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Retail, l'importanza della progettazione degli ambienti di gioco

18 giugno 2022 - 08:43

La progettazione degli ambienti è alla base del business, sia che si parli di puro intrattenimento che di gioco a vincita. Lo dicono gli esperti.

Scritto da Michele Bragantini, esperto di gaming e di retail
Retail, l'importanza della progettazione degli ambienti di gioco

La meraviglia è un momento di positivo stupore, di sospensione dalla realtà. Restare sorpresi, colpiti, rapiti è un’esperienza che lega a un luogo oppure a un momento, lo fa ricordare, amare e spinge a voler riprovare quell’emozione, a tornare.

Abbiamo già parlato, su queste pagine, di quanto sia importante, fondamentale, far vivere ai nostri clienti questo tipo di esperienza, attraverso l’offerta di gioco ma anche, forse soprattutto, con l’immersione in un luogo che trasporti in una dimensione diversa, parallela, grazie alla quale ognuno possa uscire per un po’ dalla realtà contingente. Più di un elemento sensoriale contribuisce a realizzare ed amplificare l’experience: il gioco delle luci, elemento base per creare un’atmosfera, la musica, i profumi, poi l’accoglienza del personale e ovviamente l’offerta di gioco, gambling o amusement che sia.

Ci siamo concentrati finora a parlare della funzionalità della location, della sua fruibilità, del layout della sala e della necessità di dotarla di una comunicazione diretta e chiara che spieghi al cliente come goderne. Ci siamo soffermati abbastanza ad analizzare un aspetto che va approfondito: non abbiamo detto che una sala performante debba essere anche bella, avere elementi distintivi, architettonici ma soprattutto di design, che la caratterizzino e rendano ancora più forte l’exeprience, che ricerchiamo per i nostri clienti.

Quando si parla di design si pensa prima di tutto a una specie di forma artistica, bella ma costosa e non necessariamente funzionale. Io personalmente preferisco pensare che, a differenza dell’arte, il design sia una forma di bellezza funzionale che, specificatamente nel retail, possa amplificare positivamente la relazione con il cliente.
Ne parliamo qui con un architetto e designer, Fabio Novembre, con il quale discutiamo spesso di quanto sia importante il design nel retail, anche in quello del gioco.
 
Siamo in un momento in cui l’offerta ha bisogno di emozioni?
“Siamo in un momento in cui sono le persone che hanno bisogno di emozioni e le cercano in tutte le esperienze che affrontano che sia la quotidianità o il divertimento. A me piace raccontare storie, e negli spazi che realizzo, che siano store, hotel o ristoranti, queste storie prendono vita con il pubblico come componente di progetto. Io progetto spazi per far incontrare le persone, per avvicinarle”.

Come cambia la percezione di una location grazie ad elementi di design?
“Dovremmo domandarci piuttosto come cambia il modo di agire delle persone in uno spazio bello ed equilibrato. Io credo fortemente nel valore educativo dell’estetica e non a caso nella cultura classica etica ed estetica erano insegnate parallelamente. Al contrario di chi la relega in ambiti più effimeri e superficiali, considero l’estetica un dato essenziale del mio lavoro e sono cosciente della sua forte capacità di condizionamento dei comportamenti. Il bello che riesce a essere anche buono è l'obiettivo di ogni mio sforzo progettuale”.

Quindi la forza di un elemento di design può arrivare a tutti e cambiare davvero la percezione di un luogo o di un’offerta, prodotto o servizio che sia.
“Prendiamo il Milan, fresco di scudetto, e Casa Milan, la sede che abbiamo realizzato per loro. Dal punto di vista del pubblico il cambiamento fra i vecchi uffici di Turati e un edificio in cui il racconto del brand è sviluppato e strutturato in ogni angolo, dalla facciata al museo, dallo store agli uffici, è davvero rivoluzionario”.

Sfatiamo un mito: costa poi così tanto rendere unico il proprio punto vendita?
“Dipende dalle strategie del brand. Noi ci occupiamo di grandi marchi, penso a Stuart Weitzman o Mediamarkt per citare due tipologie molto diverse, in cui il costo comparato agli investimenti pubblicitari è relativo, per cui ti risponderei di no”.

Un’ultima provocazione: il design aiuta ad essere più felici?
“Certamente, come un fiore o una poesia!”.

Un’ultima riflessione vorrebbe richiamare tutti noi operatori, anche in considerazione delle parole che abbiamo appena letto, sul fatto di come la fidelizzazione passi in maniera determinante dall’ambiente in cui il nostro cliente agisce ed interagisce. Mi ha particolarmente colpito la frase di Fabio “il bello che riesce ad essere anche buono”, dove buono vorrei tradurlo con efficace, funzionale, inclusivo. Un luogo diventa così “il luogo”, uno spazio di incontro, di interazione, il gioco, gambling o amusement che sia, diventa sociale, comune. Uno spazio dove in sostanza vado volentieri e spesso. Permettetemi un’ultima provocazione: affidarsi a professionisti che ci guidino in questo percorso di architettura e design, oltre che in una coerente attività di gestione, di marketing, di comunicazione, può rivelarsi alla fine un ottimo moderato investimento. Il nostro valore di imprenditori non ne risentirà, anzi.

 
 

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