“Un gran bel risultato, di cui essere molto soddisfatti”.
È questo il concetto che accomuna (quasi tutti) i commenti dei rappresentanti di alcune delle maggiori associazioni del comparto dell'amusement, all'indomani della pubblicazione dell’elenco annuale degli apparecchi da gioco senza vincita in denaro che non necessitano della verifica di conformità, né del rilascio dei titoli autorizzatori ai produttori e importatori, nonché ai gestori ma continuano ad essere soggetti al pagamento dell’imposta sugli intrattenimenti, sul sito dell'Agenzia accise, dogane e monopoli.
Rientrano nell’elenco, apparecchi come i biliardini, i flipper, i tavoli da ping pong, i dondolanti per bambini, i juke box. L’elenco completo è pubblicato sul sito internet dell’Agenzia, che, con un avviso, chiarisce: “La determinazione è immediatamente vigente e, quindi, da oggi, per gli apparecchi inseriti nell’elenco non sono rilasciati ulteriori nulla osta di distribuzione e di esercizio e quelli già rilasciati perdono di efficacia. Le autodichiarazioni già effettuate per il rilascio dei nulla osta di esercizio saranno considerate valide ai fini del pagamento dell’imposta sugli intrattenimenti”.
LAMA (FEDERAMUSEMENT): “OTTIMO RISULTATO, MA IL LAVORO NON SI FERMA” - Tornando ai commenti del settore, raccogliamo il sentiment di Alessandro Lama, presidente di Federamusement. “Sono estremamente soddisfatto perché questa determina è il frutto di un lavoro portato avanti per tantissimo tempo. Probabilmente ci hanno aiutato anche la visibilità avuta sui media nei giorni scorsi (con il 'caso' calciobalilla, e prima ancora con i sequestri delle sale Lan, Ndr) e le polemiche politiche, ma di certo se non ci fossero state una base strutturata di lavoro, a volte anche non riconosciuto, l'intelligenza, la competenza dei funzionari di Adm che hanno sempre lavorato con noi, questo risultato non sarebbe arrivato. Il lavoro da fare chiaramente non è finito, perché adesso dobbiamo parlare delle ticket redemption. E non dobbiamo dimenticare che moltissimi di noi si sono messi a norma in base alle regole precedenti e hanno affrontato costi, di personale ed effettivi, che in qualche modo dobbiamo cercare di recuperare, soprattutto tenendo conto della situazione generale, con l'inflazione all'8 percento, la guerra in Ucraina, il costo delle materie prime e dell'energia, la pandemia che forse non è ancora finita...
Qualsiasi 'risparmio' è importante per il nostro settore, quindi dobbiamo continuare ad andare avanti, bisogna vedere il bicchiere mezzo pieno, ma anche mezzo vuoto, e continuare a lavorare a testa bassa”.
DISTANTE (SAPAR): “RISOLVERE IL NODO DEI PRODUTTORI” - Nello stesso solco si pongono le parole di Domenico Distante, presidente dell'associazione Sapar. “Come si è detto più volte, era necessario cambiare le norme, quindi ringraziamo Adm per la determina, arrivata di comune accordo con gli operatori del comparto; sapevamo che non dipendeva solo da loro. Sicuramente non tutto è stato risolto, ma penso che la maggior parte delle cose lo siano. Il nodo da risolvere è quello dei produttori che hanno già pagato, come i gestori che hanno fatto le autocertificazioni rispettando le regole, perdendo tempo e spendendo soldi. Comunque, il risultato è ottimo: si salvaguarda l'esistente e per i gestori vengono a cadere le incombenze che si dovevano assolvere ogni giorno: era una cosa assurda. Sono state sistemate le problematiche inerenti calciobalilla, flipper, kiddie ride. Insomma, tutto è bene quel che finisce bene”.
FERRO (NEW ASGI ITALIA): “DOPO L'ESTATE CONFRONTO SU ALTRE CRITICITÀ” - Di risultato “frutto di un grande lavoro di condivisione” fra il settore e Adm parla anche Vanni Ferro, presidente di New Asgi Italia. “Un grande cambiamento di rotta che ci semplifica enormemente il lavoro, del quale dobbiamo ringraziare Adm per la sensibilità nel condividere questo non facile percorso. Un grande risultato da parte di tutti, Adm in primis e da parte nostra, che non ci deve però far dimenticare che vi sono ancora molte difficoltà da affrontare. Passata la stagione estiva, con la ripresa dei lavori del tavolo tecnico, sarà nostra premura riportare sul piatto tutte le altre posizioni ancora critiche.
Nel contempo tutte le associazioni stanno lavorando, attraverso i propri canali, con mondo della politica, oggi più sensibile in vista delle prossime elezioni, per una modifica della norma, proprio perché come dimostrato da questo caso, solo il cambiamento delle norme ci può dare la possibilità di ottenere i risultati che tutti auspichiamo”.
BERNARDI: “BENE PER I GESTORI, DANNI E BEFFA PER I PRODUTTORI”- E veniamo alla “voce fuori dal coro” che abbiamo anticipato nell'apertura di questo pezzo. È quella di Eugenio Bernardi, consulente aziendale esperto in particolare del settore amusement, più volte intervenuto in materia, anche come firmatario di petizioni ad hoc
in Commissione europea.
“È un risultato tardivo che ha portato a bloccare il settore per oltre un anno, causando danni non rimediabili come omologhe inutili e costose, e autocertificazioni macchinose, a dir poco.
Quanto uscito da Adm servirà soprattutto ai gestori e purtroppo a discapito di produttori dopo tante spese inutili (in Nod) e mesi persi a fare le certificazioni e le spese esplicative da buttare al macero, per certificare qualcosa che non dovrà essere certificato.
Ora tutti si prendono i meriti, ma la spinta a cambiare la norma è arrivata dalle varie interrogazioni e dal ricorso al capo dello Stato ora al Consiglio di Stato, oltre le petizioni, o dagli incontri con le associazioni?
Attendiamo ora il decreto del ministero dell'Economia e delle finanze, perché il pagamento dell'Isi anche per i gratuiti non è escluso, come il precedente pagamento con tipologie Am1, Am2, Am3, Am6 non corrispondenti agli attuali 7c bis e 7 c ter e nemmeno alle classificazioni odierne A, B e C.
Come si farà a combinare i pagamenti fatti con l’allegato A come Am1, Am2, Am3, Am4, Am5 e Am6 con le nuove diciture 7 c.bis e 7 c ter ora categoria A, B e C lo vedremo vivendo. Alcuni funzionari periferici di Adm hanno manifestato forti difficoltà in passato, e forse lo faranno anche in futuro per la poca informazione da parte della sede centrale.
Infine, si parla di richiesta dei danni per chi ha affrontato le spese per l'omologazione: vedremo chi li ha subiti cosa farà. Non c’è da dargli torto”.