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Crisi dell'ippica, Maglione: 'Ripartire dalle basi (economiche)'

14 marzo 2020 - 09:45

Fra i settori in stop forzato per Coronavirus c'è anche l'ippica, che torna a chiedere più attenzione. La ricetta di Francesca Maglione, a capo dell'ippodromo di Castelluccio dei Sauri.

Scritto da Mc
Crisi dell'ippica, Maglione: 'Ripartire dalle basi (economiche)'

 

Mentre il mondo dell'ippica è alle prese con lo stop forzato delle corse fino al 3 aprile, in ossequio al decreto del Governo che ha sospeso le attività all'aperto e gli eventi sportivi, arriva la storia di Francesca Maglione, a capo dell'ippodromo di Castelluccio dei Sauri, in provincia di Foggia, e delegata del Gruppo ippodromi associati.

Una delle poche donne a poter vantare un ruolo dirigenziale in un settore che per tradizione è quasi sempre appannaggio degli uomini.


Come sente questi impegni e quali sono le difficoltà?
“All'inizio, 25 anni fa, non è stato semplice, dato che le donne hanno sempre avuto qualche difficoltà ad affermarsi, figuriamoci in un modo prettamente maschile. Oggi la figura femminile a capo di un ippodromo o avente un ruolo dirigenziale nell'ippica è più accettata rispetto al passato e devo dire che i miei colleghi uomini mi sostengono sempre. Non posso dire che la strada per me sia in discesa, ma non è più in salita come in passato”.


Quali sono, a suo avviso, le misure da porre al più presto in essere per rilanciare l'ippica italiana?
“Quello che noto è che il nostro settore è poco pubblicizzato. Non siamo presenti nemmeno sui social e questo è una pecca. Se vai in Francia, ad esempio, gli eventi ippici sono pubblicizzati. Parigi viene tappezzata di manifesti pubblicitari quando c'è un evento importante. In Italia, in Tv, si parla solo di calcio, mentre l'ippica non è considerata. Se se ne parlasse di più sui canali mediali sarebbe diverso. Il ministero deve investire in campagne pubblicitarie nazionali in radio, in televisione, sulla carta stampata ma anche sui social”.
 

Cosa si sente di chiedere per l'immediato al sottosegretario al Mipaaf con delega all'ippica Giuseppe L'Abbate?
“Di non abbandonare il nostro settore, perchè lo conosce molto bene, ha sempre frequentato l'ippica, sin da piccolo. Chi meglio di lui può avere contezza delle esigenze del nostro comparto, dei bisogni dei proprietari e dell'intera filiera ippica? Si è sempre interessato a questo mondo, anche prima di questa nomina. Penso che abbia molte capacità e che possa fare bene”.
 

Come associazione quali sono gli obiettivi che intendete perseguire?
“La nostra associazione è nata per affrontare l'anno 2020 in maniera seria, in quanto quello che è accaduto sui pagamenti negli anni passati non deve ripetersi. L'obiettivo è chiedere alla nostra dirigenza un trattamento diverso, che ci consenta di fare bene il nostro lavoro, avendo una solidità economica. E per farlo dobbiamo lavorare avendo liquidità. Penso che il Mipaaf abbia recepito questo, dato che il ministero ci ha promesso che quanto prima ci faranno firmare una sorta di contratto nel quale è previsto un acconto con conguaglio intorno a ottobre 2020. Diciamo che questo ci darebbe respiro, per fare il nostro lavoro al meglio, garantendo uno spettacolo ippico degno di nota”.
 

Gli ippodromi che ruolo dovrebbero avere nella riforma dell'ippica?
“L'ippodromo è il teatro dove svolgere l'evento ippico. Quindi dico che deve essere un luogo bello, pulito e accogliente. Deve essere un posto dove è piacevole trascorrere una giornata con la famiglia”.
 

Cosa a suo avviso andrebbe fatto per riportare gente negli ippodromi?
“La gente negli ippodromi ci viene quando si fa un evento, perchè ha un'alternativa allo spettacolo ippico. Però è logico che non si può fare un evento per ogni corsa. Pensare di trovare gente nelle giornate infrasettimanali è una utopia, anche perchè in quei giorni le persone vanno a lavorare. È ovvio che la gente si può portare negli ippodromi il fine settimana. Dobbiamo fare in modo che la rete di scommesse esterne lavori durante la settimana e che gli ippodromi lavorino per raccogliere più scommesse su tale rete, e pensare più al prodotto interno nel fine settimana”.
 

In che modo le scommesse sui cavalli andrebbero ripensate?
“Se mi devo basare su quello che vedo, credo che dovremmo studiare una scommessa che possa portare a raggiungere un jackpot di milioni di euro, come accade per altri giochi, e di conseguenza la gente sarebbe più predisposta a giocare sui cavalli”.
 

Cosa manca all'ippica italiana, rispetto ai Paesi esteri, per essere nuovamente appetibile?
“Sinceramente lo spettacolo ippico italiano fa invidia. I nostri cavalli ovunque vanno vincono, solo che il mondo ippico francese o svedese ha più soldi a disposizione, i proprietari vengono pagati puntualmente, al contrario di quello che accade nel nostro Paese. L'ippica nostrana non avrebbe nulla da invidiare agli altri, abbiamo buone guide, buoni cavalli, impianti belli che però sono da curare di più. Occorre una base economica più solida e consistente”.
 

Come sta andando l'ippodromo dei Sauri e ci sono degli eventi o dei momenti dell'anno su cui puntate particolarmente?
“Non possiamo lamentarci, abbiamo sempre un buon campo partenti, siamo tra i primi cinque o sei ippodromi come raccolta di scommesse esterna. Come raccolta interna è più difficile, dato che ho delle giornate in calendario non proprio ideali, correndo sempre in infrasettimanale, però ci impegniamo e i risultati li raggiungiamo. Abbiamo diversi eventi in programma, tra gli ultimi c'è stato il Carneval Party abbinato a una associazione che si chiama Civico 21, promuovendo una raccolta fondi per aiutare i bambini con la sindrome di Down”.
 

In che modo i Comuni dovrebbero essere coinvolti nel rilancio dell'ippica?
“I Comuni purtroppo sono messi male, non hanno fondi e attraversano un bruttissimo periodo. Non hanno nemmeno i soldi per chiudere una buca, figurarsi se possono investire nell'ippica. In linea di massima la cosa che potrebbero fare è coinvolgere le persone in occasione degli eventi”.
 

L'ippica è un volano per il turismo?
“Potrebbe essere un volano in quelle località che sono turistiche. Molto dipende da dove sei collocato. Altrimenti col turismo l'ippica c'entra poco”.
 

Servirebbero quote rosa anche nell'ippica?
“Non guasterebbero, dato che credo molto nelle capacità delle donne, perchè quando si mettono in testa qualcosa arrivano all'obiettivo”.

 

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