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Il gioco aspetta settembre, ecco le Pdl sul tavolo delle Regioni

21 agosto 2020 - 09:42

A settembre sono in programma la piena attuazione della legge sul gioco della Campania e la ripresa dell'iter per le Pdl di Piemonte e Sicilia, mentre in Emilia Romagna la Giunta apre al 'confronto'.

Scritto da Fm
Il gioco aspetta settembre, ecco le Pdl sul tavolo delle Regioni

Settembre, forse per una sorta di reminiscenza 'scolastica', è un mese sinonimo di ripartenze. Una specie di nuovo inizio, in cui riprendere le cose lasciate in sospeso. Come, ad esempio, alcuni progetti di legge regionali in materia di gioco, che languono non solo dall'estate (quasi) in via di conclusione, ma a volte da anni, o attendono la loro piena attuazione.

 

CAMPANIA, COMUNI CHIAMATI AD ADEGUARSI - Cominciamo dall'ultimo caso e dalla Campania, che alla fine di luglio ha ricevuto – nella sua ultima versione – l'imprimatur del Consiglio dei ministri
Una normativa considerata fra le più benevole per il settore, che contempera la tutela della salute con quella delle attività esistenti ma che obbliga i Comuni a modificare i regolamenti vigenti, con i relativi limiti orari, adeguandoli a quelli regionali con la sospensione del funziomanento degli apparecchi da intrattenimento per gli esercizi aventi attività esclusiva o prevalente differente dal gioco regolamentato e nei quali non è vietato l’accesso ai minori, per 12 ore giornaliere complessive, di cui 10 ore consecutive nella fascia notturna e di ingresso scolastico dalle 23 alle 9 e 2 ore nella fascia diurna di uscita dalle scuole, dalle 12.30 alle 14.30, per gli esercizi aventi il gioco regolamentato quale attività esclusiva o prevalente e nei quali è vietato l’accesso ai minori, per 8 ore giornaliere complessive e consecutive, dalle 2 alle 10.
Un obbligo che scatterà proprio a settembre – ed era inizialmente previsto per giugno – messo in discussione dal vice sindaco di Napoli, Enrico Panini, che ha chiesto alla Regione un confronto con gli Enti locali “per rivedere quegli aspetti risultati critici nella prassi, in modo da rendere sempre più efficace l’azione di sostegno alle fasce più deboli e a rischio della popolazione", e che anticipa a Gioconews.it l'intenzione di regolamentare ulteriormente la materia a livello locale, dopo aver vagliato tutti gli aspetti legali connessi.
 
 
PIEMONTE, LA MAGGIORANZA CHIAMATA A SCEGLIERE - Altra regione chiamata alla “prova del nove” è il Piemonte, che dopo l'estate dovrebbe riprendere l'esame delle tre proposte di legge per la modifica della normativa vigente sul gioco, sotto la lente delle commissioni consiliari.
La Pdl n°56 (Lega), che intende salvaguardare i diritti acquisiti dei gestori, stabilendo che la normativa sulle distanze non si applica a chi operava prima del maggio 2016; la Pdl n° 53 (M5S) che opera in senso più restrittivo contro il gioco, e la Pdl 99 (Lega), che comunque non prevede la retroattività del rispetto delle distanze per chi aveva già installato gli apparecchi prima della promulgazione, confermando peraltro il "Piano integrato per il contrasto, la prevenzione e la riduzione del rischio della dipendenza dal gioco d'azzardo patologico".
Resta da vedere quale sarà la proposta su cui sceglierà di puntare la maggioranza fra le due presentate a novembre 2019 e a giugno 2020, entrambe a firma del leghista Claudio Leone, senza dimenticare il tentativo della Regione di eliminare la retroattività della normativa vigente con un emendamento inserito nel cosiddetto "Dl Omnibus" ma poi ritirato in seguito alle massicce proteste della minoranza.
 
 
POSSIBILE APERTURA AL DIALOGO IN EMILIA ROMAGNA - Le attese settembrine convergono anche sull'Emilia Romagna, dove l'assessore al Commercio Andrea Corsini, di fronte all'allarme lanciato da alcuni operatori del bingo di fronte alla perdita di migliaia di posti di lavoro, si è detto pronto ad aprire al dialogo con il settore ma senza derogare “in alcun modo” alla tutela della salute.
La strada da percorrere è quindi il confronto nell'assemblea legislativa.
Non troppo incoraggiante, visto gli orientamenti più volte espressi dai consiglieri regionali di maggioranza in questi ultimi anni e i “niet” quasi assoluti alle proposte della minoranza, ma sicuramente un “punto di partenza” su cui poter lavorare.
 
SICILIA, LA VOLTA BUONA? -  Arriviamo così all'ultima delle regioni italiane a non essersi ancora dotata di una normativa specifica in materia di gioco: la Sicilia, dove l'iter delle proposte, più volte sospeso e poi ricominciato in questa legislatura, dovrebbe riprendere nelle commissioni consiliari preposte.
Tre di loro –  “Norme per la prevenzione e il trattamento del gioco d'azzardo patologico” a firma di Giancarlo Cancelleri (MS5),  “Disposizioni di legge contro il gioco d'azzardo per la protezione dei minori e le dipendenze patologiche” di Margherita La Rocca Ruvolo (Udc) e "Norme per la prevenzione e il contrasto delle dipendenze patologiche da gioco d'azzardo, abuso di alcol e droghe" di Antonio Catalfamo (FdI)  - tutte risalenti al 2019, - sono state  accorpate in un unico disegno di legge - mentre si attende un parere anche su una quarta proposta, depositata nel gennaio 2020 dal deputato Alessandrò Aricò, capogruppo all'Ars Sicilia di Diventerà bellissima (gruppo parlamentare che ha sostenuto l'elezione dell'attuale governatore, Nello Musumeci).
Una proposta particolarmente apprezzata dagli operatori del settore, in quanto prevede un criterio uniforme per i Comuni – chiamati ad adeguare il proprio regolamento in materia – e l'introduzione della 'non retroattività' della normativa, che quindi non colpisce le attività di gioco già autorizzate in questi anni. 
 

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