“Nel 2022, a fronte di una raccolta di 136 miliardi di euro, il totale delle somme spese dai cittadini (tra raccolta e vincite) è stata pari a 20,3 miliardi di euro. Il ché si traduce in un gettito erariale derivante dal gioco regolamentato di 11,2 miliardi di euro (elaborazione su dati Adm), generato per il 91 percento dal settore del retail. Appare quindi un dato oggettivo quanto il comparto del gioco pubblico sia un settore strategico per l’economia del nostro Paese, che contribuisce in modo significativo alla crescita del Pil, all’occupazione, al benessere sociale e alla sanità pubblica”.
A ricordare il “valore” del comparto del gioco pubblico come importante indotto per l’economia del Paese e per l’occupazione è Geronimo Cardia, presidente di Acadi, l’associazione dei concessionari di giochi pubblici, in un'intervista a WeWelfare, sito web voce della comunità del welfare integrativo.
Cardia evidenzia come la presenza del gioco pubblico sul territorio sia essenziale, ma “minata dalla questione territoriale che dovrà trovare necessariamente una soluzione nel riordino del comparto previsto nella Delega al Governo per la riforma fiscale”, all'esame del Parlamento proprio in questi giorni. “Il riordino previsto nella Delega al Governo per la riforma fiscale non può prescindere da una distribuzione equilibrata tra rete specializzata e rete generalista”, puntualizza.
In tema di benefici che il sistema Paese ricava dal settore del gioco pubblico, il presidente di Acadi torna a snocciolare qualche dato. Dal punto di vista economico, “porta all'emersione di circa 11 miliardi di gettito erariale che, ricordiamo, deriva da un’attività che altrimenti verrebbe comunque soddisfatta dall’offerta illegale, vista la domanda di gioco che di fatto esiste. Al gettito erariale, va aggiunta la contribuzione fiscale e previdenziale delle aziende del comparto che è stata valutata in 2,5 miliardi di euro. La ricchezza complessiva generata dal comparto del gioco pubblico nel 2022 è stata stimata in 10,440 miliardi. Sotto un altro aspetto, ci preme evidenziare il Fondo per il gioco d’azzardo gestito dal ministero della Salute che prevede l’erogazione di 50 milioni di euro in favore delle Regioni per prestazioni di prevenzione, cura e riabilitazione per il disturbo da gioco d’azzardo. Sul punto riteniamo che possa essere valutato un sistema di contribuzione ancora più articolato, anche prevedendo una parte maggiore del gettito erariale derivante dal gioco, ma senza ulteriori aumenti di tassazione che hanno già messo in difficoltà il sistema. È chiaro quindi il valore che rappresenta questo indotto a livello di welfare e l’iniezione di denaro che va a finanziare la spesa pubblica e molti strumenti di protezione sociale che altrimenti sarebbero privi di risorse adeguate”.
Quanto all'occupazione, le stime parlano di 150.000 occupati, “di cui: oltre 140.000 solo nel canale retail; oltre 40.000 nel settore distributivo degli apparecchi; diverse migliaia garantiscono i servizi concessori, tecnologici e distributivi per questa filiera. I valori sono stimati per occupati equivalenti a tempo pieno”, ricorda ancora Cardia.
Quanto al ruolo del gioco pubblico come argine all'illegalità, l'avvocato poi sottolinea come l’incremento dei volumi di gioco sia stato “il risultato di strategie volte a contrastare, con efficacia, fenomeni di gioco illegale, altrimenti dilaganti ed incontrollati, tutelare i consumatori ed indirizzare le entrate erariali emerse dall’azione di contrasto al gioco illegale verso finalità di pubblica utilità. Maggiori le tutele sul comparto del gioco pubblico, maggiore è l’impatto sulla lotta all’illegalità. Incentivare il gioco pubblico legale significa intercettare un flusso di denaro che altrimenti andrebbe alle mafie”.
Infine, il presidente di Acadi, evidenzia come la presenza dell’offerta di Stato sul territorio sia “un efficace e inequiparabile strumento di contrasto al Disturbo da gioco d’azzardo (Dga), perché garantisce le politiche di contrasto previste dalla legge e mette a disposizione prodotti misurati e controllati. Si pensi, ad esempio alla tecnologia che aiuta ad affinare gli obiettivi di tutela con prodotti sempre più presidiati nei loro parametri, al registro di autoesclusione che può essere utilmente esteso a più verticali distributive, alla collaborazione di filiere specializzate ed esperte nella gestione di prodotti delicati come il fumo, gli alcolici ed i superalcolici. Riguardo poi al tema gambling, la formazione è uno strumento importante per un processo di sempre maggiore qualificazione dell’offerta. Gli operatori, inoltre, garantiscono con le loro filiere il rispetto del divieto di gioco ai minori. Tutto è migliorabile, e noi lavoriamo per questo, ma non dimentichiamo un punto cardine di questo discorso: il comparto del gioco pubblico non è solo al fianco dello Stato per il contrasto al Dga, ma rappresenta un concreto strumento nelle mani dello Stato per attuare politiche pubbliche concepite dallo Stato con l’obiettivo di contrattare il Dga. È importante per noi veicolare le corrette informazioni, contrastando anche la divulgazione di luoghi comuni che vedono da sempre accostare il comparto del gioco al tema del contrasto al disturbo da gioco d’azzardo. È giusto prendersi carico di questa anomalia e rispettare chi, e sono la maggior parte, ha un approccio sano e corretto all’utilizzo del gioco”.