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Scommettere sul gioco pubblico

29 settembre 2014 - 11:02

Forse sta arrivando davvero quel giorno in cui, molto più pragmaticamente rispetto a qualche anno fa, anche il nostro paese riuscirà a guardare al comparto del gioco pubblico come una vera risorsa per il paese, e non solo come a un peso.

Scritto da Alessio Crisantemi
Scommettere sul gioco pubblico

O, peggio ancora, come qualcosa di cui potersi o doversi liberare. Risorsa, però, non soltanto economica, ma anche (e soprattutto), politica e istituzionale, quale baluardo della legalità ed elemento di presidio sul territorio, per contrastare le ancora assai diffuse pratiche illecite che riguardano ancora oggi tanti locali, pubblici e privati, della penisola.

 

Un concetto che non è ancora affatto chiaro a tutti, ma la cui instaurazione a livello politico si può percepire, guardando l'agenda parlamentare e governativa con un pizzico di attenzione in più. E non solo per via del lavoro di riforma (per ora soltanto promesso) contenuto nella legge delega che impone al governo di attuare un riordino del comparto. Sbirciando l'agenda della settimana, in effetti, balza agli occhi il seminario promosso dalla Presidenza del Consiglio dell'Unione europea (in collaborazione con l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano) dal titolo 'Match-Fixing: a key-issue for sports integrity', che andrà in scena in questo giorni a Milano. Proprio nella città in cui - ironia della sorte - si sta effettuando una dei più radicali conflitti contro il settore del gioco. Ma proprio per questo l'evento assume un ruolo ancora più importante. Oggetto dell'incontro, come il titolo lascia ampiamente intendere, è il match fixing (cioè la battaglia per fermare l'alterazione dei risultati negli eventi calcistico a scopo di lucro), per promuovere l'integrità dello sport. Un seminario al quale parteciperà anche l'Agenzia delle dogane e dei Monopoli - attraverso il direttore Luigi Magistro - per spiegare il ruolo che la rete del gioco lecito ha (e deve avere) rispetto alla tutela dello sport nel nostro paese. E non certo per via del finanziamento diretto che il mondo delle scommesse riserva ormai da anni al Coni (tema anche questo troppo spesso dimenticato), ma proprio per via dell'azione di controllo e monitoraggio che la rete delle scommesse garantisce sugli avvenimenti sportivi, tenendo conto che dall'andamento delle puntate (controllato in tempo reale) su ogni match è possibile individuare se ci sono potenziali alterazioni nei risultati che determinerebbero un inevitabile eccesso di scommesse rispetto a specifico risultati. Un'attività di intelligence che nasce dal coordinamento tra forze dell'ordine, Monopoli, lega calcio e bookmaker ormai più che collaudata e che permette di mantenere un efficace monitoraggio, oltre a un pronto intervento, rispetto alle possibili combine. Risultato impensabile da ottenere sulle reti di scommesse illegali, come emerso anche dalla recente inchiesta su Calciopoli dove - nonostante il messaggio non è stato comunicato all'Italia con sufficiente chiarezza - la speculazione sulle scommesse poteva avvenire proprio perché i bene informati scommettevano su circuito asiatico e quindi completamente illegali nel nostro paese. Tanto basterebbe a spiegare il ruolo dell'industria del gioco lecito in termini di presidio della legalità. E anche in risposta a chi chiede ancora oggi di eliminare l'offerta di gioco dalla nazione. Evidenziando che quella che si può eliminare con divieti e restrizioni è soltanto l'offerta legale. Mentre quella illecita, malavitosa o sottobanco, continuerebbe ad esistere, rispondendo alla domanda di gioco che c'è sempre stata tra gli italiani. Per questo è opportuno comprendere la realtà di questa industria e iniziare a distinguere tra ciò che è legale o ciò che non lo è. Tra il gioco sicuro e quello fuori controllo. Tra l'attività di promozione del gioco responsabile e di quella del gioco borderline. Occorre partire da qui per risollevare le sorti dello sport oltre a quelle del settore. E per garantire un futuro più sereno al paese, basato su una percentuale maggiore di legalità e di economie lecite, iniziando, un passo alla volta, a sottrarre terreno al sommerso. O, meglio a ancora, continuando a farlo emergere, visto che, almeno nel settore del gioco pubblico, questo cammino è iniziato già dieci anni fa e con risultati straordinari. Mentre in altri settori non è stato neppure avviato. Anche questo, probabilmente, andrebbe fatto notare al paese. Intonato, però, accontentiamoci di questi primo con l'auspicio che possa essere l'avvio di un lungo percorso.

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