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Riordino del gioco, le associazioni: 'Focus su giocatori e tutela della rete fisica'

13 dicembre 2021 - 11:06

Nuova puntata dello speciale di GiocoNews sulle proposte delle associazioni del gioco per il riordino del settore: la parola ad Agisco, Logico, Sts, Utis.

Scritto da Daniele Duso
Riordino del gioco, le associazioni: 'Focus su giocatori e tutela della rete fisica'

Passano i giorni e, in vista del varo della Manovra 2022, che potrebbe contenere un maxi emendamento del Governo comprensivo di norme sul gioco, cresce l'attesa delle associazioni di rappresentanza del settore. Impegnate ad avanzare le proprie richieste per un riordino nazionale che assicuri la stabilità e la possibilità di programmare e investire a lungo termine che ormai mancano ormai da troppo tempo per il comparto, stretto fra i ritardi dei nuovi bandi per le concessioni, l'annosa “questione territoriale” e gli effetti dei lockdown imposti per contenere la pandemia di Covid.

Tutti temi al centro dell'ampio speciale pubblicato sul numero di dicembre della rivista Gioco News, consultabile online a questo link

Dopo la prima puntata, con l'intervento di Geronimo Cardia, presidente di Acadi - Associazione concessionari di giochi pubblici, e la seconda, con i contributi delle associazioni Egp, As.tro, Sapar e Donne in gioco, ecco la terza parte, con gli interventi di Agisco, Logico, Sts, Utis.

 

AGISCO: "IL CLIENTE DEVE ESSERE AL CENTRO DELLA RIFORMA" - Il bilancio del 2021, per la rete dei negozi di scommesse, non è positivo. "La pandemia ha costretto i locali di gioco ad una lunga chiusura e ciò ha portato ad una forte crescita del gioco online a danno di quello raccolto nella rete terrestre. I medi e grandi concessionari, titolari anche di una concessione per il gioco a distanza, hanno così potuto fronteggiare il periodo di chiusura generando, in alcuni casi, margini operativi migliori. I piccoli concessionari ed i gestori, già provati da anni di norme sconsiderate, sono allo stremo".
A tracciare questo bilancio è Francesco Ginestra, presidente di Agisco - Associazione giochi e scommesse.
In alcuni casi tali esercizi "hanno cessato l’attività anche a causa delle leggi regionali espulsive del gioco lecito, in altri sono stati acquisiti dai grandi operatori. Il paradosso è che l’online ha necessità dei negozi di gioco per risultare credibile e affidabile agli occhi del pubblico. I negozi di scommesse però stanno subendo una contrazione del gioco ma allo stesso tempo devono sostenere maggiori costi per offrire il servizio in ottemperanza ai protocolli sanitari Covid-19.
È questo il tema di base dal quale si deve partire nell’ipotizzare il riordino del settore: valorizzare e sostenere la rete sul territorio, avamposto di legalità dello Stato e ovvio punto di partenza nella filiera di raccolta del gioco pubblico.
È indispensabile arrivare a un modello concessorio nel quale ogni punto vendita ottiene il titolo abilitativo direttamente dallo Stato e i concessionari hanno il compito di ricoprire il ruolo del provider per vendere tutti i prodotti di gioco lecito consentiti. Il cliente giocatore deve tornare ad essere il centro di questa riforma, offrendogli una qualità di scelta su dove e come giocare, senza lasciargli alibi per dirottare i propri investimenti sulle reti parallele e clandestine. E questo deve essere attuato per consentire ai titolari dei locali di gioco pubblico di vigilare su qualsiasi forma di abuso del gioco e avere quindi i mezzi per tutelare la salute pubblica. Inoltre, per ovviare ai noti problemi relativi alla distribuzione e gestione dei Pvr sul territorio, andrebbero autorizzati i soli negozi e corner di scommesse a effettuare conti di gioco e ricariche ma con l’obbligo di svolgere questo servizio per tutti i titolari di una concessione online".
 
