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Il Riordino è iniziato da quello delle idee

07 settembre 2020 - 07:56

Il riordino del gioco diventa ogni giorno più urgente e necessario: ma alla ripartenza si vedono i primi segnali di riorganizzazione e un cambio di approccio.

Scritto da Ac
Il Riordino è iniziato da quello delle idee

Se è vero che tre indizi fanno una prova, come scriveva la giallista Agatha Christie, si potrebbe allora affermare che il comparto del gioco pubblico si troverebbe ormai vicino a una nuova stagione di riforme e, probabilmente, al tanto agognato “Riordino generale” che attende ormai da troppo tempo e da almeno quattro governi.

Sì, perché tre sono gli sviluppi positivi che si possono scorgere nell'agenda politica e istituzionale del Paese che riguardano il settore, dopo anni di totale lassismo e noncuranza, dal punto di vista legislativo: se non fosse per le eccezioni di carattere fortemente negativo e comunque sempre e solo orientate all'aumento della tassazione o all'introduzione di divieti, e mai verso una riforma o una ristrutturazione del comparto.

Adesso la musica sembra essere cambiata e a suonarla, insieme all'Esecutivo, è l'Agenzia delle dogane e dei monopoli che alla luce della sua nuova organizzazione sembra aver avviato una vera e propria rivoluzione nella trattazione della “materia gioco”.
Ed è già questo un fatto - nonché il primo indizio -, tenendo conto che fino a poco tempo fa, si era quasi pressoché interrotto il rapporto di fiducia più che di collaborazione tra Governo e Agenzia, o almeno questa era l'impressione, con un dialogo ridotto ai minimi termini e per lo più ristretto a un mero scambio unidirezione in cui il Governo chiedeva (imponeva?) analisi tecniche di fronte a deicisioni praticamente già prese. Invece, adesso, non soltanto sono stati ristabiliti i ruoli e il confronto, ma il rapporto è passato a uno stadio successivo, al punto che, proprio in questi giorni, in occasione della consueta presentazione del Libro Blu annuale redatto da AdM, ci sarà una celebrazione ufficiale alla presenza del premier Giuseppe Conte e del ministro dell'Economia Roberto Gualtieri, nonché del presidente del Senato, come mai accaduto prima.
Quasi a voler rendere di pubblico dominio il cambio di marcia che si vuole operare nel confronto del settore. Un cambiamento, peraltro, di cui non fa mistero il direttore generale Marcello Minenna, che nella sua intervista appena concessa a Gioco News e pubblicata sul numero di settembre della rivista, esalta tutte le novità recenti e future che andranno a caratterizzare il suo mandato e il ruolo dell'Agenzia.
 
Il secondo indizio ci viene invece dal Parlamento (e sempre comunque per mano del governo), dove è in fase di approvazione l'ormai noto decreto Agosto che, come già evidenziato in precedenza, inserisce a sorpresa una serie di misure che riguardano i giochi, anche su questioni più tecniche e specifiche come quelle delle ticket redemption, che gli operatori attendevano da anni e che non pensavano più di poter vedere attuate. Invece, sono arrivate anche queste – sia pure inattese -, insieme a una serie di altre misure che vanno invece ancora una volta incontro alle esigenze dell'Agenzia delle dogane, rafforzandone la struttura, a ulteriore conferma degli sviluppi poco fa descritti.
Il terzo indizio arriva invece dal ministero dell'Economia e dalla ri-assegnazione della delega ai giochi al sottosegretario Pier Paolo Baretta di cui abbiamo già elogiato le potenzialità e sottolineato il valore formale, ulteriormente rafforzato dalle stesse parole dell'onorevole, ormai esperto di politica e di mediazioni, che ha subito annunciato di voler ripartire dal vecchio accordo raggiunto a fine 2017 con gli enti locali in Conferenza unificata, tornato di estrema attualità proprio in questi giorni, alla luce delle questioni urgenti da risolvere quanto prima. Tanto più se si vorrà davvero procedere con l'emanazione dei bandi di gara per il rinnovo delle concessioni, che prima o poi si dovranno pure fare.
 
Oltre ai tre indizi che (c'è da augurarsi) proverebbero dunque il cambiamento in corso nell'approccio della politica nei confronti del settore, ci sono anche una serie di ulteriori convergenze che dovrebbero far ritenere vicina l'inaugurazione di una stagione di riforme caratterizzata probabilmente anche da un Riordino.
Come le ripetute pronunce del Consiglio di Stato sul settore, relative alla annosa “Questione territoriale” e alla delicatissima “tassa dei 500 milioni”, con le quale si esorta il Governo a intervenire per risolvere una serie di problematiche divenute ormai ingestibili, per scongiurare il crollo di un sistema come quello del gioco pubblico che sarà pure scomodo, ma ancora così straordinariamente importante dal punto di vista economico e occupazionale, specialmente in un periodo di crisi diffusa, come quella provocata dalla pandemia di Covid-19. Che sia dunque la volta buona?
 

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