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Comune Carpi valuta 'ricorso in appello e nuova ordinanza'

21 dicembre 2021 - 08:56

Dopo la bocciatura del Tar Emilia Romagna, il Comune di Carpi (Mo) valuta se ricorrere in appello e se emettere una nuova ordinanza sul gioco.

Scritto da Redazione
Comune Carpi valuta 'ricorso in appello e nuova ordinanza'

All'indomani della sentenza con cui il Tar Emilia Romagna ha bocciato l'ordinanza sugli orari di funzionamento degli apparecchi di gioco varata dal sindaco di Carpi (Mo) nel 2020, segnando un importante precedente positivo per gli operatori del settore, arrivano le prese di posizione “istituzionali”, in primis del Comune.

In una nota tempestivamente pubblicata, l’Amministrazione comunale fa sapere che “sta valutando, con i propri legali, la possibilità di presentare appello contro la decisione del Tar dell’Emilia-Romagna”, evidenziando che l'ordinanza bocciata dai giudici è “identica a quelle firmate dagli altri sindaci dell’Unione Terre d’Argine, in quanto concordata a livello di Unione per contenere le ludopatie”.

 

Allo stesso modo, “il Comune valuterà se emettere nuovo provvedimento in materia, tenendo conto della giurisprudenza e delle mutate condizioni del settore, anche causa pandemia, due anni dopo la gestazione dell’ordinanza n. 45334/2020”.
Muovendosi, quindi, nel solco dei rilievi indicati dal Tar Emilia Romagna, che ha sottolineato la mancanza di un “approfondita istruttoria riferita al contesto locale” per motivare l'ordinanza, ritenuta “ancor più necessaria in ipotesi di pretesa delimitazione degli orari di apertura in costanza del periodo di emergenza sanitaria da Covid 19 iniziato il 31 gennaio 2020 e tutt’ora in corso. Se è vero che la diffusione della ludopatia in ampie fasce della società civile costituisce ormai un fatto notorio non può infatti ragionevolmente escludersi come la grave pandemia in atto possa aver avuto effetti sulla diffusione nel territorio locale della ludopatia e sulla domanda ludica, orientatasi gioco forza verso il gioco 'on line' per effetto della chiusura delle sale da gioco effettuata (con vari provvedimenti governativi emergenziali) dal 9 marzo 2020 al 18 giugno 2020 e poi con Dpcm 2 marzo 2021 sino al 14 giugno 2021, la quale ha al contempo determinato forti perdite per gli operatori economici dello specifico comparto”.
 
Sulla vicenda poi arriva anche il commento di Federconsumatori Modena. “I giudici hanno fatto riferimento sia all’assenza di un aggiornato esame dei dati del gioco patologico, successivo alla pandemia, che alla riduzione dei volumi d’affari portata dalla prolungata chiusura di Videolottery e sale bingo.
La sentenza, assolutamente discutibile, bene rappresenta il calo di tensione generale, negli ultimi due anni, attorno al fenomeno del gioco d’azzardo legale. Una sentenza che potrebbe mettere in discussione ordinanze simili, già da tempo attive nel modenese e nel territorio regionale, e che potrebbe persino influire negativamente sull’applicazione della normativa regionale in materia di distanziamento dei luoghi dell’azzardo da scuole ed altri luoghi sensibili.
Non è quindi una questione soltanto carpigiana; la sentenza arriva nella città che nel 2019 ha avuto il poco gradito record di città dell’Emilia Romagna oltre i 50.000 abitanti con la maggior quota di giocato pro capite.
A Carpi, dove l’azzardo ha ormai superato la spesa alimentare, erano stati giocati nel 2019 ben 158.287.694 euro, vale a dire 2.179 euro per abitante, neonati compresi.
Un dato che, se associato agli elevati numeri del gioco online, mette in evidenza una emergenza a Carpi, purtroppo non considerata dal Tar. Sono dati del 2019, perché non è dato conoscere quelli del 2020. Infatti nella Finanziaria 2020 è stata inserita una norma che limita la diffusione dei dati dei principali giochi d’azzardo, suddivisi per Comune. Quali siano le motivazioni, e persino chi sia l’autore della norma, non è dato di sapere; di certo ancora una volta si è attenuata la possibilità del territorio di agire per contrastare non solo i fenomeni patologici ma anche lo sviluppo stesso del gioco d’azzardo, in continua crescita prima della pandemia.
L’auspicio ora è che il Comune di Carpi ricorra contro la sentenza, ma anche che l’Amministrazione dia corso pienamente alla delibera regionale del 2017, che ha come obiettivo la riduzione del rischio della dipendenza da gioco d’azzardo patologico. Dopo aver mappato il territorio ora bisogna agire sul distanziamento di sale gioco e sale scommesse da scuole, luoghi di aggregazione giovanili e di culto. Infine è necessario che si torni ad innalzare l’attenzione generale su di un fenomeno che non può essere affrontato solo con interventi normativi e sentenze, ma anche con una, certamente difficile, battaglia culturale”.
 

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