Una lettera ai presidenti delle regioni Sicilia, Calabria, Campania, Marche e Abruzzo per chiedere "pari dignità di trattamento".
A scriverla è il comitato "Donne in gioco", che tramite la sua portavoce, Antonia Campanella, illustra i dettagli della missiva inviata ai cinque governatori.
“Abbiamo chiesto un incontro ai presidenti Renato Schifani (Sicilia), Roberto Occhiuto (Calabria), Vincenzo De Luca (Campania), Francesco Aquaroli (Marche), Marco Marsilio (Marche) per equiparare, con una norma regionale, le sale gioco agli esercizi commerciali dei tabaccai".
Questi, infatti, spiega ancora Campanella, "grazie ad un atto legislativo di quelle regioni, possono beneficiare dell’eliminazione del cosiddetto distanziometro: un gesto nobile e coraggioso promosso da quelle regioni che potrebbe essere esteso anche alle nostre sale che, lo ricordiamo, sono regolamentate dallo Stato, vietano gli accessi ai minori di 18 anni e rappresentano, da sempre, un presidio della legalità nelle comunità locali.”
Il gruppo Donne in gioco, costituito da oltre 1200 lavoratrici e imprenditrici in ambito nazionale che lavorano ogni giorno in centinaia di sedi dedicate al gioco pubblico in ogni regione italiana, chiedono ai governatori "un gesto amministrativo che può rappresentare un’innovazione per tutto il Paese".
"Noi da alcune settimane stiamo incontrando Istituzioni locali, regionali e nazionali per presentare le nostre proposte", continua Antonia Campanella. "Siamo convinti che da quelle regioni possa essere lanciato un segnale forte per salvaguardare il lavoro, tutelare i clienti, sconfiggere il mercato illegale".
Di seguito il testo della lettera inviata ai presidenti delle Regioni Sicilia, Calabria, Campania, Abruzzo e Marche:
"Gentili Presidenti,
siamo il Comitato donne in gioco, realtà associativa costituita da oltre 1200 lavoratrici e imprenditrici in ambito nazionale che lavorano ogni giorno in centinaia di sedi dedicate al Gioco pubblico in ogni regione italiana.
Le nostre attività storiche di gioco sono quelle di quartiere, presenti da venti, trent'anni sul territorio nazionale, conosciute dalle comunità e da sempre presidio di legalità; attività che svolgono un ruolo informativo, sociale e di socialità per i clienti. Con gli strumenti giusti e la corretta sinergia possono essere luoghi validi non solo per la distribuzione del gioco fisico, ma soprattutto come attività volte alla prevenzione da disturbo da gioco d'azzardo e al corretto approccio ad esso con ‘l'educazione al gioco’.
Queste realtà territoriali sono un patrimonio a disposizione di tutti, delle istituzioni, delle Asl, delle associazioni e che rappresenta al meglio l’imprenditoria sana che sviluppa la cultura del gioco legale.
Con la presente siamo a richiedere un incontro, in presenza o online, per motivare le ragioni che ci spingono a chiedere l’equiparazione delle nostre sale a quelle dei tabaccai per i quali, con recenti normative regionali, è stato escluso il c.d. distanziometro: è stato verificato con studi e ricerche, che questo strumento anziché prevenire l’eventuale disturbo da gioco, sposta semplicemente il potenziale problema in aree urbane più nascoste e meno controllabili. Inoltre, come risaputo, a differenza dei tabaccai nelle nostre sale è fatto assoluto divieto per i minori di anni 18. Per questo, per le caratteristiche che contraddistinguono da sempre le sale regolamentate dallo Stato, siamo a richiedere un incontro per esplicitare le nostre motivazioni e presentare le proposte concrete per prevenire il disturbo da gioco d’azzardo che stiamo sottoponendo alle regioni italiane e alle commissioni parlamentari Salute e Affari sociali."