni oggettive, lungi da me pensare che ci possa essere un progetto sotto", osserva Papalia, in riferimento alla ventilata ipotesi che i giochi possano addirittura non ripartire per nulla, magari su sollecitazione di qualche rappresentante del terzo settore. "Nei prossimi giorni cercheremo in maniera sempre più stringente, di avere una risposta. Questo è quanto i nostri esercenti ci chiedono. Se si ragiona su date diverse dal 15 giugno bisogna cambiare decisamente approccio".
Infine, Papalia ribadisce la propria preoccupazione anche per il fatto che da metà giugno le aziende non potranno più fare ricorso, almeno fino a inizio settembre, alla cassa integrazione straordinaria prevista dal Cura Italia e poi allargata per altre nove settimane con il Dl Rilancio: "Abbiamo provato a veicolare questa necessità di allargarla ai mesi successivi, ma do per scontato che questa chiacchierata di oggi sia un viatico per arrivare alla riapertura del 15 giugno. Tuttavia, stiamo cercando di far sì che venga allargata".
 
Papalia sottolinea dunque l'importanza che da oggi al 15 giugno "l'attenzione sia altissima sul settore. Il 15 le attività devono riaprire, se non succederà valuteremo i passaggi successivi".

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