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As.Tro: 'Lazio, gioco discriminato in accesso a finanziamenti'

21 aprile 2020 - 13:36

L'associazione As.Tro segnala la discriminazione delle imprese di gioco da parte della Regione Lazio nell'accesso ai finanziamenti per la liquidità delle Pmi.

Scritto da Redazione
As.Tro: 'Lazio, gioco discriminato in accesso a finanziamenti'

Al fine di concedere liquidità alle attività che si trovino in una situazione di improvvisa carenza economica a causa dell’emergenza Covid-19, molte Regioni stanno adottando misure di sostegno ed iniziative a favore delle imprese che hanno dovuto sospendere la propria attività per effetto delle disposizioni normative adottate dal Governo. Tuttavia, segnala l'associazione As.Tro, molte di esse si stanno orientando nella concessione di finanziamenti che però escludono -tra i beneficiari- le imprese di gioco legale: dopo il Molise, anche la Regione Lazio ha escluso le attività del settore dei giochi (oltre a quelle legate alla produzione e al commercio di tabacco e bevande alcoliche) dai destinatari dei finanziamenti regionali per la liquidità delle Pmi.

"Simili situazioni -soprattutto in un momento di forte difficoltà come quello odierno- si traducono in vere e proprie discriminazioni nei confronti di settori, non solo pienamente legali, ma che operano per conto e sotto l’egida dello Stato (come il gioco ed il tabacco)", in ragione di ciò, As.tro ha deciso di segnalare questa circostanza in una missiva indirizzata al Governo, al Mef ed al Presidente della Regione Lazio.


LA LETTERA ALLE AUTORITA' - "Simili situazioni -soprattutto in un momento di forte difficoltà come quello odierno- si traducono in vere e proprie discriminazioni nei confronti di settori, non solo pienamente legali, ma che operano per conto e sotto l’egida dello Stato (come il gioco ed il tabacco)", in ragione di ciò, As.Tro ha deciso di segnalare questa circostanza in una missiva indirizzata al Governo, al Mef e al Presidente della Regione Lazio.

Nella missiva As.Tro segnala, in riferimento ai finanziamenti erogati dalla Regione Lazio alle piccole imprese la cui liquidità sia stata compromessa dalle conseguenze dell’emergenza Covid-19, che la discriminazione “è stabilita alla lettera W del paragrafo titolato 'Settori esclusi',a pag. 26 dell’avviso pubblico”.

L'associazione ha “notizia che anche altre regioni stiano procedendo nella stessa maniera, addirittura giustificando espressamente l’esclusione sulla base di 'motivi etici', come se, in una moderna democrazia occidentale si potessero giustificare con tali motivi,per loro natura 'soggettivi e nebulosi' (a differenza delle norme di legge) delle discriminazioni a scapito di soggetti che operano nella piena legalità. Continueremo quindi a segnalare i suddetti casi” anche “al fine di scongiurare l’ipotesi che essi possano rappresentare dei pericolosi precedenti nel drammatico contesto della complessiva gestione dell’emergenza economica,conseguente all’epidemia da Covid-19. Le imprese autorizzate (mediante licenze rilasciate dalle autorità di pubblica sicurezza) all’offerta di gioco con vincita in denaro, sono infatti pienamente riconosciute, regolate e controllate dallo Stato, facendo addirittura parte di un settore di pertinenza pubblica, le cui attività lo Stato stessoe sercita mediante concessionari pubblici che,a loro volta,si avvalgono degli altri soggetti (anch’essi svolgenti alcune funzioni di rilevanzapubblica),i quali, tutti insieme,compongono la filiera del gioco 'pubblico' legale.

Tali caratteristiche rendono del tutto impropria l’equiparazione, operata nel documento in esame, delle attività del comparto del gioco pubblico alle altre attività anch’esse oggetto di esclusione (ad es: pornografia e commercio di armi). Nel caso descritto, come in quelli analoghi che stiamo segnalando,si è quindi di fronte ad interventi che non solo discriminano imprese pienamente legali ma che addirittura operano per conto e sotto l’egida dello Stato, assicurandogli un gettito complessivo di circa 12 miliardi annui”.

As.Tro si appella dunque alle autorità affinché “soprattutto in un momento come quello che stiamo vivendo, facciano quanto necessario, nell’ambito dei loro poteri costituzionalmente riconosciuti dall’art. 120 della Costituzione, per evitare discriminazioni (con riferimento alle misure di sostegno alla ripresa economica) tra le diverse imprese che operano nella legalità: l’unico parametro che deve guidare la concessione di sussidi e benefici dovrebbe continuare ad essere rappresentato dal pregiudizio economico-occupazionale che la crisi sta cagionando all’intero settore economico legale”.

 

 

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