LOGICO: "PUNTARE SU IDENTIFICAZIONE DEL GIOCATORE" - Per quel che riguarda la necessità di un riordino normativo sul settore del gioco legale e l'improrogabilità di un testo unico che sia una sintesi efficace di norme confuse e spesso contrastanti, Moreno Marasco, presidente dell'associazione Logico - Lega operatori di gioco su canale online, concorda con le recenti dichiarazioni del direttore generale dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli Marcello Minenna nell’audizione in commissione parlamentare di inchiesta sul gioco illegale e sulle disfunzioni del gioco pubblico al Senato. “Su questi temi, la nostra associazione non è nuova a richiami e sollecitazioni negli ultimi anni. È ovvio che nell’ambito del tema del riordino normativo l’identificazione del giocatore dovrà essere centrale. Un dato acquisito e un punto di forza del gioco online legale, il quale, unitamente alla possibile iscrizione al registro unico dei giocatori autoesclusi per tutti i concessionari online, occorre sia preso a modello negli altri segmenti di offerta. E su questo fronte abbiamo messo a disposizione il nostro contributo e la nostra esperienza. Ci aspettiamo, parallelamente, una valorizzazione del gioco online sui parametri di tutela che già esistono e che potrebbero essere rafforzati, e un maggiore orientamento verso l’omnicanalità. Concordiamo con il direttore Minenna sulla necessità di una 'vigilanza proattiva', sulla quale d’altra parte gli operatori del gioco online legale sono impegnati da tempo”.
Il presidente di Logico poi affronta anche il tema del divieto di pubblicità: “Abbiamo sensibilizzato le Istituzioni in merito alla necessità di recuperare la visibilità dei marchi del gioco legale, in considerazione dell’incremento di illegalità cristallizzato anche dalle recenti ricerche”. E, infatti, incrociando i dati del rapporto Luiss-Ipsos sul gioco in Italia, ne deriva che durante il lockdown ogni 10 giocatori nel perimetro online legale, altri sette si rivolgono ad un’offerta illegale.
“Non è sufficiente sospendere né abrogare il divieto. È imperativo un riassetto della comunicazione con l’istituzione di un tavolo tecnico, in assenza dei pure opportuni interventi legislativi che dovrebbero implementare la Raccomandazione della Commissione europea e norme risalenti ormai al cosiddetto decreto Balduzzi, per garantire che, qualunque scenario sia all’orizzonte, sia affrontato con la dovuta maturità”.
 
STS: "LA RETE FISICA TORNI A ESSERE IL CUORE DEL SETTORE" - "Se dovessimo analizzare l’anno che sta per concludersi, il bilancio del settore del gioco sarebbe in chiaroscuro.
Il 2021 ha risentito delle limitazioni imposte dalla pandemia, consentendo la riapertura di tutti i prodotti solo con l’arrivo dell’estate e l’introduzione del green pass.
Scommesse e slot machine hanno subito le maggiori perdite, ma è tutto il canale di vendita terrestre a mostrare sofferenze: l’esplosione delle piattaforme web e il ritorno di forme di illegalità sul territorio hanno depauperato il valore delle concessioni a terra e dei punti vendita autorizzati".
Ad affermarlo è Giorgio Pastorino, presidente del Sindacato totoricevitori sportivi.
"La ripartenza ha riproposto al settore le stesse sfide del passato, quali l’incertezza normativa che impedisce alle imprese di programmare e innovare e il riordino generale del settore, ormai improcrastinabile.
Proprio il riordino è tornato al centro della discussione politica. Ne hanno parlato in più di un’occasione sia il direttore dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli, Marcello Minenna, che il sottosegretario con delega ai giochi, Federico Freni: il ritorno del gioco illegale, durante i lockdown, ha mostrato tutte le debolezze di un sistema che per molti anni ha garantito legalità, posti di lavoro e entrate erariali.
È fondamentale che la rete fisica torni ad essere il cuore pulsante del settore: un sistema di raccolta del gioco funzionale deve garantire la capillarità dei punti di raccolta sul territorio, il che presuppone la risoluzione della cosiddetta 'questione territoriale'”.
La soluzione, secondo il presidente di Sts, "sarebbe rimettere al centro l’attività legislativo-regolamentare dello Stato, superando la produzione selvaggia di Regioni e Comuni. Formazione e informazione rappresentano di gran lunga le risposte più adeguate alla prevenzione e il contrasto del disturbo da gioco d'azzardo; tali attività potrebbero inoltre essere finanziate garantendo agli Enti locali una quota parte delle entrate erariali derivanti dai giochi.
Questi sono i nodi da sciogliere per garantire la sopravvivenza del gioco legale in Italia: il settore merita di ripartire con il resto del Paese".
 
UTIS: "IL LOCKDOWN HA PORTATO A GALLA L’INCAPACITÀ DI CHI HA NORMATO" - Un po' come chi ha contratto il Covid, il gioco terrestre si sta lentamente riprendendo con un po’ di affanno e di debolezza. "Speriamo che i segni non restino e scompaiano presto. Nel frattempo è arrivato il green pass che, almeno per noi, non è vissuto come limitazione, ma come necessità per il bene comune", asserisce Stefano Sbordoni, segretario generale dell'Unione totoricevitori italiani sportivi.
Certo, "il lockdown ha portato a galla le incapacità di chi ha normato senza competenza e con un pregiudizio difficile da incontrare anche nel peggiore integralismo. Il gioco illegale non è che la dimostrazione di quanto ho sempre sostenuto e provato, anche scientificamente, ossia che il gioco è un insieme dal volume costante, quindi più legale uguale meno illegale, e viceversa, ma il totale non cambia.
Un’altra dimostrazione di poca lungimiranza e di incapacità l’abbiamo vista nelle norme emanate sinora, dove una competenza concorrente ha creato disparità di trattamento tra territori, una situazione alla quale il prossimo riordino speriamo metterà fine.
Un’ultima considerazione vorrei farla sulla crescita dell'online, una crescita che è inevitabile e va gestita professionalmente. Troppo comodo scaricare colpe tra canali di raccolta. La multicanalità esiste da anni ma solo ora se ne parla. Chi è stato attento sul mercato ed ha seguito le innovazioni è già pronto. Come da sempre, la norma rispetto al mercato è lenta e arriva a cose fatte".
 

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