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Cnca sul gioco: 'Serve una legge quadro del settore'

18 ottobre 2023 - 11:12

Una nota del coordinamento degli enti impegnati a curare chi soffre di gioco d'azzardo patologico sostiene che sia inaccettabile 'che il caso scommesse si riduca a giovani ragazzi fortunati che si dilettano con i siti illegali'.

Scritto da Redazione
CNCA - Coordinamento nazionale comunità accoglienza.png

"Non possiamo affatto accettare che il caso scommesse si riduca a giovani ragazzi fortunati che si dilettano con i siti illegali, noncuranti del proprio divieto professionale." Così il Cnca, il coordinamento nazionale delle comunità di accoglienza, la cui voce si aggiunge alle tante (di ieri, 17 ottobre, la nota di Mettiamoci in gioco, Ndr) che si sono levate in questi giorni attorno ai casi dei calciatori accusati di aver scommesso su siti illegali, tra i quali il giovane juventino Nicolò Fagioli, primo ad aver già trovato un accordo con la giustizia sportiva, oltre a Nicolò Zaniolo e Sandro Tonali.

"L’azzardo è un’attività partecipata da una larga fetta di italiani: alcuni di loro, stimati dai centri di ricerca nell’ordine di un milione e 200 mila persone circa, per vari motivi sviluppano una perdita di controllo, che diventa patologia. Eppure", continua la nota, "a fronte di ciò, i legislatori a fine 2022 hanno decurtato di 4 milioni di euro il fondo nazionale di 50 milioni per la prevenzione dei rischi dell’azzardo (136 miliardi di giocato, 46 milioni per la prevenzione".

"L’Italia si scopre ora funestata dall’azzardo a causa del comportamento di alcuni (per ora) giovani e ricchi calciatori, che rischieranno circa 500 euro di multa per l’accesso su piattaforme illegali e fino a tre anni di squalifica nella giustizia sportiva; senza considerare però gli individui e le famiglie minati dal disturbo da gioco d’azzardo (“ludopatia” non vuol dire nulla)".

Per questo il Cnca chiede la riduzione dell’offerta di azzardo; il mantenimento del fondo per la prevenzione dei rischi dell’azzardo; l’attuazione dei Piani regionali di contrasto ai rischi; l’utilizzo della tessera sanitaria per l’accesso a ogni forma di azzardo, in modo da tracciare l’accesso al gioco e proteggere in particolare le persone più fragili (giovani, anziani…); il reale divieto di pubblicità per le aziende di azzardo; il collegamento dei conti gioco con i dati Isee e la fissazione di un tetto di denaro da poter investire in azzardo, proporzionale alle proprie entrate e, soprattutto, che venga approvata una legge quadro del settore, che regolamenti un fenomeno lasciato crescere in modo abnorme senza un’adeguata cornice di regole e limiti.

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