Al punto 5 del pre-Consiglio dei ministri di oggi 18 dicembre, come noto, è stato inserito lo“Schema di decreto in materia di riordino del settore dei giochi a partire da quelli a distanza”.
Nonostante questo, non si ferma il lavoro delle associazioni di rappresentanza del settore, che proseguono il dialogo con il Governo con l'invio delle proprie proposte in materia.
Fra quelle in prima linea c'è l'Agsi - Associazione gestori scommesse Italia, che con il presidente Pasquale Chiacchio, in collaborazione le associazioni nazionali di categoria Cni, Agile, Cgss, torna a chiedere un riordino unitario per il gioco fisico e online, come già fatto a più riprese anche da Acadi, Acmi, As.tro, Egp-Fipe e Sapar.
Anche se da quello che si legge nell'ordine del giorno del pre-Consiglio, e che potrebbe non essere confermato, o non comparire affatto, nel programma della seduta del Consiglio dei ministri, l'Esecutivo sembra piuttosto intenzionato a prediligere quello del gioco a distanza, per il lancio dei nuovi bandi per le concessioni e a condizioni impossibili da sostenere per le piccole e medie imprese italiane.
Ma ecco le proposte presentate da Chiacchio e dai suoi, che riportiamo nella loro interezza.
“I decreti di riordino del gioco legale devono necessariamente ricomprendere sia quello del gioco online che del gioco fisico. Si evidenzia che la rete fisica, radicata su tutto il territorio nazionale, è il vero presidio di legalità.
Tale rete fisica andrebbe tutelata e legittimata anche verso l’opinione pubblica, nel caso meglio regolamentata, perché è il vero punto di riferimento per tutti i milioni di appassionati ed attesta che lo Stato italiano, tramite i suoi delegati, gestisce il mercato dei giochi legali. Tutto per combattere l'illegalità e tutelare la salute pubblica.
La riforma dovrebbe ripartire dagli accordi sanciti nella Conferenza unificata del 2017, attualizzarli e completarli anche con particolare riferimento alla crescita esponenziale del gioco online.
A nostro avviso gli obbiettivi da raggiungere per riordinare complessivamente il settore del gioco legale sono: determinare il numero di esercizi che raccolgono e/o promuovono il gioco pubblico compresi i Pvr in maniera da evitare eccessive concentrazioni dell'offerta sui territori; tutte le attività del gioco legale devono rispettare le stesse regole; stabilire quali siano le caratteristiche degli esercizi ed i requisiti degli esercenti che sul territorio offrono o promuovono a vario titolo il gioco legale (se ne stimano attualmente circa 120.000); individuare tra quelli della rete ufficiale quelli specializzati dove si deve poter commercializzare tutto il portafoglio di giochi Adm. È davvero insensato che presso solo alcune attività, in pochi metri quadri, si possa avere un offerta maggiore (ad es. lotto, gratta e vinci, scommesse ippiche- sportive e virtuali, Awp) rispetto a quella di un negozio di gioco specializzato definito di categoria A dalla Conferenza unificata del 2017; regolamentare i cosiddetti Pvr diffusosi in maniera incontrollata durante la pandemia a seguito della chiusura prolungata della rete ufficiale del gioco legale. I Pvr devono assolvere al solo compito di commercializzare le ricariche dei conti gioco e bisogna dirlo in modo chiaro senza alcuna possibilità di interpretazioni”.
L'Agsi inoltre chiede di “dare riconoscibilità alle varie modalità di vendita, esemplificando: il negozio specializzato deve avere un logo chiaro e distinguibile quale luogo sicuro e controllato dove è garantita la tutela della salute, l'ordine pubblico e la prevenzione del rischio di accesso e gioco dei minori , anche con campagne mediatiche che evidenziano che le tante risorse economiche, prodotte dai giochi legali, vengono investite anche in opere pubbliche ed attività sociali. Proponiamo, riguardo alla distribuzione nazionale delle attività di gioco legale, il principio di stabilire un numero di punti vendita a livello regionale, in funzione della popolazione residente (così come proposto in modo dettagliato nelle nostre proposte inviate il 20 settembre) con un rispetto di distanza tra punti vendita; combattere decisamente il mercato illegale che fonti della Guardia di finanza quantificano in 25 miliari di volume di affari su base annua molti dei quali raccolti online. A questo proposito suggeriamo di intervenire oltre che con l'inibizione dei siti punto Com anche con discipline sanzionatorie nei confronti degli intermediari finanziari che accettino transazioni verso questi operatori illegali.
Mantenimento dell’offerta delle Awp nei negozi generalisti, con aree dedicate interdette ai minori con la possibilità di rivedere il criterio del contingentamento (abbiamo una nostra proposta); istituire albo professionale per operatori del settore dei giochi legali (abbiamo anche una nostra proposta).
Emulare a livello nazionale la legge regionale della Campania, ritenuta molto equilibrata, con regole che tutelano in primis la salute pubblica e poi gli investimenti imprenditoriali; per il rilancio del settore delle scommesse ippiche si propone una netta riduzione dei prelievi per le scommesse al Totalizzatore con applicazione della sola imposta unica per scommesse a quota fissa (criterio equivalente alle scommesse sportive), azzeramento di tutte le attuali scommesse tris ed attivazione di una nuova scommessa ippica settimanale e nazionale con potenziale jackpot milionario; la gara dell’online deve essere sostenibile anche per le piccole e medie imprese, che sono nel settore dei giochi legali da tanti anni, e non discriminante con una base d’asta impossibile di 6/7 milioni di euro.
Tali importi sono alla portata solo delle grosse imprese estere e possono favorire infiltrazioni criminali visti gli ingenti capitali che gestiscono.
I rischi di un'anticipazione, così frettolosa, del riordino del gioco a distanza, rispetto al retail, comporterebbe gravi danni alla rete ufficiale ed ulteriore confusione tra i milioni di clienti”.