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Ice 2019, Zapponini (SgI): 'Pubblicità gioco, divieto totale non cura Gap'

05 febbraio 2019 - 10:51

All'Ice di Londra il presidente di Sistema Gioco Italia, Stefano Zapponini, chiede riforma del gioco legale e modifiche al divieto di pubblicità.

Scritto da Redazione
Ice 2019, Zapponini (SgI): 'Pubblicità gioco, divieto totale non cura Gap'

Londra - “Mentre l'obiettivo esplicito del Governo era combattere la dipendenza dal gioco d'azzardo, sono convinto che un divieto totale non sia la misura giusta per affrontare questo problema e, al contrario, rischia di peggiorare le cose. Infatti, impedendo una chiara distinzione tra offerta legale e offerta illegale, i giocatori potrebbero essere indirizzati all'offerta illegale, dove non ci sono né limiti né controlli e dove il rischio di diventare dipendenti è più alto. Ciò è particolarmente vero su Internet, ma accade anche attraverso la tv satellitare in alcuni Stati membri in cui i cittadini sono presi di mira da spot televisivi di operatori di giochi d'azzardo non autorizzati in tale Paese”.

 

Lo sottolinea Stefano Zapponini, presidente Sistema Gioco Italia, nel suo intervento al convegno “Cosa accadrà per la pubblicità in tutto il mondo?” in programma oggi, 5 febbraio, all'Ice di Londra.
 
Dopo aver fatto il punto sulle normative nazionali in materia di gioco approvate in questi anni, dal decreto Balduzzi alle legge di Bilancio del 2016 che ha bandito le comunicazioni commerciali sul gioco, su radio e tv dai "programmi generalisti", tra le 7 e le 22, fino al divieto totale di ogni forma di pubblicità di giochi a distanza in tutti i media a partire dal 14 luglio 2018 previsto dal decreto Dignità, Zapponini illustra lo stato dell'arte.
 
NO AL DIVIETO TOTALE - “Abbiamo chiesto all'Autorità di comunicazione italiana (Agcom, Ndr) di escludere dal divieto la pubblicità informativa, la pubblicità indiretta come product placement, le sponsorizzazioni verso le organizzazioni non profit, nonché la stampa specializzata del settore.
Siamo tutti preoccupati della possibilità che altri Stati in Europa possano seguire l'esempio italiano implementando un divieto totale di pubblicità e sponsorizzazione di giochi d'azzardo.
Tuttavia, mentre spero sicuramente che ciò non accada, devo anche dire che le conseguenze negative che il divieto italiano potrebbe avere a livello economico e sociale, possono servire da esempio agli altri Stati: un divieto totale non è la strada giusta da seguire per affrontare la dipendenza dal gioco!”.
 
 
OSTACOLATA OFFERTA DI GIOCO LEGALE - “Recenti studi nazionali (National Health Institute, Nomisma) hanno attestato basse percentuali di giocatori o minori che giocano dopo aver visto / ascoltato / letto una pubblicità di gioco d'azzardo.
Infine, vorrei anche chiarire come questo divieto avrà sicuramente un impatto negativo sul settore sportivo italiano.
Molti team hanno costruito relazioni di successo con l'industria del gioco d'azzardo e ora si troveranno in una posizione svantaggiata rispetto ai loro concorrenti stranieri.
Mi chiedo cosa succederebbe se una squadra sponsorizzata venisse a giocare in Italia: dovremmo togliere la maglietta? O vietiamo le riprese o le foto sui giornali?
Penso che questo decreto debba essere modificato, sicuramente spero che non sia preso come esempio!
Un altro esempio da non sottovalutare è il carico fiscale: negli ultimi sei mesi sono stati effettuati tre aumenti tariffari, in Italia.
Concludendo, le gravi misure sulla pubblicità, l'aumento della pressione fiscale, le delibere regionali non armonizzate stanno ostacolando l'offerta di giochi legali a una domanda crescente: siamo fermamente convinti che sia necessaria una riforma del settore”, conclude il presidente di Sistema Gioco Italia.
 

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