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Bando del lotto, Adm corre ai ripari dopo la frenata del Consiglio di Stato

14 agosto 2015 - 09:55

È corsa contro il tempo, all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, per salvare la gara del Lotto e far incassare all’Erario quanto atteso per il 2015, dopo che il Consiglio di Stato ha rinviato il suo parere sul bando, chiedendo ulteriori delucidazioni.

Scritto da Redazione
Bando del lotto, Adm corre ai ripari dopo la frenata del Consiglio di Stato

L’amministrazione finanziaria - come riporta IlSole24Ore - è corsa ai ripari, definendo le misure per recepire le osservazioni formulate dai giudici amministrativi così da accorciare i tempi per la formulazione del parere definitivo.

Il bando, infatti, prevede ormai tempi strettissimi, visto che siamo a metà agosto: 60 giorni per la gara e almeno altri 30 per l’aggiudicazione. Momento questo in cui è previsto il pagamento dei primi 350 milioni di euro (il 50% della base d’asta fissata in 700 milioni) che, nella migliore delle ipotesi, arriveranno così a fine anno se non alla prima decade di gennaio, ultimo spazio utile per registrare correttamente l’incasso sui saldi di finanza pubblica 2015 così come prevede la legge di stabilità. In questi giorni i tecnici sono al lavoro per individuare le possibili correzioni da apportare al bando di gara riallineandolo alle indicazioni del Consiglio di Stato con la speranza di calendarizzare il bando rivisto e corretto per la prima sessione utile di fine agosto in cui si rivedranno i giudici amministrativi o al più tardi per la convocazione di metà settembre. Sul tema più delicato, ossia i requisiti di accesso alla gara indicati in 150 milioni di ricavi in tre anni e 500 milioni di raccolta annui, considerati dal Consiglio di Stato troppo restrittivi e tali da creare una barriera alla partecipazione, dall’esame dei bandi di gara degli ultimi anni, reperibili sul sito delle Dogane, emerge che si tratta degli stessi limiti economici già indicati nei bandi per l’assegnazione della concessione del Superenalotto (2007) e quella del Gratta e Vinci (2009). E stando sempre a questi limiti indicati nel bando e contestati dai giudici di Palazzo Spada oggi nel mercato del gioco sarebbero almeno una decina gli operatori con concessione italiana a possederli. Neanche tanto pochi.

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