Martusciello (FI-Ppe) all'Ue: 'Conti chiusi al gioco, tutelare le imprese'
Martusciello (FI-Ppe) interroga la Commissione europea circa la cessazione dei rapporti di conto corrente nei confronti delle imprese italiane del gioco legale decisa da alcune banche.
La cessazione dei rapporti di conto corrente nei confronti delle imprese italiane che esercitano nel settore del gaming finisce all'attenzione della politica internazionale grazie ad un interrogazione a risposta scritta presentata alla Commissione Ue dall'europarlamentare Fulvio Martusciello (FI-Ppe).
Con una domanda: "Come intende salvaguardare gli imprenditori del settore giochi, 'danneggiati' dalle 'politiche contrattuali e creditizie' di alcune banche, che impediscono con tale comportamento discriminatorio l’osservanza delle principali norme antiriciclaggio?".
Un "comportamento" già segnalato anche da diversi politici al Parlamento italiano - oltre che dalle associazioni di rappresentanza del gioco lecito - ma finora rimasto senza risposte e soluzione.
"Qualunque impresa in qualsiasi settore può essere uno strumento di riciclaggio; quelle del settore del gaming sono le meno appetibili considerata la stretta relazione con gli enti dello Stato che godono del gettito svolgendo funzione di controllo del flusso delle scommesse.
Ciò avviene nonostante il Decreto Legge del 4/7/2006 n. 223, cosiddetto 'decreto Bersani', imponga l’obbligo per i possessori di partita Iva di avere un conto corrente bancario o postale dove far confluire 'le somme riscosse nell’esercizio dell’attività' e dai quali effettuare i versamenti fiscali e previdenziali attraverso sistemi di pagamento telematici.
Alla medesima stregua i dettami del Decreto legislativo n. 125 del 2019 (Ag 95), che ha recepito la V direttiva antiriciclaggio (2018/843/Ue) che modifica la direttiva 2015/849/Ue".